Un gruppo terroristico è riuscito a far breccia nel sistema di sicurezza di un vasto istituto di ricerca ed ha collocato dei potenti ordigni esplosivi nei diversi ambienti che ne costituiscono l’intricata struttura interna. Ognuno di questi laboratori è costituito da una griglia di stanze, all’interno delle quali vengono effettuati degli importanti esperimenti gravitazionali. L'unico modo per operare in tali ambienti senza arrecare alcun danno al personale umano consiste nel controllare per via remota alcuni droidi di servizio. Al comando di un gruppo di robot artificieri, pertanto, abbiamo l’ingrato compito di recuperare ogni singola bomba, così da farla detonare all'esterno del prezioso complesso scientifico. Purtroppo, gli automi a nostra disposizione possono operare solamente entro un determinato settore di competenza, una manciata di stanze per ciascuno, perciò siamo anche costretti ad escogitare un modo per farli interagire fra loro.
Le camere che costituiscono un particolare settore sono connesse mediante porte, botole, pertiche e teletrasportatori, mentre i diversi settori comunicano attraverso finestre e feritoie. Gli accessi ad alcune stanze devono essere sbloccati, recuperando delle apposite schede elettroniche da inserire nel computer che sovrintende l'intero edificio. Così facendo, di volta in volta, attiviamo smaterializzatori, sblocchiamo porte, disattiviamo campi di forza e apriamo dei pertugi per lo scambio degli oggetti. Ciascun robot è in grado di trasportare un solo oggetto per volta e, per passarlo ad un collega attraverso una fessura, o per liberarsene, può lanciarlo con una certa angolazione. La gittata del lancio dipende, oltre che dall’inclinazione, anche dall'intensità gravitazionale della stanza in cui si trova ad operare, come suggerito fra l'altro dal differente tipo d'illuminazione che la contraddistingue.
La missione è tutt'altro che facile, poiché i terroristi, prima di dileguarsi, hanno ben pensato di riprogrammare i droidi del sistema di sicurezza interno. Questi, perciò, percepiscono i nostri robot come degli intrusi e fanno di tutto per eliminarli, non prima però di aver dato luogo a dei frenetici inseguimenti all’ultimo sangue. I droidi al nostro servizio non possiedono armi, potendo contare solo sulla propria velocità e sulla nostra astuzia, benché un piccolo aiuto derivi in realtà anche dall'attitudine prettamente autolesionista dei nemici.
Una volta entrati in possesso di un ordigno, quest’ultimo si innescherà automaticamente e dovrà essere neutralizzato prima che la sua miccia bruci del tutto. Per sbarazzarci della bomba, saremo costretti a ricorrere ad una lunga serie di passaggi che coinvolgeranno gli automi di ciascun settore, alla stregua di una vera e propria staffetta, fino a farla giungere in possesso di chi finalmente potrà disfarsene lanciandola nell'apposita uscita. Le bombe devono essere maneggiate con estrema cura poiché, a seguito di un urto accidentale, possono esplodere improvvisamente, rendendo inutilizzabili sia i droidi che le rispettive stanze.
Col progredire dei livelli, il numero degli ambienti che compongono ciascun laboratorio aumenterà progressivamente, gli automi a nostra disposizione diverranno più numerosi e la stessa natura delle singole stanze giocherà un ruolo fondamentale per la riuscita della missione. Negli stage più avanzati, poi, non sarà raro incappare in stanze che hanno subito una vera e propria rotazione sul proprio asse, col pavimento che, di volta in volta, farà da soffitto o da parete. In tali circostanze il controllo dei nostri robot diventerà ancor più difficoltoso. Talvolta, inoltre, capiterà di poter ricorrere a dei droidi aggiuntivi, che dovranno essere preventivamente posizionati nelle aree strategicamente più rilevanti.
La longevità è garantita dalla presenza di cinque stage a complessità crescente e da due differenti livelli di difficoltà. Il sistema di controllo è piuttosto semplice: con la leva del joystick controlliamo i movimenti del droide, mentre col pulsante di fuoco accediamo al menu che permette di attivare tutte le azioni consentite dal gioco. Utilizzando le rispettive icone, scegliamo il robot da utilizzare, attiviamo la modalità di lancio, esaminiamo le stanze circostanti o annulliamo un'azione che stavamo pianificando. Il gameplay si sviluppa all'interno di due camere adiacenti, rappresentate mediante una visuale tridimensionale e col punto di vista posto in corrispondenza della parete più vicina all'osservatore. Le dimensioni dei droidi e degli oggetti vengono messe realisticamente in scala in base alla profondità della stanza. La grafica è monocromatica ed impiega uno stile quantomeno essenziale, ma se da un lato non esalta più di tanto, dall’altro conferisce un certo grado di pulizia ed ordine all’estetica del gioco. Il comparto audio per lo ZX Spectrum liscio presenta dei semplici "rumori" generati dal cicalino interno della macchina, mentre la versione potenziata per i “fratelloni” a 128k offre invece un motivetto per lo più orecchiabile e degli effetti sonori tutto sommato efficaci.
Deactivators - Zx Spectrum
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- Pubblicato: 18-06-2013, 21:50
- 2 commenti
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Deactivators
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Simpatico come gioco e piuttosto azzeccata l'idea (potremmo anche considerarlo una sorta di Portal ad 8 bit)... per qualche motivo mi ha fatto tornare in (abusiva)mente Spy vs. Spy... certo che la bomba rappresentata con tanto di miccia pare un filino fuori contesto...
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Originariamente inviato da AlextheLioNetcerto che la bomba rappresentata con tanto di miccia pare un filino fuori contesto...
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