Per compiere la sua missione, Ristar deve liberare 6 pianeti, ognuno dei quali suddiviso in due livelli. I primi 5 sono custoditi da boss fedeli a Greedy e il 6° dal tiranno stesso. Il protagonista dovrà superare i due livelli di ogni pianeta e, successivamente, sconfiggere il relativo boss nel suo rifugio.
Ristar dispone di braccia elastiche allungabili con cui può afferrare i nemici e catapultarsi su di loro come un ariete, colpendoli con la testa. Le braccia possono, inoltre, essere usate per raggiungere zone fuori dalla portata del salto, appendersi ad aste e nemici volanti e oscillare dandosi lo slancio in vista di una piattaforma lontana, scavalcare barriere a forma di palo o tubo, scalare pareti con successivi e rapidi “agganci”, proiettarsi verso maniglie e scale, prendere i bonus e trasportare oggetti utili. In tutti i livelli, poi, Ristar può trovare delle aste magiche da utilizzare come fionde, afferrandole e ruotando attorno ad esse a tutta velocità, per poi lasciarle andare al momento giusto e proiettarsi, così, come cometa, nel livello e raggiungere bonus nascosti e stage segreti in perfetto stile Sonic.
La varietà di scenari e stili di gioco è garantita dai 12 livelli di gioco, in cui gli estrosi grafici del Sonic Team hanno riversato molte delle loro fortunate esperienze creative, maturate nei titoli dedicati al porcospino blu. Le suddette influenze, tuttavia, non comportano un appiattimento tout court verso dinamiche di gioco collaudate. Gli autori, infatti, hanno inserito numerosi elementi di novità, sorprese e situazioni insolite e, soprattutto, hanno dato prova di una fantasia grafica molto vivace nel design dei fondali e nella realizzazione dei nemici, che raggiunge il culmine negli ottimamente caratterizzati boss finali.
Ristar, dunque, è un titolo particolarmente giocabile e divertente che riserva diverse gradite sorprese, presentandosi, inizialmente, come un platform game abbastanza canonico e fedele al format vincente del periodo, per poi rivelarsi un gioco in cui si concretizzano anche dinamiche d’intrigante originalità. Gli autori hanno proposto un bilanciamento del livello di difficoltà (selezionabile tra “normal” e “hard”) che permette di prendere confidenza con il personaggio con due pianeti iniziali decisamente poco impegnativi, per poi fronteggiare un netto incremento delle insidie dal 3° pianeta in poi. I singoli pianeti iniziano sempre, inoltre, con un primo livello relativamente facile, per consentire al giocatore di ambientarsi con i nuovi meccanismi di gioco e metterlo, successivamente, alla prova nel più difficile secondo livello. I boss, infine, sono molto più insidiosi di quelli dei vari Sonic e richiedono approcci diversi, molta attenzione, tempismo e un minimo di strategia.
La firma del Sonic Team dovrebbe già dirla lunga sulla la qualità tecnica di Ristar. Un team di provata e premiata esperienza nel settore dei platform game su MD non poteva che ottenere il massimo dall’hardware del 16 bit Sega. L'estetica, infatti, è ottima, con fondali coloratissimi, ricchezza di dettagli nettamente sopra la media, sprite ottimamente disegnati e deliziosamente animati (particolarmente ben realizzato il simpatico protagonista e di sicuro impatto i curatissimi boss finali), impressionante parallasse multistrato, efficaci e diffusi effetti raster (ondulazioni e piani prospettici) e fluidità assolutamente perfetta. I grafici hanno spinto il MD ai limiti sfiorando i 64 colori su schermo e selezionando magistralmente le sfumature dalla tavolozza a disposizione. La notevole qualità visiva, poi, non ha compromesso la varietà scenografica degli stage: ogni pianeta è completamente diverso dal precedente e gli stessi livelli che lo compongono sono ben differenziati tra loro, senza il consueto ricorso al “riciclo” che caratterizza molti titoli per MD.
La parte audio risulta ugualmente all’altezza del livello qualitativo di questo platform. La colonna sonora, infatti, è strepitosa, con brani di un’orecchiabilità irresistibile, estremamente differenziati e caratterizzati da un perfetto accostamento di percussioni campionate e sofisticata sintesi. Sono deludenti i soli due motivi dove si utilizzano samples vocali, in quanto la scarsa qualità di quest’ultime causa il classico, quanto sgradevole, “effetto raucedine”. Niente male gli effetti sonori campionati e sintetizzati che danno efficacemente il loro contributo all’azione.
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