Castlevania: The New GenerationDagli eroi di Bram Stoker alla nuova generazione di uccisori di vampiri della Konami

"Esistono esseri noti come vampiri [...] Nosferatu non muore -come fa l'ape- quando punge una volta. Anzi, ad ogni puntura è solo più forte, e così ha ancora più potere di fare del male. Questo vampiro che è tra noi è in sé e per sé così forte di sua persona come venti uomini; è di un’intelligenza superiore alla mortale, perché sua astuzia è frutto di accumulo di ere; [...] egli è crudele e feroce e più che bestiale; egli è demonio incattivito, e non è pietà in lui; lui può comandare gli elementi che sono entro il suo raggio: la tempesta, la nebbia, il lampo; lui può comandare tutte le creature inferiori: il ratto, la civetta e il pipistrello, e la farfalla, la volpe e il lupo; lui può crescere e divenire piccolo; e lui può a volte svanire e divenire sconosciuto.
Come dunque dobbiamo noi cominciare nostra crociata contro di lui? Come scopriremo suo rifugio e, avendo esso trovato, come possiamo distruggere esso?
Miei amici, questo è un terribile compito che noi intraprendiamo, che può avere conseguenze che anche il coraggioso rabbrividisce. Perché, se in nostra lotta noi falliremo, egli senza dubbio deve vincere; e allora come sarà la nostra fine? La vita è nulla; di morte non mi preoccupo. Ma fallire quì, non è semplice vita o morte. E' che noi diveniamo come lui, che di conseguenza noi siamo creature abiette di notte come lui, esseri senza cuore né coscienza, che fanno preda di corpi e anime di quelli che più noi amiamo. [...] Noi in eterno siamo tutti aborriti [...]
Ma noi siamo a faccia col dovere; e in questo caso dobbiamo noi arretrare? Per me io dico no. Ma allora io sono vecchio, e la vita, con sua luce, con suoi bei posti, con suo canto d'uccelli, con sua musica e suo amore, è molto a mie spalle. Voi invece siete giovani. Alcuni di voi hanno visto dolore; ma in serbo sono bei giorni. Che cosa dite voi?” (stralci del discorso / arringa del professor Van Helsing tratti dal romanzo "Dracula" -1897- di Bram Stoker, p. 382-386, Diario di Mina Harker).

La famiglia Belmont ha da sempre combattuto il Conte Dracula e i suoi spregevoli servi contrastandone in ogni modo i malvagi intenti.
Nonostante le sconfitte subite dal Conte per merito di questi eroici paladini del Bene investiti della sacra missione di combattere le instancabili forze demoniache facenti capo al Principe delle Tenebre, egli continua a risorgere dalle proprie ceneri ricostituendo intorno a sé un gran numero di feroci accoliti pronti a sacrificare la propria non-vita per il loro crudele signore e padrone.

Il nuovo mortale pericolo nasce, o meglio, risorge da una vampira, la Contessa di Bartley, resuscitata nel 1917 da una sua domestica praticante di magia nera di nome Drotia Tzuentes. La diafana ed eternamente giovane fanciulla di sangue blu (in realtà piuttosto “attempata” in quanto dedita a “salassare” altre “coetanee” già nel XV secolo) non è altri che la perfida nipote del Conte Dracula e non ha che uno scopo, riportare in “vita” il terribile zio attraverso una diabolica cerimonia il cui primo atto è stata l’uccisione, da lei orchestrata, dell’arciduca degli Asburgo, Francesco Ferdinando, evento scatenante della prima guerra mondiale.

Dopo il suddetto misfatto, Elizabeth Bartley, ha intrapreso la sua malvagia missione: fare incetta di anime in vista del rituale mirato a fornire un nuovo corpo allo spirito del Conte. Per realizzare il suo obiettivo la vampira viaggia instancabilmente per l’Europa e imbastisce le proprie trame per far sì che le forze del male risorgano ed acquistino sufficiente potere da far tornare Dracula dall’inferno in cui Quincy Morris, discendente della famiglia Belmont, ha contribuito a precipitarlo sacrificando la propria vita nella nobile impresa narrata nel romanzo “Dracula” (1897) di Bram Stoker.

Gli ultimi discendenti dei vampire killers, l’americano John Morris (figlio di Quincy) e lo spagnolo Eric Lecarde, sono, tuttavia, sulle tracce della perfida Elizabeth. Questi giovani ed intrepidi paladini del bene, infatti, conoscono gli intenti della nipote di Dracula e sono pronti a tutto pur di impedirle di adempiere alla sua missione. John ed Eric, oltre a provenire da famiglie aventi legami di sangue con i Belmont e a condividerne il destino di eterni oppositori del Principe delle Tenebre, hanno ogni motivo per odiare Dracula, poiché il primo è il figlio del già menzionato Quincy Morris e il secondo ha visto la propria donna amata trasformata in vampiro dalla “rediviva” Elizabeth.

Si profila, dunque, un nuovo drammatico scontro tra il Bene e il Male dove in palio non c’è sono solo la vita, ma la salvezza dell'anima immortale. Così, obbedendo ai sacri legami di sangue, i giovani discendenti degli intrepidi che già hanno ricacciato Dracula dall’inferno da dove proviene sono chiamati a combattere contro le rinascenti forze oscure.
È giunto il momento della verità per la Nuova Generazione.

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Un episodio lungamente atteso della serie Castlevania

Se in Castlevania: The New Generation per Mega Drive quella degli uccisori di vampiri è, come da titolo, una “Nuova Generazione” non può dirsi altrettanto del 16 bit Sega che nel 1994 conta ormai ben 6 anni di “attività” trovandosi in una fase del suo ciclo vitale che potrebbe essere definita “di avanzata maturità”.

In effetti, questo 11° episodio della celeberrima serie Konami giunge sulla console di Sonic dopo una lunga, estenuante attesa, peraltro esacerbata da un notevole attivismo della società di Osaka concretizzatosi in ben 6 titoli dedicati ai vampire killers realizzati nel periodo 1989-93: Castlevania Adventure / Dracula Densetsu (1989; Game Boy), Castlevania III: Dracula’s Curse / Akumajo Densetsu (1990; NES / Famicom), Super Castlevania IV / Akumajo Dracula (1991; Super Nintendo / Super NES / Super Famicom), Castlevania 2: Belmont's Revenge / Dracula Densetsu 2 (1991; Game Boy), Castlevania: Rondo of Blood / Akumajo Dracula X: Chi no Rondo (1993; PC Engine Super CD-ROM / Turbografx Super CD) e Castlevania / Akumajo Dracula X68000 (1993; Sharp X68000).

La Konami, dunque, “gioca le sue cart” più importanti sul Mega Drive con considerevole ritardo e solo dopo aver privilegiato a lungo i sistemi Nintendo (di solito in pole position nella produzione della grande K per il mercato domestico) e le piattaforme più in vista sul mercato giapponese, dove, peraltro, il 16 bit Sega non riesce a tenere il passo della concorrenza.
Nel 1994, infine, la solida base di utenti costituita dai possessori di MD / Genesis costituisce un irresistibile incentivo per la società di Osaka che rompe gli indugi e realizza finalmente per il 16 bit Sega due titoli di notevole rilievo: Contra: The Hard Corps (JP) / Contra: Hard Corps (NA) / Probotector (EU) e, per l’appunto, Vampire Killer (JP) / Castlevania: Bloodlines (NA) / Castlevania: The New Generation (EU).


Struttura di gioco classica… ma con qualche variante

I nostri eroi, John Morris ed Eric Lecarde, così, seguono la scia di sangue lasciata dalla Contessa di Bartley e combattono in diversi paesi europei le forze oscure scatenate dalla terribile nipote di Dracula. La sacra missione degli uccisori di vampiri si articola in 6 stage (nell’ordine: “Il Castello di Dracula” -Transilvania, Romania-, “Il Tempio di Atlantide” -Grecia-, “La Torre Pendente di Pisa” -Italia-, “La Fabbrica di Munizioni” -Germania-, “Il Palazzo di Versailles” -Francia- e “Il Castello di Proserpina” -Whieby, Inghilterra-), ognuno dei quali conta numerose sezioni, almeno un middle boss (negli stage 2, 5 e 6 rispettivamente 3, 2 e 6 avversari di un certo peso da affrontare “in itinere”) e una creatura demoniaca posta alla fine del livello (nell’immancabile confronto finale si affronta Dracula in tre diverse forme) che non mancherà di dare della frusta da torcere a John o di mettere a dura prova la lancia di Eric.

Una caratteristica interessante di questo episodio della serie è la possibilità di scegliere tra i due suddetti personaggi che si avvalgono di armi diverse nonché di capacità differenziate.
John Morris è il character più “classico” dal momento che utilizza la frusta “Vampire Killer”, la sacra arma lasciatagli in eredità dalla famiglia Belmont. La frusta può essere potenziata fino a 3 volte tramite specifici item (stadi: “Chain Whip”, “Morning Star” e “Flame Whip”) e utilizzata come fune uncinata per agganciarsi ai soffitti (solo a quelli costituiti da blocchi regolari) superando, così, baratri troppo grandi per essere attraversati con un salto (da notare che l’intrepido americano può colpire il nemico con un potente doppio calcio mentre effettua il suddetto movimento “à l’Indiana Jones”).
Eric Lecarde, invece, è più “alternativo” in quanto equipaggiato con una lunga lancia, particolarmente indicata per colpire il nemico a distanza di sicurezza senza particolari limiti sulla direzione d’attacco. Anche l’uccisore di vampiri spagnolo può avvalersi della sua arma a 4 diversi livelli di potenza (da quella base, “Alcarde Spear”, fino al “Flame Trident”, passando per gli stadi “Axe-Head Spear” e “Trident”) e incrementare il proprio slancio grazie all’utilissimo “Spear High Jump” che lo vede utilizzare la lancia per effettuare un notevole salto in verticale e raggiungere piattaforme altrimenti precluse attaccando nel contempo i nemici che lo sovrastano.

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Il percorso dei due uccisori di vampiri attraverso i sub-stage varia in relazione alle particolari abilità sopra descritte poiché nel 3° (“La Torre Pendente di Pisa”) e nel 5° stage (“Il Palazzo di Versailles”) due sezioni impongono un itinerario obbligato a uno degli eroi (ad esempio una piattaforma troppo alta è accessibile unicamente ad Eric che, tuttavia, non può superare un baratro troppo grande dal momento che solo John può lasciarsi alle spalle tala genere d’impedimento) con apprezzabili vantaggi in ordine alla varietà di gioco.
L’equipaggiamento dei protagonisti non si limita a frusta e lancia, ma include una serie di “sub-weapon” (acqua benedetta, ascia, boomerang). Queste armi secondarie da lancio hanno una potenza proporzionale a quella raggiunta dalla main weapon e sono utilizzabili in numero differente secondo il livello di power up e finché l’eroe ha disponibilità di gioielli (i crystals si raccolgono un po’ dappertutto colpendo i soliti candelabri e diminuiscono con l’uso degli oggetti d’attacco; da considerare che gli attacchi più potenti, gli Item Crush, “consumano” più gioielli -da 4 ad un massimo di 8 per quelle alla massima potenza-).

Tralasciando le differenze nelle dinamiche di gioco tra John ed Eric, si può dire che il Castlevania-style è rispettato in pieno anche su Mega Drive.
La Konami, infatti, realizza un classico tour de force di azione platformistica ben differenziata da un più che soddisfacente numero di varianti (due personaggi alternativi, stage molto lunghi, due bivi, oltre 50 nemici diversi -tra cui 19 middle/end boss-, 5 sub-weapon e 11 item) e l’usuale giocabilità che caratterizza i migliori titoli della sua celebratissima saga. L’episodio per il 16 bit Sega, dunque, è senz’altro appagante sotto il profilo contenutistico, poiché mette un bel po’ di carne al fuoco… con quest’ultima “al sangue” nelle versioni giapponesi e americane.
Il ritmo, poi, è piuttosto sostenuto (in particolare nelle localizzazioni JAP -Vampire Killer- e NA -Bloodlines-, caratterizzate da una velocità superiore) e il livello di difficoltà di default sostanzialmente equilibrato. Dal suddetto punto di vista, poi, la grande K ha dotato The New Generation di una buona flessibilità: due skill level iniziali, uno extra sbloccabile una volta terminato il gioco e un pratico password system che consente di ripartire dall’inizio dello stage raggiunto.

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Estetica leggermente sottotono?

Se Castlevania: The New Generation avrebbe in teoria tutte le carte in regola per essere considerato uno dei più importanti episodi della serie, la fama di titoli più celebrati come Super Castlevania IV (1991) per Super Nintendo e Castlevania: Rondo of Blood (1993) per Turbografx Super CD contribuisce a relegarlo in secondo piano.
Il motivo? In sostanza la resa estetica che, nel complesso, tende ad essere un po’ dimessa rispetto alle possibilità grafiche del 16 bit Sega e alla notevole aspettativa in termini di qualità riposta in ogni capitolo della saga Konami.

Muovere appunti alla realizzazione grafica di The New Generation, tuttavia, non significa considerare quest’ultima come mediocre, anzi! L’action/platform, infatti, vanta ambientazioni in linea di massima ispirate e talvolta suggestive (anche se va specificato che le notevoli musiche danno un rilevante contributo al fascino delle “cornici”), alcuni fondali sorprendentemente ricchi di dettagli (in particolar modo lo stage 5 -“Il Palazzo di Versailles”- e quello finale -“Il Castello di Proserpina”-), sprite caratterizzati da un tratto piuttosto ricercato quanto, in alcuni casi, prodigo di particolari, un impeccabile scrolling parallattico e diversi pregevoli effetti (i raster FX -tecniche avanzate di programmazione- sono utilizzati per: riflessi, trasparenze -acqua e “lame di luce”-, rotazioni parziali -ad esempio l’oscillazione della Torre di Pisa nello stage 3- e “waving” -distorsioni-).
Di rilievo, poi, numerose animazioni realizzate tramite tecniche modulari che suddividono gli elementi grafici medio-grandi in diversi sprite più piccoli dai movimenti sincronizzati. L’utilizzo del metodo sopra descritto, oltre a minimizzare l’incidenza delle animazioni sull’utilizzo della limitatissima memoria disponibile, consente indubbi vantaggi in termini di spettacolarità che si riscontrano in gran parte degli apprezzabilissimi boss, coerentemente con il fatto che questi siano considerati per inventiva, presenza scenica e dinamismo come uno degli storici cavalli di battaglia della serie.

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Nonostante gli aspetti positivi menzionati, la resa estetica di The New Generation si presenta nel complesso leggermente sottotono. Buona parte dei fondali, infatti, oltre a non brillare per dettaglio, mostra il fianco sul versante cromatico: poche sfumature utilizzate e una selezione delle stesse che non di rado lascia alquanto perplessi.
Pur tenuto conto dei severi limiti imposti dalle specifiche tecniche del Mega Drive, ovvero un massimo di 61 colori su schermo da una tavolozza di 512, è evidente come la grafica di The New Generation non valorizzi appieno l’hardware, concedendosi in alcune sezioni giustapposizioni di tinte quanto meno poco felici e, a tratti, background abbastanza poveri.
Queste defaillance di ordine estetico sono marginalmente più evidenti nelle versioni EUR (The New Generation) rispetto a quella NA (Bloodlines) e JAP (Vampire Killer) che vantano una diffusa presenza del sangue a fini scenografici, (in tali localizzazioni, peraltro, Eric Lecarde muore trafiggendosi con la propria lancia) diversi particolari truculenti e colorazioni più vivaci di alcuni sprite ed elementi grafici dei fondali.
Ulteriore appunto da rivolgere al comparto video è senz'altro quello relativo alle animazioni dei nemici più piccoli che, non usufruendo delle tecniche modulari ed essendo, dunque, vincolate ad un ridotto numero di frame, risultano piuttosto povere. Gli sviluppatori, infatti, hanno preferito adottare una cart di “taglia” relativamente ridotta (8 Mbit; la metà rispetto alla memoria messa a disposizione per Contra: Hard Corps) con ovvie conseguenze sul numero di fotogrammi utilizzati per nemici minori, sacrificati sull’altare della superiore “vitalità” degli eccellenti sprite di John ed Eric.

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Una colonna sonora particolarmente ricercata

Una delle caratteristiche peculiari della serie Castlevania è senza dubbio l’elevata qualità delle soundtrack, brillanti sotto il profilo compositivo quanto eccellenti nella realizzazione tecnica. Da questo punto di vista The New Generation non delude, rispettando, così, la tradizionale distinzione musicale della saga dedicata agli uccisori dei vampiri.

La colonna sonora è firmata da Michiru Yamane, una musicista in forza alla Konami dal 1988 e già apprezzata per ottime OST di diversi titoli tra cui spiccano i coin-op Lightning Fighters / Trigon (1990), Bells & Whistles / Detana!! Twinbee (1991) e Vendetta / Crime Fighters 2 (1991), nonché, in collaborazione con altri autori, Rocket Knight Adventures (Mega Drive - 1993).

Le BGM di The New Generation danno un eloquente saggio delle notevoli capacità compositive della talentuosa autrice che realizza per questo 11° Castlevania una soundtrack allo stesso tempo orecchiabile e ricercata, dinamica e poetica, adrenalinica ed enfatica, inquietante ed evocativa, cupa e solenne.
Il curriculum musicale della Yamane, contrassegnato dalla predilezione per Johann Sebastian Bach e dalla familiarità con il contrappunto barocco, esercita un’influenza molto positiva sulla rilettura degli usuali stilemi gothic-creepy della serie che tendono, a seconda dei brani, ad addolcirsi e rarefarsi, ad arricchirsi in struttura e suggestione melodica, ad acquisire una straordinaria forza drammatica e a raggiungere inusuali vette epiche.
Una OST, dunque, di notevole rilievo che non mancherà di legare a doppio filo l’autrice delle BGM di Detana!! Twinbee alla saga di Castlevania che, dopo l’exploit di The New Generation, la vedrà protagonista in ben 11 episodi della serie, a partire dallo straordinario Castlevania: Symphony of the Night / Akumajou Dracula X: Nocturne in the Moonlight per Saturn e Playstation, titolo apprezzatissimo per innegabili meriti ludici e, appunto, musicali.

Se l’eccellenza compositiva della colonna sonora di The New Generation è incontestabile quanto eclatante in ogni brano dell’action/platform Konami (persino il jingle della password screen non manca di una sua peculiare suggestione), non può dirsi la stessa cosa per la realizzazione tecnica e la conseguente resa acustica dei brani. Gli sviluppatori, infatti, sono costretti ad imbrigliare il respiro orchestrale delle musiche entro gli angusti limiti della sintesi FM (Frequency Modulation synthesis) imposta dal chip audio YM 2612 con conseguente indebolimento del sound. Da rilevare, poi, che le BGM non prevedono l’utilizzo di sample per la base ritmica e non si avvalgono dei semplici, ma potenzialmente utili, toni ad onda quadra del TI 76489, il PSG (Programmable Sound Generator) ereditato dal Master System.
La complessità della OST di The New Generation, così, deve passare sotto le forche caudine di un chip synth-based che, peraltro, non viene valorizzato al massimo. In ogni caso i sound programmer, pur non avendo sfruttato i sia pur minimi margini di miglioramento, hanno ottenuto dei risultati piuttosto buoni dall’hardware disponibile.
Nonostante l’inevitabile depauperamento imposto dalle caratteristiche del sistema, il carisma dei brani è comunque tale da far brillare di luce propria questa colonna sonora che dà un contributo essenziale all’irresistibile fascino del brillante action/platform Konami, così mirabilmente sospeso tra atmosfera gotico-orrorifica di stampo europeo e pathos eroico-drammatico di matrice nipponica.

Gli effetti sonori, purtroppo, costituiscono il punto dolente del comparto audio di The New Generation.
La sintesi, infatti, non rende un buon servizio all’azione punteggiando il gameplay con FX alquanto scarni. Al di là di pochissime eccezioni (la maggior parte delle quali campionate) la resa degli effetti è nella media e non dà un contributo rilevante alle dinamiche di gioco.

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Lo sguardo ipnotico del vampiro

Si dice che tra i numerosi poteri magici dei vampiri sia incluso lo sguardo ipnotico che consente ai non morti di annullare la volontà delle loro vittime. Castlevania: The New Generation, in coerenza con tale attributo dei predatori della notte, ipnotizza i videogiocatori, inesorabilmente soggiogati dal fascino di ambienti e personaggi, nonché avvinti da un meccanismo ludico ben rodato ed efficiente.
L’irresistibile gamaplay della serie che nella prima metà degli anni ’90 si caratterizzava per i notevoli livelli qualitativi e stava maturando la svolta che si sarebbe poi concretizzata nel celebratissimo Symphony of the Night (1997) è rispettata appieno in questo episodio per Mega Drive.
Iniziare a giocare a The New Generation, in conclusione, è quanto di più immediato, non appena si raccolgono i primi bonus con i classici colpi di frusta ai candelabri, si soggiace allo sguardo ipnotico del vampiro con un sorrisetto sulle labbra che dimostra come sia stata simbolica la resistenza alle lusinghe del principe delle tenebre.



COMMENTO FINALE


"Castlevania: The New Generation, pur risentendo di un comparto estetico non esente da piccole ma significative debolezze sul fronte del dettaglio e dell’utilizzo dei colori, conferma, grazie ad un’ottima giocabilità unita ad un’indubbia ricchezza contenutistica, il periodo particolarmente fecondo della storica serie Konami che non manca di esprimere titoli di grande qualità nella prima metà degli anni ’90. Da segnalare, poi, il non trascurabile valore aggiunto dell’eccellente colonna sonora, caratterizzata da ricercate composizioni e sostenuta dalla costante ispirazione di una compositrice del calibro di Michiru Yamane che, proprio a partire da The New Generation, rivestirà un ruolo chiave in ordine al côté musical della saga dedicata agli uccisori di vampiri."