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ID: 238207Il futuro è nel 3D
L'esordio nella terza dimensione di Sega avvenne grazie alle magiche mani del team Am2, allora indipendente, il tutto su di una scheda arcade progettata con tecnologia Lockheed Martin usata dalla Nasa per lo sviluppo di simulatori di volo. Yu Suzuki sapeva il fatto suo, ed essendo reduce da giochi di successo come Out-Run, After Burner, Space Harrier, ecc. quindi tutti assi delle line-up degli anni '80, ottenne da Sega carta bianca per lo sviluppo della futura Model1, nata sul finire del 1992.
Virtua Racing fu uno dei primi titoli di corse poligonali visti in sala giochi e spianò decisamente la strada a Virtua Fighter, primo picchiaduro di successo della storia dei videogame in 3D.
Passò all'incirca un anno e in tutte le case ormai c’era una buona dose di basi installate di Megadrive, che purtroppo non avrebbe mai potuto gestire quei poligoni e, incomprensioni conseguenti ad errori aziendali a parte, il 32-bit definitivo della Sega fu il Saturn che esordì proprio con Virtua Fighter piazzando 250.000 unità in due giorni.
VF ad un anno di distanza era diventato in giappone il beat'em up più desiderato dai tempi di Street Fighter II, tanto che la dirigenza di Osaka pianificò subito la conversione per il “gemello eterozigota” 32X e richiese il suo seguito prima della fine del 1994. In Europa il discorso fu diverso, il 2D imperversava a 360° e la lotta allora vedeva due brand darsela di santa ragione a suon di Hadouken e Fatality (tra arcade e console), e purtroppo VF in sala giochi arrivò col contagocce perdendosi tra le miriadi di titoli Capcom. Ma il picchiaduro Sega aveva l’obiettivo d’imporsi e farlo al più presto possibile perché l'incubo Sony avanzava.


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ID: 238208Simulazione
Nelle fasi preliminari di progettazione la parola d’ordine fu “realismo”.
Niente fireball, niente Dragon-punch, niente Super, niente “80 HitCombo”... solo combinazioni di colpi rimanendo per quanto possibile nel limite della fisica, ma c’è chi guarda oggi con un sorriso all’eccessivo galleggiamento dei nostri lottatori quando bisogna saltare al lato opposto. Tutto il resto è meravigliosa implementazione di un motore fisico mai visto prima, capace di simulare reali stili di combattimento che vanno dal Kung-fu al Wrestling all’ Hakkyoku Ken (quest’ultima è una potente ed antica tecnica sviluppatasi durante l’impero cinese da uno dei maestri di arti marziali dell’imperatore).


Il Porting
Il problema più comune delle nuove console (questo succede ancora oggi) è la complessità hardware, e VF ha avuto dei problemi in fase di porting causati dalla pressione della Sega e dalla conseguente fretta che l’Am2 dovette soffrire nel riprogrammare tutto su di una piattaforma totalmente differente ma non per questo inferiore alla scheda Model 1, anzi migliore dato che il Saturn si basa su hardware ST-V.
Sfarfallamenti di poligoni ombreggiati e piatti sono i bug più evidenti, e senza le texture mappate che sarebbero poi arrivate col primo upgrade, un progetto che fu chiamato con il nome di Graphics Library Sega. Rispetto alle prime immagini diffuse di Virtua Fighter, la casa giapponese apportò poi delle modifiche nella versione finale del gioco, tra cui alcune variazioni nei nomi di alcuni personaggi e il cambio di alcuni vestiti. Una nota in particolare va all’eliminazione di un lottatore arabo, “Shiba”, con tanto di abbigliamento da sceicco, e si presume che la decisione fu condizionata dalla tensione che stava causando la guerra del golfo in quel periodo. Il protagonista principale divenne Akira.


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ID: 238209Il Gioco
Per quanto potesse essere maestoso l’impatto visivo di questo picchiaduro, il gioco si svolgeva nel modo più semplice possibile, utilizzando solamente tre tasti: parata, pugno, calcio. Molti si meravigliarono per quante combinazioni potessero uscire fuori dall'alternanza delle combinazioni, per un totale di quasi 700 azioni comprendendo tutto il roaster dei personaggi.
La schermata di selezione è composta da otto lottatori, tutti (o quasi) con stili di combattimento diversi: Akira Yuki, Pai Chan, Lau Chan, Wolf Hawkfield, Jeffry McWild, Kage Maru, Sara Bryant e Jacky Bryant.
Tre le modalità di gioco: Arcade, Vs. Mode, e Ranking. Nella modalità Arcade si affronteranno come in sala giochi tutti i personaggi prima di arrivare allo stage con Dural, l’ultimo lottatore dall’aspetto metallico, equipaggiato di tutte le tecniche degli altri combattenti. Il Versus invece dà modo di sfidare un compagno uno contro uno. Nelle opzioni è possibile con l’inserimento di un cheat code di arricchire le variazioni al sistema di gioco nonchè di ridimensionare il ring, per finire con la possibilità di attivare il boss finale come personaggio selezionabile.


Versione 32X
E’ l’unica conversione alternativa al Saturn e, nonostante abbia delle lacune nella grafica, rimane uno dei giochi migliori del 32X. Il numero di poligoni notevolmente ridotto non danneggia l'ottimo lavoro per preservare la stessa giocabilità ed il feeling della versione Saturn. Nelle modalità di gioco è però assente il Ranking, mentre persino il comparto audio, sebbene inferiore, è riprodotto con cura.

COMMENTO FINALE


Virtua Fighter è sempre stato orgoglioso di essere “realistico”, con stili di combattimento riconducibili a corrispettivi reali, ed il team Am2, anche stavolta, è riuscito a conferire grande personalità a questo gioco, anche nella conversione per Saturn. Tuttavia, accusò un po' i due anni trascorsi dal debutto in sala giochi, ed ormai poche settimane dividevano la Sega dalla Sony ed i suoi cavalli di battaglia: la Playstation e Tekken. Ma VF, con i suoi pregi ed i suoi difetti, rimarrà per sempre il “Santo Graal” dei picchiaduro tridimensionali.





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Pietrangelo "P.Min" Minelli