Finché c'è console war c'è speranza (per i videogiocatori)

Streets-of-Rage-second-reviewIn linea di massima una sana concorrenza dovrebbe tradursi in benefici per il consumatore in termini di qualità dei prodotti. Ebbene, anche per quanto riguarda il settore videoludico questo si è senz'altro verificato nella prima metà degli anni '90, quando l'accesa competizione tra Sega e Nintendo ha creato i presupposti per una situazione particolarmente favorevole ai gamer del periodo.
La console war a 16 bit era appunto iniziata in grande stile con il lancio giapponese del Super Famicom nel novembre 1990. Il nuovo e tecnologicamente avanzato sistema prodotto dalla casa di Kyoto si profilava infatti come un concorrente formidabile per il Mega Drive / Genesis, console già sul mercato da due anni che peraltro non riusciva a sfondare in terra nipponica. Per dare una spinta alle vendite Sega aveva naturalmente fatto leva sul fronte arcade, puntando sull'appeal di conversioni/rielaborazioni, seguiti e spin-off di coin-op di richiamo, come Altered Beast, After Burner II, Forgotten Worlds, Ghouls'n Ghosts, Golden Axe, Shadow Dancer: The Secret of Shinobi, Space Harrier II, Strider, Super Hang-On, Super Monaco GP, Super Thunder Blade, The Revenge of Shinobi e Wonderboy III: Monster Lair.

Il lancio sui mercati occidentali del nuovo 16-bit Nintendo e il supporto diretto a tale console da parte di grandi case come Capcom e Konami, tuttavia, indussero la popolare etichetta di Out Run ad una controffensiva che includesse anche esclusive di peso non legate al settore di derivazione arcade, giustamente ritenuto insufficiente a garantire un'adeguata dotazione di killer application. Furono così rilasciati nel 1991 vari titoli di rilievo, tra cui il famosissimo platform che vide il fulminante esordio di un certo porcospino blu e il picchiaduro a scorrimento Bare Knuckle: Ikari no Tetsuken / Streets of Rage. Quest'ultima esclusiva, oggetto del presente articolo, venne realizzata per contrastare nel genere di riferimento l'attrattiva di un porting di notevole richiamo per Super Famicom / Super NES / Super Nintendo: Final Fight (1990/92).

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Il Double Dragon domestico della casa di Sonic

Sviluppato da Sega AM7, divisione interna della casa giapponese cui si devono titoli del calibro dei già citati The Revenge of Shinobi e Shadow Dancer, oltre che Alex Kidd In The Enchanted Castle, Shinobi III: Return of the Ninja Master e il secondo (in collaborazione con Ancient) e terzo capitolo della stessa SoR Trilogy, questo noto e apprezzato picchiaduro a scorrimento può essere classificato a grandi linee come il "Double Dragon domestico" della casa di Sonic.

Streets of Rage è ambientato in un tipico degradato contesto metropolitano e vede tre giovani agenti di polizia pronti a menar le mani, Adam Hunter, Axel Stone e Blaze Fielding, affrontare un piccolo esercito di loschi figuri, per liberare la città dal giogo di una terribile organizzazione criminale, con a capo il misterioso quanto spietato Mr. X. Dunque una missione quasi disperata per i nostri eroi, visto il gran numero di agguerriti malviventi frapposti tra loro e il malvagio boss che tiene sotto scacco la metropoli.
Per fortuna Adam, Axel e Blaze possono contare sulle loro straordinarie abilità nella boxe e nelle arti marziali, nonché, se si eccettua la location finale indoor, sul fuoco di copertura à la Alien Storm “su richiesta una tantum per vita” da parte di un collega del Dipartimento di Polizia. Questi, infatti, potrà bersagliare i nemici dei primi sette stage utilizzando bazooka/lanciarazzi “smart” che, come per magia, spazzeranno via d'un sol colpo con napalm o granate esplosive tutti gli sgherri presenti e/o infliggeranno un significativo danno ai boss di fine livello di turno... il tutto senza torcere un capello ai nostri eroi.

I protagonisti, dunque, dovranno frasi strada a suon di calci, pugni, ginocchiate, coltellate, colpi di mazza da baseball o tubo di ferro, attacchi con bottiglia intera o infranta, stordenti sbuffi di pepe, german suplex, coreografici quanto utili volteggi, team moves, controprese e proiezioni lungo un totale di 8 "round" densamente popolati da 5 tipologie di agguerriti tirapiedi di Mr. X e “suggellati” da 6 boss finali.

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"You get a total of 40 individually controllable attack moves"

Benché i numeri citati nel paragrafo precedente possano dare l'impressione di una certa carenza di varietà, Streets of Rage vanta comunque delle dinamiche di gioco apprezzabilmente diversificate per il genere di riferimento. Il frequente ricorso al riciclo di nemici e boss, nonché al classico espediente delle ricolorazioni degli stessi, accorgimento utilizzato anche per contrassegnare un'insidiosità degli sgherri via via maggiore man mano che ci si avvicina a Mr. X, non si traduce infatti in un gameplay meccanico e ripetitivo.

Per rendere appunto l'azione più serrata ed accattivante, gli sviluppatori hanno adottato un approccio alquanto agile che si avvale, tra le altre cose, del volteggio per rimescolare opportunamente le carte in tavola. I nostri eroi, difatti, possono utilizzare tale mossa per portarsi velocemente alle spalle dell'avversario e tramutare così un attacco frontale, generalmente risolto con una breve combo denominata “Fury” o con una proiezione, in un german suplex.
Interessante poi l'implementazione di Rear Attacks non dissimili dal celebre back elbow attack di Double Dragon, nonché soprattutto dei Double-Team Moves: tre attacchi da sferrare in collaborazione con il secondo giocatore a partire da una proiezione, da un volteggio o da una presa da dietro. Da notare poi che tale behind grab può essere effettuata anche da un nemico, iniziativa che impedirà così al player l'utilizzo delle braccia, ma non avrà comunque modo di fermarne i calci a gambe unite, né la successiva proiezione ai suoi danni basata sul contrappeso costituito dallo slancio di queste ultime. A proposito, infine, degli agilissimi Shoulder/Overhead Throws, è opportuno sottolinearne l'importanza e il significativo contributo che forniscono al dinamismo del combattimento, in particolar modo nel 4° e soprattutto nel 7° round.

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Giocabilità degna di un arcade hit del periodo

Streets of Rage è la dimostrazione videoludica dell'aforisma aristotelico “Il tutto è maggiore della somma delle sue parti”. Certo, quest'ultima si presenterebbe semplicemente come un divertente picchiaduro a scorrimento che raccoglie l'eredità di Double Dragon e, al netto di vari compromessi contenutistici imposti dal supporto siliceo di soli 4 Mbit, ne diversifica significativamente le dinamiche... ma va da sé che descrivere in tali termini il beat 'em up AM7 sarebbe quanto mai riduttivo. Il primo capitolo della SoR Trilogy, infatti, è un piccolo gioiello di gameplay che ripropone brillantemente su console una giocabilità degna di un arcade hit del periodo.

Uno di quei titoli, dunque, che catalizzano totalmente l'attenzione dei gamer, immergendoli completamente nell'azione e raggiungendo il culmine del divertimento nell'eccellente 2-player mode. Questa killer application per Mega Drive, quindi, rientra nei classici da “un'altra partita e poi smetto”, con i vari skill level e l'alternativa tra Bad e Good Ending (per certi versi sulla falsariga di The Revenge of Shinobi) che contribuiscono a prolungarne la longevità.

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L'impatto visivo è solo rimandato...

Pur impreziosito da una sequenza introduttiva davvero accattivante, grazie anche ad un irresistibile tema musicale dalla ritmica piuttosto affine a quella di "Sadeness (Part I)", brano new age / downtempo firmato dai tedeschi Enigma ed uscito nel novembre 1990, Streets of Rage non può dirsi un titolo di notevole impatto visivo. Le dimensioni degli sprite, difatti, sono per lo più modeste e le animazioni risentono di un supporto tendenzialmente troppo risicato per un picchiaduro a scorrimento. Non è certo un caso, infatti, che il seguito sia memorizzato su una cart di capacità quadrupla (16 Mbit) e, pur essendo più "recente" di un solo anno, sfoggi un comparto grafico assai più ricco.

Il capostipite della SoR Trilogy mostra comunque un'estetica tanto piacevole nel tratto quanto ben caratterizzata sul fronte delle ambientazioni. Al di là dei primi due stage, abbastanza canonici nella rappresentazione notturna di una tentacolare metropoli e dei suoi bassifondi, si notano in effetti apprezzabili variazioni sul tema, come il "round" ambientato in un'amena spiaggia ("Beachfront"), quello sull'insidioso ponte in costruzione ("Unfinished Bridge) e il coreografico livello che vede i nostri eroi a bordo di una nave ("Aboard Ship"). In seguito spicca l'azzeccatissima "Freight Elevator", sezione contrassegnata da un enorme "ascensore/piattaforma di servizio" che, fermata dopo fermata (ve ne sono cinque in tutto, ciascuna con un generoso carico di nemici), salirà lungo la parete esterna di un grattacielo, portando i protagonisti, per lo più impegnati a proiettare freneticamente nel vuoto quanti più sgherri possibile, fino all'ultimo piano, il "Syndicate Headquarters", dove potranno regolare i conti con il terribile Mr. X.

A fronte di un interessante utilizzo della parallasse multistrato in diversi round, di alcune discrete scelte cromatiche e di sezioni tutto sommato rispettabili per dettaglio, Streets of Rage mostra un po' la corda sul lato della fluidità. Questa, infatti, risulta tutt'altro che impeccabile, manifestando un lieve sfarfallio nei movimenti degli sprite ed uno scrolling non esattamente inappuntabile, scorrimento che poi evidenzierà al massimo le sue pecche in velocità, ovvero dal momento che uno dei protagonisti richiederà il fuoco di copertura del già citato bazooka/lanciarazzi "smart".

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... ma non quello sonoro: Streets of Rage... ovvero il beat (‘em up) dance su Mega Drive

L'aspetto tecnicamente più sorprendente del primo capitolo della SoR Trilogy è senz'altro quello musicale. Streets of Rage, difatti, vanta una colonna sonora davvero strepitosa, indubbiamente una delle migliori mai realizzate su Mega Drive.
Questa soundtrack, analogamente a The Revenge of Shinobi "griffata" dal grande Yuzo Koshiro direttamente nella schermata dei titoli, valorizza appieno i chip audio in dotazione al Mega Drive, ispirandosi ad autori come Soul2Soul, Maxi Priest, Black Box, Caron Wheeler e appunto Enigma. Si tratta, dunque, di una OST dance elettronica particolarmente ritmata e veramente irresistibile nel suo declinarsi disinvoltamente in una certa varietà di sottostili, sempre all'insegna della massima orecchiabilità.

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Davvero notevole, come già accennato, la caratura tecnica. Questa, infatti, manifesta uno sfruttamento realmente intensivo di Yamaha YM2612 e Texas Instruments SN76489, per una polifonia che si articola in ben 9 canali e quattro diverse tipologie di suono: digitalizzazioni, sintesi FM, toni ad onda quadra e rumore bianco. Spicca in particolar modo la solida base ritmica, affidata appunto a campionamenti veicolati dal 6° canale dell'YM2612 in DAC (Digital Audio Channel) mode e al noise channel del più "primitivo" chip PSG (Programmable Sound Generator) secondario "ereditato" dal Master System, il già menzionato SN76489. Per quanto riguarda, poi, la sintesi FM (Frequency Modulation synthesis), si riscontra una raffinatezza sorprendente, tale da simulare un vero e proprio set di suoni elettronici, garantendone una resa piuttosto convincente, grazie anche al sapientemente modulato e ben calibrato contributo degli square wave tones del PSG.

L'eccellenza della colonna sonora non si riscontra però negli FX che, pur complessivamente apprezzabili, si segnalano per la pessima qualità dei sample vocali. L'unica scusante per effetti sonori tanto gracchianti e stridenti è data dalla loro "pacifica convivenza" con la base ritmica, cosa tutt'altro che scontata su Mega Drive, visto che il chip principale YM2612 prevede appunto l'utilizzo dei PCM samples in DAC mode sul solo sesto canale.

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COMMENTO FINALE


"La SoR Trilogy debutta nel 1991 con un brillante capostipite realizzato come risposta alla conversione di Final Fight per l'allora nuovissimo Super Nintendo. Grazie alla perizia dei programmatori di Sega AM7 R&D Division e al talento di Yuzo Koshiro, questo picchiaduro a scorrimento si è rivelato un titolo di meritato successo. Molto più vario e contenutisticamente ricco di quanto non possa sembrare di primo acchito, Streets of Rage è uno scrolling beat'em up davvero eccellente per giocabilità e divertimento, in particolar modo se si combatte contro gli sgherri di Mr. X insieme ad un amico. Sul fronte prettamente tecnico, poi, il super-hit di AM7 mostra un comparto visivo complessivamente valido, lasciando però la maggioranza degli acuti qualitativi alla strepitosa colonna sonora, firmata appunto dal noto musicista nipponico, allora reduce dall'apprezzata soundtrack di The Revenge of Shinobi."




Streets of Rage video gameplay