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ID: 254100 2120: la logorante guerra interstellare tra terrestri e akiroviani si è infine conclusa con la sconfitta di questi ultimi.
Paradossalmente l’elemento che ha fatto pendere la bilancia a favore del nostro pianeta è stata proprio la robotica, vale a dire la più rilevante eredità tecnologica lasciata in dote dagli stessi scienziati del pianeta Akirov nel ventennio in cui le due razze hanno intrattenuto proficui rapporti commerciali. Gli otto anni di conflitto, infatti, hanno visto il progressivo affermarsi di un nuovo genere di cyber-soldato, una macchina capace di combattere in condizioni insostenibili per qualsiasi forma di vita organica e portare a termine ogni missione a qualunque costo.
I robot, dunque, sono stati determinanti per la vittoria dei terrestri, giacché questi sono infine riusciti a superare i maestri akiroviani nella realizzazione di guerrieri cibernetici sempre più sofisticati.

Le necessità belliche hanno posto le basi per una vera e propria gerarchia militare parallela che va dai modelli meno raffinati alle unità di élite, macchine potentissime e capaci di apprendere, tanto da necessitare di un vero e proprio addestramento per assurgere all’ambito rango di Heavy D.O.L.L. (Defensive Offensive Lethal Liberators).
Purtroppo l’alto livello di IA di questi “RamBot” non esclude il verificarsi di veri e propri ammutinamenti che possono renderli pericolosi in quanto corrispettivi cyber dei reduci traumatizzati in carne ed ossa.

Ad ennesima conferma dell’arcinota Legge di Murphy («Se qualcosa può andar male, lo farà.»), 5 potentissimi Heavy D.O.L.L. sono sfuggiti al controllo della United Space Defense Force e hanno reso inaccessibile ai terrestri la gigantesca Floating Fortress posta a difesa del nostro pianeta. Per riconquistare la suddetta fortezza senza cospicui spargimenti di sangue è indispensabile far scendere in campo un nuovo modello di robot progettato per guidare un’invincibile unità cibernetica d’élite a seguito di un severissimo addestramento.

Il super soldato Idar (ME-F991) dovrà portare a termine alcune missioni che avranno come teatro l’“Heavy Doll Training Camp” e la “Floating Fortress”. Le prime lo vedranno contrapposto alle simulazioni dei sistemi di difesa e ai robot Trol (IZ-HD310), Garo (SX-D07RR) e Zam (ME-F91-A), lungo un percorso mirato a “guadagnarsi le stellette” di Heavy D.O.L.L.. Le successive, invece, si svolgeranno nella succitata Fortezza Volante dove il cyber-soldato dovrà superare le trappole e i dispositivi di sicurezza e sconfiggere 5 guerrieri di metallo: i già citati Garo e Zam, due versioni “Custom” degli stessi e il micidiale Idarl (ME-F913).

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Heavy Nova (1991), ibrido tra picchiaduro ad incontri e platform sviluppato da Holocronet / Micronet per Sega Genesis, Sharp X68000 e Sega Mega CD / Sega CD, era un titolo piuttosto atteso in quest’ultima versione, in quanto uno dei primi sviluppati per l’add-on ottico del Mega Drive. In effetti, per alcuni neo-possessori del MCD l’avventura del robot Idar è stata il biglietto da visita dell’allettante “espansione” prodotta per il popolare 16 bit Sega.
E’ facile immaginare l’attesa dei Mega CD user nei confronti di un picchiaduro robotico che si fregiava di un incipit narrativo di un certo fascino, mostrava già dalle anteprime personaggi dall’estetica accattivante e prometteva molto sul fronte sonoro in virtù della RedBook CD soundtrack.
Forse coloro che hanno acquistato via importazione parallela l’add-on ottico Sega ricorderanno piuttosto bene il titolo Micronet, la breve ma elegante intro accompagnata da un orecchiabile brano cantato (apparentemente tolto di peso da qualche serie animata giapponese) e poi, a seguito di questa esaltazione musicale, l’”impatto” con il gioco vero e proprio.

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Come non di rado capita per i primi vg realizzati su un nuovo hardware, Heavy Nova promette molto e mantiene pochissimo, tradendo la sua natura di prodotto firmato da un team ignoto e sviluppato in previsione del supporto siliceo (Genesis) e magnetico (X68000), per poi essere “promosso d’ufficio” a quello ottico (non a caso nella loading screen campeggia la scritta: “CD ROM VERSION”) con la sola e unica integrazione della colonna sonora su traccia.

Il titolo, infatti, svolse la funzione di “demo” del Mega CD quando Sega presentò il suo add-on alla stampa giapponese nell’autunno del 1991. Il colosso nipponico, in effetti, aveva incoraggiato la Micronet a sviluppare il suo vs fighting/platform su CD-ROM, sia pur a partire da un contenuto effettivo di dati grafici del tutto equivalente alla corrispettiva versione su cart, vale a dire non superiore agli 8 Mbit (1 MB).

La parallela trasposizione per X68000 presenta qualche miglioria grafica focalizzata nel maggior dettaglio e nella più ricca colorazione degli sprite, senza peraltro stravolgere il comparto tecnico mostrato negli hardware Sega. L’altra peculiarità del porting dedicato al computer Sharp è nelle BGM che, in virtù di una migliore base ritmica, risultano più raffinate rispetto a quelle per Genesis.

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Heavy Nova è strutturato in due fasi ben distinte: una sorta di action-platform preliminare agli scontri con i D.O.L.L. e i combattimenti veri e propri con quest’ultimi.

Nei “preludi platformistici” il protagonista del titolo Micronet, l’avanzatissimo guerriero robotico Idar (ME-F991), cammina lentamente o “svolazza” con una certa goffaggine in ambienti spogli, grigi e monotoni, prendendo a calci e pugni piccoli robot, distruggendo svariati ostacoli, cercando di evitare una serie di insidie, raccogliendo energia e bonus e, nei livelli più avanzati, agendo su interruttori che comandano l’apertura temporanea di alcune paratie.
Anche se la struttura delle sezioni platform, molto lineare nelle prime missioni, diviene a poco a poco più articolata e “pseudo labirintica” nelle successive (con l’uniformità e la piattezza dei fondali che contribuiscono a far “perdere l’orientamento”), queste fasi soffrono comunque di un ritmo fin troppo blando quanto banale a livello di dinamiche per non annoiare la stragrande maggioranza dei giocatori. E’ peraltro significativo che la schermata delle opzioni preveda di bypassare questi preludi platformistici per affrontare direttamente i D.O.L.L. trasformando così Heavy Nova in un picchiaduro ad incontri mono-round.

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Le fasi VS. fighting costituiscono il clou del titolo Micronet. Idar affronta gli altri guerrieri metallici avvalendosi di un massimo di 14 mosse da sbloccare progressivamente che, in teoria, dovrebbero garantire una certa varietà d’azione.
Peccato che, all’atto pratico, i buoni spunti legati all’azzeccato stile grafico dei robot, alle apprezzabili animazioni e alle pregevoli musiche siano di fatto vanificati da alcune incomprensibili scelte strutturali.

I movimenti dei combattenti risultano vincolati ad alcune assurde “regole” tra cui spicca l’impossibilità di parare i colpi e quella di andare a segno dal momento che l’avversario sia in “salto” o accovacciato. I cyber-soldati inoltre non cambiano direzione d’attacco automaticamente, rispondono con una certa lentezza al comando di voltarsi e possono sovrapporsi, con ovvie situazioni confusionarie dovute alle difficoltà nel colpirsi a vicenda. Lascia poi assai perplessi il modo in cui è stato implementato il “salto” che, in realtà, è un breve e inoffensivo volo effettuato tramite i retrorazzi e ha il solo scopo di cambiare posizione mettendo al sicuro dagli attacchi nemici (questi ultimi possono andare a segno solo nel caso, per l’appunto, in cui entrambi i contendenti si trovino a terra e non siano accovacciati). Infine la gestione delle “super-mosse” è demandata alla “energy bar”, un misuratore che integra quello della resistenza (“health bar”) e consente di effettuare le mosse più potenti tra quelle disponibili in relazione al livello raggiunto e alla posizione dei due robot.
L’approccio di cui sopra si traduce in match lenti, stentati, afflitti da tediosi tempi morti e caratterizzati da una certa difficoltà nell’andare a segno che li fa somigliare a ipotetici combattimenti a mosca cieca o versioni à la Street Fighter II del gioco della pentolaccia.
Se a livello teorico gli sviluppatori intendevano introdurre tramite l’energy bar un’iniezione di “strategia” nell’utilizzo delle mosse, tale infelice scelta si traduce in realtà in un ulteriore “raffreddamento” di un ritmo già incapace di coinvolgere il giocatore che, in questo modo, viene ad essere ancora più infastidito da una strisciante sensazione di casualità apparentemente connaturata alle dinamiche di gioco.
Anche se tra le opzioni è prevista un VS. fighting mode a due giocatori, risulterà ormai chiara la difficoltà nel reperire un amico disposto a condividere con voi un’esperienza che non si discosta molto da un corrispettivo videoludico dell’inginocchiamento sui ceci di fantozziana memoria.

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Se tecnicamente Heavy Nova non manifesta particolari carenze sul fronte della fluidità che, grazie ad animazioni abbastanza ricche di fotogrammi abbinate ad un valido scrolling parallattico, non sfigura affatto, il titolo Micronet non brilla ad ogni modo in relazione al comparto estetico, essendo questo svilito da scelte cromatiche un po’ dimesse e afflitto da una certa mancanza di varietà. I fondali, infatti, sono poco colorati e contrassegnati dal continuo ripetersi di motivi che svalutano in povertà di dettaglio una definizione che risulterebbe comunque apprezzabile. La tendenza al “riciclo” non si limita peraltro ai backgrounds, ma coinvolge due D.O.L.L. che, non a caso, sono riproposti ben tre volte e presentano variazioni estetiche solo in vista dello scontro finale.

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In Heavy Nova il vantaggio garantito dal supporto ottico è dunque unicamente legato alle RedBook CD music. Il titolo Micronet, infatti, vanta una pregevole colonna sonora che, a partire dal brano cantato della sequenza introduttiva, si caratterizza per uno stile peculiare e, pur sembrando talvolta avulsa dal contesto, non manca di orecchiabilità. La qualità delle BGM di questo action-fighting produce peraltro un curioso contrasto con la fiacchezza dei pochi effetti sonori in sintesi che, in linea di massima, “disturbano” sia pur marginalmente l’ascolto dei brani. In generale la soundtrack è una significativa testimonianza di come gli sviluppatori abbiano almeno cercato valorizzare un minimo il supporto, sia pur giovandosi, per l’appunto, del solo beneficio legato alle tracce audio.

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COMMENTO FINALE


Pur considerato come uno dei primi biglietti da visita del Mega CD, Heavy Nova è un titolo inizialmente concepito per un formato siliceo e, in seguito, promosso al supporto ottico con la mera aggiunta di una valida RedBook soundtrack. Curioso ibrido tra platform e picchiaduro ad incontri, il prodotto firmato Holocronet / Micronet manifesta rilevanti lacune in ordine a giocabilità, sistema di controllo e varietà. Una serie di infelici scelte strutturali, infatti, si traducono in una sostanziale carenza di divertimento in entrambe le fasi proposte da Heavy Nova che, nonostante l’accattivante estetica dei robot e l’apprezzabile colonna sonora, risulta fondamentalmente noioso e privo di particolari attrattive ludiche.

Alessio "AlextheLioNet" Bianchi







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