Ideato dal geniale Yu Suzuki e pubblicato da Sega nel 1986, ebbe un enorme successo, tanto da fare presenza fissa per molti anni nei bar e nelle salagiochi di tutto il mondo. Lo si poteva ancora trovare nella prima metà degli anni ’90 accanto a prodotti ben più recenti e tutti, compreso il sottoscritto, non riuscivano a resistere alla tentazione di farci una partitina di tanto in tanto. Era presente nella classiche due versioni: cabinato “orizzontale” con volante, pedali e sedile su cui accomodarsi (con annessa leva del cambio a due posizioni) oppure cabinato “verticale” con volante, pedali e leva del cambio, da utilizzare restando in piedi o seduti su uno sgabello. Il volante, in particolare, era dotato dell’allora rivoluzionaria tecnologia del force feedback, utilizzata per la prima volta proprio in questo coin-op e destinata poi a diffondersi a macchia d’olio, fino ad approdare ai sistemi casalinghi: una particolare serie di motori trasmetteva al giocatore la risposta della strada sotto forma di sussulti e vibrazioni, proponendo un grado di realismo fino ad allora sconosciuto. I cabinati più costosi erano dotati d’un meccanismo idraulico, che riproduceva gli spostamenti effettuati dall’automobile lungo il tracciato.
Come tutti i titoli di successo, anche “OutRun” nel corso del tempo è stato oggetto di conversioni o riedizioni per quasi tutti le macchine domestiche: si possono ricordare le versioni per i computer Commodore e Atari, le console Sega, il PC-Engine e, in anni più recenti, anche per PS2 e PSP. A ciò s’aggiungano numerosi seguiti, a loro volta comparsi su una moltitudine di piattaforme di gioco.
La versione per Sega Saturn è certamente una delle migliori. Anzi, si può dire con tranquillità di trovarsi di fronte a un vero e proprio arcade perfect (e ci mancherebbe altro, trattandosi d’una macchina a 32-bit!). Edito nel 1996 nella prestigiosa collana “Sega Ages” per festeggiare il primo decennale dalla sua pubblicazione, il gioco rispecchia appieno le caratteristiche, l’atmosfera e il fascino del coin-op. Grafica e colori sono fluidi e sfavillanti, il sonoro è impreziosito dal supporto CD e dall’ottimo chipset audio della console Sega, mentre la giocabilità tocca vette eccelse. Ovviamente l’utilizzo del joypad non riproduce perfettamente il feeling del cabinato, anche se a questo problema si può ovviare utilizzando il volante del Saturn. Quest’ultimo, tuttavia, offre un’esperienza di poco inferiore all’originale, essendo sprovvisto di force feedback e leva del cambio (rimpiazzata abbastanza agevolmente dalle alette presenti sul retro del volante stesso). Il gioco è inoltre compatibile con il joypad analogico progettato per “Nights into Dreams”.
Una volta caricato il disco, si può accedere a una schermata d’opzioni, che consentono d’impostare un buon numero di parametri: quantità di tempo a disposizione per completare ogni tracciato, livello di bravura degli avversari, cambio manuale o automatico, possibilità di scegliere se cimentarsi con la versione “Japan” o “Overseas” del gioco (differenti nella disposizione dei bivi), scelta della soundtrack originale o riarrangiata appositamente per il Saturn, modalità sonora monofonica o stereo. Dopo aver iniziato la partita, prima di cominciare la corsa vera e propria, è possibile scegliere tra i tre classici brani musicali di “OutRun”, ossia “Magical Sound Shower”, “Passing Breeze” e “Splash Wave”. Com’è noto, la selezione viene effettuata come se si stesse sintonizzando una stazione sulla propria autoradio, simpatico espediente poi ripreso da altri titoli automobilistici (ad esempio la serie di “Lotus Esprit Turbo Challenge”).
La grafica, nonostante gli anni, resta molto gradevole e d’altissimo livello, con paesaggi curatissimi e qualche accorgimento, che aumenta il realismo e impreziosisce il risultato finale: sabbia, terra, acqua o erba si sollevano quando si esce di strada, i pneumatici fumano in sterzata, le luci dei freni s’accendono. La sensazione di velocità è resa tramite un convincente effetto visivo pseudo 3D applicato allo scrolling (noto come Bi-Linear Parallax Scrolling), tipico dei giochi Sega dell’epoca e ampiamente utilizzato da altre software house: il disegno della strada tramite bande orizzontali “bicolori” e la ripetizione pattern degli elementi a bordo pista (case, alberi, cartelloni pubblicitari, rocce, etc.). Già su un CRT 21 pollici il gioco fa la sua porca figura e fornisce un’esperienza visiva decisamente godibile. Infine, anche i vari indicatori “on screen” sono ovviamente la copia esatta della schermata arcade.
L’aspetto sonoro è ottimo, come ci si aspetta da una console dotata di notevoli capacità sonore e supporto CD. Interessante il nuovo arrangiamento della soundtrack (inspiegabilmente eliminato nell’edizione americana), anche se comunque i puristi del coin-op preferiranno optare per l’originale. Nulla da segnalare sotto il profilo degli effetti sonori, riprodotti fedelmente dalla versione arcade.
Se gli aspetti audio-visivi appagano pienamente i sensi, è la giocabilità il vero punto di forza di “OutRun”: anch’essa trasposta alla perfezione, con l’unica pecca della già menzionata assenza del force feedback. Questo resta comunque un piccolo dettaglio rispetto all’egregia qualità complessiva del titolo e, di fatto, vi troverete incollati al video nel tentativo di non uscire di strada per le curve improvvise o a imprecare a causa delle ridotta visibilità in salita. Gli errori vengono “puniti” con delle meno gravi scivolate e testacoda o, negli impatti peggiori, con un rovinoso capottamento, che vi sbalzerà fuori dal veicolo facendovi perdere secondi preziosi. E’ indubbio che i tracciati vadano imparati bene con l’esercizio, in modo da limare al millimetro ogni manovra e accumulare sempre più tempo per giungere allo stage successivo.
La longevità è garantita dal noto sistema di checkpoint a bivi e tracciati combinati con cinque possibili finali, per un totale di 15 livelli di varia ambientazione: dal famoso percorso californiano in riva al mare del primo stage a paesaggi nordici, nevosi, montuosi o assolati e desertici, si può dire che gli sviluppatori non abbiano escluso nessun tipo di scenario possibile. Ciò rispecchia l’intenzione di Yu Suzuki di creare un gioco che avesse come tema centrale una gara automobilistica attraverso gli Stati Uniti d’America, traendo ispirazione da un film del 1981 a lui molto caro: “The Cannonball Run” (“La corsa più pazza d’America”). Infine, pare che esista un cheat per attivare una versione velocizzata a 60 fps di “OutRun” (contro i 30 fps standard), rendendo così l’esperienza di gioco ancora più frenetica, e un altro per giocare alla versione arcade vera e propria (con tanto di scritta “insert coin”).
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