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ID: 257411Il Saturn è sempre stata una console affascinante, una console popolata da giochi unici e particolari, perle da scoprire ed assaporare.
Una di queste è la saga di Panzer Dragoon, nata nel 1995 con un primo episodio che già metteva le radici per qualcosa che sarebbe andato oltre il semplice sparatutto in terza persona su binari, oltre una semplice versione Fantasy di After Burner. Il suo concentrarsi maggiormente su un gameplay a tratti frenetico, trascurando spesso storia ed ambientazioni (per la maggior parte povere di particolari e un po’ ripetitive), però peccava di coinvolgimento e nonostante si potessero cogliere le accennate meraviglie del mondo creato dal Team Andromeda, il tutto scorreva piuttosto lineare, anche a causa di un’impronta arcade molto pronunciata e sottolineata dalla presenza dei crediti.
L’anno successivo, con il secondo episodio (1996), il Team Andromeda corresse notevolmente il tiro da ogni punto di vista, concretizzando definitivamente la maturità di questa mitica saga.

Il tutto si apre con un filmato in CG di buona fattura per l’epoca, il quale ci introduce in questo mondo che mixa il passato con il futuro, fatto di draghi e navi da battaglia in grado di vincere la forza di gravità, magia e tecnologia ed un impero che, grazie all’utilizzo di potenti armi appartenute a civiltà antiche, soggioga le popolazioni sotto il suo controllo.
La storia inizia in un villaggio, in cui i draghi mutanti vengono eliminati brutalmente fin da cuccioli a causa di una superstizione: solo uno riesce a sopravvivere grazie all’aiuto di un ragazzo che lo tiene nascosto. Il ragazzo chiama questa creatura Lagi: si tratta di un essere molto particolare e diverso dagli altri, dotato di ali e di una brillante luce sulla gola.
Qualche tempo dopo Lagi è cresciuto notevolmente ed il ragazzo decide di provare a cavalcarlo, ma proprio nel momento in cui i due si allontanano dal villaggio, questo viene distrutto ed il nostro protagonista si rende conto di essere braccato dalle macchine da guerra dell’impero, per una ragione sconosciuta.

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La nostra avventura ha inizio in un primo livello ambientato nel villaggio distrutto e a seguire in un canyon. Lagi ha le ali ancora troppo piccole per potersi librare in volo, ragione per cui dobbiamo affrontare tutto lo stage al galoppo. Notiamo subito il grande lavoro svolto dal Team Andromeda, non solo per il miglioramento grafico, ma per la maggiore varietà di ambientazioni e la cura maggiore dei particolari, che ci regalano emozioni uniche e ci immergono completamente in questo mondo alternativo. Viene così dimostrato che anche il Saturn, se sfruttato a dovere, è in grado di regalare ambientazioni completamente poligonali di alta qualità: non è raro rimanere quasi a bocca aperta quando, dopo aver affrontato un’estenuante battaglia contro sciami di nemici tra gli enormi alberi di una fitta foresta, ci ritroviamo d’improvviso la strada bloccata da un mastodontico mostro insettiforme, oppure quando sorvoliamo una distesa d’acqua di un realismo ancora oggi incredibile per una macchina a 32 bit.

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Un altro fattore fondamentale per garantire una maggiore immersione nell’opera è il rapporto instauratosi tra Lagi ed il ragazzo, un percorso che si estende per tutta la durata dell’avventura. Questo percorso si snoda infatti dalla nascita del drago attraverso la sua evoluzione fisica, che lo porta ad uscire dal vecchio bozzolo e a liberare un essere sempre più maturo e fantastico,a partire dal primo volo, scandito da un silenzio quasi totale rotto solo dallo spostamento d’aria causato dal suo battito d’ali, per arrivare poi al finale rivelatore.
Tornando con i piedi per terra e parlando di gameplay, le differenze rispetto al primo episodio si notano anche se, nello scheletro, resta uno sparatutto in terza persona su “binari”. Abbiamo un mirino che possiamo spostare tramite la croce direzionale adibita anche agli spostamenti del drago, utili per schivare i colpi avversari e per tutta la durata del gioco abbiamo due tipi di armi: la pistola impugnata dal protagonista, efficace per colpire velocemente i nemici particolarmente vicini, ed dei laser che Lagi sputa dalla bocca i quali fungeranno da missili a ricerca, con questi potremo prendere di mira più nemici per poi colpirli contemporaneamente.
Man mano che sconfiggiamo i nostri avversari si si carica una barra che, una volta riempita, ci permetterà di attivare un potente attacco (denominato Berserk) che consiste in una pioggia di laser a ricerca, in grado di eliminare tutti i nemici intorno e causare una buona quantità di danni ai boss di fine livello. I tasti dorsali inoltre, ci permetteranno di avere un controllo a 360 gradi su ciò che ci circonda, in modo da tenere sotto controllo anche i nemici in avvicinamento dai lati e dietro di noi.

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Parlando di evoluzione, notiamo che ogni volta che Lagi subisce una trasformazione, essa non comporta solo un cambiamento fisico, ma aumenta anche la sua potenza, agevolandoci il cammino tra i livelli di gioco caratterizzati da un ottimo bilanciamento della difficoltà. Essendo di base uno sparatutto, affrontiamo l’avventura tutta d’un fiato, senza salvataggi di sorta, ma la longevità risulta più che buona, grazie anche ad un sistema di bivi che ci permette di selezionare due vie differenti per ogni livello.
Per quanto riguarda la parte sonora, possiamo confermare l’egregio lavoro svolto da parte del team di sviluppo: l’alta qualità delle musiche si alterna, come già accennato, a silenzi utili a sottolineare momenti chiave o l’appropinquarsi di un pericolo imminente, la quiete prima della tempesta.
Concludendo, possiamo confermare l’ottima conoscenza dell’hardware Sega da parte del Team Andromeda, che ha dimostrato il suo impegno nel trasporre su schermo le sue idee visionarie, garantendo un’alta qualità audiovisiva ed un gameplay pressoché perfetto.


COMMENTO FINALE


"Panzer Dragoon Zwei è un pezzo importante della storia del Saturn, un gioco che saprà regalarci emozioni e divertimento, uno sparatutto in terza persona “su binari” a tratti classico ma dotato di una sua inconfondibile personalità. Il suo posto è comunque d’obbligo nella softeca di ogni possessore di Sega Saturn.