Il gioco in questione ha un titolo che facilmente rimane impresso: Final Fight.
Considerando che fino ad allora il top del genere era un certo Double Dragon e che per due anni –più precisamente dall’87- aveva spopolato nelle sale, si capisce subito che questo titolo doveva avere quella marcia in più che tutti i concorrenti non erano riusciti di introdurre.
Diciamo subito che tra Double Dragon e Final Fight il divario tecnologico non è indifferente: in due anni le cose cambiano parecchio. La Capcom infatti aveva da poco introdotto una nuova scheda hardware che per il tempo era una vera e propria meraviglia tecnologica. Più RAM, più colori, un nuovo sistema audio ma –soprattutto- un nuovo cuore pulsante che animava il tutto, il mitico Motorola 68000 (M68K). La scheda, come tutti voi ormai saprete, è la famosa Capcom Play System (CPS), poi rinominato CPS1, con l’avvento delle nuove schede CPS2.
Certo, bisogna ricordare che Capcom non era nuova all’utilizzo dell’ M68K ma mai fino ad allora era stato implementato in maniera tale da costituire una piattaforma hardware riutilizzabile (un po’ come SNK aveva già fatto con il suo NEO-GEO): possiamo a posteriori affermare che i tecnici Capcom sono pienamente riusciti nel loro intento. La stessa tecnologia di base è stata in seguito utilizzata per ben 3 generazioni di hardware presentate da Capcom.
Essendo la piattaforma originale la CPS, diciamo che una conversione sui sistemi casalinghi non era un opera da definirsi facile. Se guardiamo il mercato dell’home entertainment del periodo vediamo che le console/computers prevalentemente sono ad 8 bit. E’ infatti appena iniziata l’era dei 16 bit. Genesis è sul mercato da circa un annetto ed il Super Nintendo non arriverà nelle nostre case prima del ’91.
E’ però proprio per quest’ultimo che la Capcom realizza il primo porting realizzato internamente, presentandolo come uno dei titoli di lancio della neonata console.
Diciamo che la conversione non è male, anzi, peccato per alcune scelte discutibili come l’eliminazione del secondo giocatore, l’assenza di uno dei tre personaggi utilizzabili (nella versione di lancio il povero Guy poi ripresentato in una versione speciale in cui però manca Cody) e la mancanza di uno dei livelli (quello della fabbrica).
La grafica è comunque abbastanza fedele anche se, paragonata direttamente all’originale è priva di dettaglio e tutto sommato animata non eccelsamente.
Devono passare un altro paio di anni perché finalmente una conversione possa meritarsi il titolo di Arcade Perfect ( se ovviamente escludiamo la versione per l’X68000 che però haimè era un personal computer che mai varcò i confini giapponesi). La versione in questione è quella per Sega CD, una delle prime console a sfruttare il supporto ottico per l’immagazzinamento dei dati ed è un vero e proprio tuono a ciel sereno. Molti infatti si sarebbero aspettati piuttosto una conversione del mega hit “Street Fighter II” piuttosto che un adattamento del re dei picchiaduro a scorrimento.
Poco male, direi, dato che comunque già dalle prime immagini (che vidi in anteprima su Console Mania) la conversione si dimostrava molto fedele all’originale. Questa volta SEGA aveva fatto le cose davvero in grande.
Eccoci quindi finalmente a parlare del titolo in questione, Final Fight CD appunto.
La trama è molto semplice: Metro City, una metropoli della costa orientale americana, è controllata da una gang organizzata di delinquenti il cui nome è Mad Gear. (guarda caso titolo di un altro hit capcom). Mentre la polizia ha ceduto ai tentativi di corruzione messi in atto dalla banda, un uomo cerca di opporsi a questa situazione. Il suo nome è Mike Haggar, ex street fighter ed attuale sindaco della città.
Per costringere il sindaco a lasciare il passo, i capoccia dell’organizzazione decidono di far rapire Jessica, la bella figlia di Mike e fidanzata di Cody e dare un ultimatum alla città.
Mike e Cody con l’aiuto di un amico, Guy, decidono quindi di scendere in strada ed affrontare la banda, non solo per salvare Jessica ma anche per liberare la città con il solo uso delle proprie mani nude.
Sta ora al giocatore vestire i panni di uno (o due se giocato in coppia) dei tre personaggi e farsi strada nelle affollate vie della città.
I comandi sono abbastanza semplici, con un bottone si picchia, con uno si salta. Se si premono contemporaneamente viene eseguita una mossa che (se portata a segno) toglie una piccola dose di energia ma che può essere utile se si è assediati dai nemici.
Premendo ripetutamente il bottone dei pugni viene eseguita una combo di colpi che si conclude con l’atterramento del nemico. Se, durante la combo, si tiene il joy rivolto verso il basso, alla fine della combo il nemico viene preso e proiettato alle spalle del giocatore.
E’ anche possibile eseguire una proiezione avvicinandosi molto ad un nemico, una volta afferrato si potrà decidere se colpirlo ripetutamente (premendo pugno) oppure proiettarlo alle proprie spalle (direzionando il joy in direzione opposta rispetto al nemico e premendo pugno).
Esiste la possibilità di eseguire un calcio volante (salto poi pugno) ed una mossa volante che stordisce gli avversari senza mandarli al tappeto (saltanto poi pugno mentre si preme il joy verso il basso).
Lungo il percorso sarà possibile raccogliere da terra alcune armi quali tubi e coltelli conservati in bidoni o lasciati dai nemici abbattuti.
I tre protagonisti si differenziano principalmente per rapidità di movimento e per la potenza dei colpi sferrati.
Guy è veloce nei movimenti e nello sferrare i colpi ma è il più debole dei tre. La mossa speciale è costituita da un calcio volante a girare (tipo hurrican kick di Ryu/Ken), oltre a questa è dotato di un abilità particolare, saltando contro un muro ed eseguendo un attacco il prode ragazzotto d’arancio vestito “rimbalza” contro la parete ed esegue un calcio volante..
Cody è il più bilanciato ed è capace di utilizzare i coltelli per attaccare i nemici a lui vicini.
Haggar infine è lento ma molto potente, dispone inoltre di una presa spettacolare che schiaccia l’avversario a terra di testa infliggendo molto danno, la sua mossa speciale è diventata famosa più tardi quando è stata attribuita a Zangief di Street Fighter 2, il pile drive.
Questa versione per MegaCD diciamolo subito, è praticamente identica, a livello di gameplay, alla versione originale da sala. Praticamente tutta la grafica dei fondali e tutte le animazioni degli sprites sono state riprodotte in maniera ineccepibile, unico neo è costituito dalla mancanza di colori: mentre la versione da sala poteva contare su una palette di 4096 e più colori mentre il MegaCD dispone solo di 64 toni.
Sega ha adottato una tecnica simil-dithering per scavalcare il problema che, se abbinata oggi alle capacità dei moderni emulatori (Gens primo tra tutti) di modificare contrasto e tono e la possibilità di simulare le scanlines interpolate fa la sua porca figura.
Per il resto ripeto, c’è tutto: partendo dalle maniglie dondolanti nella metropolitana ed arrivando ai tiles totalmente omessi nella versione Snes.
Certo, alcune piccole mancanze ci sono ma sono dovute all’autocensura messa in atto da Sega: più precisamente sto parlando dell’abbigliamento di Roxy/Poison (le uniche ragazze membri della Mad Gear) che è stato modificato (maglietta più lunga che non lascia intravedere il seno e pantaloncini al posto di minigonna inguinale).
Sul piano del sonoro non c’è nulla da dire: i remix su cd track fanno il loro lavoro senza far rimpiangere le colonne sonore originali e gli effetti sonori sono abbastanza puliti.
Per quanto riguarda la giocabilità, l’unico neo che mi sento di segnalare è quel piccolissimo ritardo che intacca i comandi che rende il gioco leggermente più difficile rispetto alla versione da sala. Per quanto riguarda gli extra diciamo che Sega, pur non avendo fatto nulla di eclatante ha voluto aggiungere una graditissima sorpresa, ossia la modalità “time attack” in cui saremo rinchiusi in un’arena e dovremo abbattere il maggior numero di nemici possibile prima della fine del tempo. I fondali per questi livelli sono tutti originali e di buona fattura ed addirittura alcuni verranno riproposti poi in Final Fight 2 (esclusiva Nintendo). Anche gli artwork di accompagnamento sono di tutto rispetto.
L’introduzione ha subito qualche piccola variazione, al posto delle scritte è parlata e ci sono una serie di animazioni e artwork non presenti nella versione originale.
Veniamo ora finalmente alla fase conclusiva di questa recensione ossia il confronto tra le varie versioni disponibili per diverse piattaforme.
Diciamo che prenderò in esame solo le versioni ritenute “migliori” (eccezion fatta per quella per X68K che ricordo essere la vera conversione pixel perfect ma che mai ufficialmente ha varcato i confini giapponesi.
Ai tempi LE versioni erano quelle per Snes e questa. Posso dire senza ombra di dubbio che questa è molto migliore della prima se non consideriamo il fatto che la versione Snes dispone di più colori anche se alla fine, la grafica è nettamente inferiore rispetto a quella dell’arcade.
Una cosa importante da dire è che nella versione europea del gioco Capcom ha totalmente sostituito Roxy/Poison con uno sprite totalmente differente.
Se, come ripeto, consideriamo inoltre le altre limitazioni (impossibile giocare in due contemporaneamente, due soli personaggi selezionabili, mancanza di un livello, il numero limitato a 3 dei nemici contemporaneamente su schermo e totale assenza di intramezzi/introduzione ai livelli) direi che MegaCD batte Snes di netto.
La situazione cambia se consideriamo l’altra conversione, questa volta per GameBoy Advance che è stata pubblicata nel 2001 da Capcom come titolo di lancio per la neonata console portatile a 32 bit dato che questa volta Capcom ha fatto decisamente le cose in grande: tutti i livelli, tutti i personaggi selezionabili (più due extra), nuovi intramezzi ed un sistema a punti per lo sblocco di alcuni extra. Peccato un po’ per il sonoro che sfrutta l’hardware di base del vecchio GameBoy ma comunque gradevole.
Diciamo che tutto sommato le due versioni sono equivalenti.
Per concludere (questa volta davvero) recentemente Capcom ha riproposto l’originale Final Fight per alcune console di ultima (PSP) e penultima (PS2 e XBOX) generazione con risultati apprezzabili (giocare a Final Fight ovunque con la PSP è davvero uno spettacolo) ma direi che non è il caso di accostarlo alla versione MegaCD (per ovvie ragioni).
Sinceramente, da appassionato di picchiaduro, devo ammettere che giocare a questa versione è stato molto piacevole, un esperienza dai sapori abbastanza “antichi” ma comunque estremamente gustosa, soprattutto se giocata con un amico.
Altre immagini: