Per chi negli anni ’90 era appassionato di picchiaduro 2D, il Sega Saturn era una scelta praticamente obbligata: le maggiori case produttrici continuavano a sfornare conversioni dei loro principali prodotti e grazie alle grandi performance bidimensionali di questa console gli Arcade Perfect erano all’ordine del giorno. Ma tra le tante produzioni di aziende popolari come Capcom ed SNK spuntavano ogni tanto dei lavori di grande qualità, sviluppati da case produttrici meno note, ma non per questo meno capaci, tra la quali ricordiamo la Fill-in-Cafe, nota in Giappone anche per altre produzioni quali Mad Stalker o Panzer Bandit.
Asuka 120% Burning Fest Limited è solo uno degli ultimi esponenti di questa serie che ebbe buon successo nel paese del Sol Levante. Nata su FM Towns, passando per Sharp X68000, PC Engine fino ad arrivare su Playstation, non si può negare che il miglior esponente (in particolar modo da un punto di vista grafico) sia proprio il prodotto qui recensito, pubblicato nel 1997 per la console Sega.
Il gioco si presenta con una storia piuttosto scontata: ogni anno viene organizzato un torneo di arti marziali, al quale partecipano le ragazze di un istituto scolastico appartenenti a varie discipline. Si passa dalla studente di chimica alla wrestler, dalla campionessa di baseball alla tennista e così via, per un totale di undici combattenti, tutte rigorosamente di sesso femminile.
Per quanto riguarda il comparto grafico, si nota un ottimo character design in stile manga, con elementi leggermente deformed (mani e piedi) ben animati e con una buona quantità di frames, i quali rendono l’insieme fluido e piacevole; una cura nettamente inferiore è stata invece dedicata ai fondali, ben disegnati ma alquanto statici.
Il comparto sonoro fa il suo dovere, alimentando la già forte atmosfera da anime Giapponese, grazie a buoni campionamenti di colpi, urli e frasi tipiche delle signorine Nippon-style (GAMBAREEE!) e musiche slanciate ottimamente strumentate.
Come in ogni picchiaduro ad incontri, il fulcro sta nella giocabilità e fortunatamente è proprio il punto forte di questo gioco, grazie ad un sistema di combattimento che riesce con successo a distaccarsi dai classici. I tasti a nostra disposizione sono solo tre e corrispondono ai colpi deboli, medi e forti: il tutto sta nel creare delle custom combo da mixare a mosse speciali e super, un sistema tendenzialmente frenetico e che necessita di una buona prontezza di riflessi, ma che richiede comunque un’ottima conoscenza del personaggio selezionato.
Questa frenesia si riversa anche in varie tecniche di contrasto e difesa: se iniziamo una combo in contemporanea con il nemico, i nostri colpi andranno infatti a cozzare con quelli dell’avversario e solo chi effettuerà la combo più lunga e potente avrà in fine la meglio. Le possibilità di difesa inoltre non si limitano alla semplice parata, ma si espandono in varie opzioni, quali l’aggiramento dell’avversario mentre effettua un attacco o la possibilità di riprendersi al volo, senza quindi attendere di cadere a terra.
Per effettuare le varie tecniche, nonché le molteplici super mosse, troviamo una barra sul fondo dello schermo, che si carica ogni volta che colpiamo l’avversario. Una volta riempita (raggiunto quindi il famigerato 120%), abbiamo la possibilità di effettuare le super, ma a differenza di altri picchiaduro la barra non si scarica dopo la prima super, al contrario, mantiene il 120% per un tempo limitato lungo il quale possiamo effettuare le super mosse più volte. Questo può risultare in effetti un’arma a doppio taglio: da un lato sottolinea la piacevole frenesia generale del titolo, ma dall’altro potrebbe portare a ripetere più volte una super che generalmente tende ad avere la meglio su ogni altra mossa, portando quindi l’avversario a rimanere sulla difensiva, in attesa dello scaricamento della barra per timore di essere sopraffatto all’improvviso. Per fortuna, qualsiasi tipo di mossa può essere parata, garantendo sempre una possibilità di contrattacco.
Tutto ciò si contrappone quindi al gameplay lento e ponderato di altri titoli: in questo caso attendere le mosse avversarie per assestare un “anti-air”, giocare di “zoning” o imparare strisce di combo a memoria, non risulta particolarmente utile. In Asuka 120% tutto ruota intorno alla combo “fai da te”, che richiede di certo una conoscenza delle mosse del proprio personaggio, ma che lascia una notevole libertà di azione al giocatore, come dire: “Quando il gioco si fa duro, LE dure cominciano a giocare”.
Asuka 120 Burning Fest. Limited - Saturn
Comprimi
- Pubblicato: 28-05-2012, 21:35
- 4 commenti
-
X
Comprimi
-
Asuka 120% Burning Fest. Limited
-
Interessante articolo per un titolo che avrò letto a suo tempo non so quante volte nelle varie liste relative a Saturn e PlayStation. D'altra parte rimaneva impresso, visto che era quasi sempre il primo in ordine alfabetico, limitandosi ad un laconico "Asuka 120%" senza sottotitoli.
Da notare che capitoli ancora più "recenti" di questa serie sono usciti anche su PC (Asuka 120% Return BURNING Fest.) e PlayStation (Asuka 120% Final BURNING Fest...essenzialmente la tarda conversione, sviluppata solo nel 2002, di questo Asuka 120% Limited BURNING Fest per Saturn).
A giudicare dalle immagini sembra una sorta di Dead or Alive 2D scolastico, girls-only e anime-style... oppure un Rival Schools bidimensionale al femminile... ma ovviamente queste sono mere impressioni...Ultima modifica di AlextheLioNet; 28-05-2012, 23:33.
-
ah, bene, un picchiaduro alternativo. chissà perché si finisce col parlare sempre delle solite serie mentre c'è una galassia di altri titoli interessanti nel genere. qualche memoria di asuka ce l'ho dell'arcade, ed in effetti la grafica era molto gradevole, per cui questo approfondimento é decisamente benvenuto!
L'invio di commenti è disabilitato per i non registrati. -
ULTIMI ARTICOLI
Comprimi
Non ci sono risultati che soddisfano questo criterio.
widgetinstance 209 (ULTIMI COMMENTI) skipped due to lack of content & hide_module_if_empty option.