La struttura di Chelnov è il risultato di un curioso ibrido tra platform e shoot ‘em up. Nel titolo Data East, lo scrolling è automatico e procede in orizzontale, senza mai fermarsi, per tutto lo stage, fino a concludere la sua corsa ad un ideale capolinea, coincidente con il boss di fine livello.
Lo scorrimento descritto sarebbe tipico di uno shoot ‘em up a scrolling orizzontale con una classica navicella, caccia, elicottero o qualsiasi veicolo da combattimento, solitamente volante (più raramente “terrestre”: ne è illustre esempio “Moon Patrol”). In Chelnov, invece, il protagonista è a piedi, il che significa che l’azione di gioco si sviluppa in dinamiche platform, inserite in una struttura shoot ‘em up, con scrolling, appunto, automatico, numerose armi e potenziamenti a disposizione, orde di nemici volanti e non e gli immancabili boss di metà e fine livello.
Alcuni aspetti peculiari di questo titolo ne influenzano significativamente il gameplay: lo scorrimento inarrestabile, l’impossibilità del protagonista di correre in direzione opposta allo scrolling, la possibilità di saltare sui nemici con classici attacchi “alla Mario” e quella di voltarsi a sinistra (indietro) per sparare contro i nemici che attaccano anche da quella direzione.
Il nostro eroe, dunque, corre solo in avanti e, in modo del tutto solidale allo scorrimento, non può tornare indietro. L’unica deroga a questo movimento perpetuo deriva dalla direzione a sinistra della crocetta del pad, che arresta la corsa del protagonista, facendo sì che questi continui a muoversi insieme al fondale. Se il nostro eroe non è nella posizione di “stasi” sopra descritta ed è voltato a sinistra (indietro), sparando verso i nemici che lo attaccano da quella direzione, si muove sempre verso destra correndo all’indietro, finché non ripristina la posizione standard in avanti (a destra).
L’impostazione sopra descritta rende il gameplay di Chelnov piuttosto vincolato e, dunque, tendenzialmente rigido. È, infatti, necessaria una certa pratica per adattarsi ai comandi (salto, sparo e cambio di direzione) e ai limiti imposti alla mobilità del protagonista. In Chelnov è facile rimanere “incastrati” dallo scrolling che spesso si allea con ostacoli e nemici per causare la perdita di una vita.
La fantasiosa “fauna” nemica, poi, è ben differenziata per tipologia d’attacco e movimenti e non dà praticamente tregua per tutti i livelli di gioco. I boss, poi, sono decisamente difficili e richiedono un attento studio dei loro movimenti, relativi punti deboli e attimi di maggiore vulnerabilità agli attacchi del protagonista.
Se l’eroe ha, per fortuna, un consistente weapon set che coprone tutte le esigenze e può arrivare ad essere particolarmente distruttivo, per dotarsi di un armamento valido e di un salto sufficientemente alto (anche quest'ultimo dispone di un proprio power up), è necessario raccogliere un certo numero di bonus, mentre l’arsenale viene spietatamente azzerato ogni volta che si perde una vita ripartendo da uno dei pochi restart point del livello.
La possibilità di saltare sui nemici è, poi, utile per eliminare quelli più piccoli e superare ostacoli, altrimenti insormontabili, per mezzo di opportuni e ripetuti rimbalzi, agevolati principalmente da appositi elementi tondeggianti del fondale.
Chelnov, dunque, esige essenzialmente tempismo e precisione, nella consapevolezza del perenne movimento dello scrolling, dell’impossibilità di tornare indietro e della necessità di mantenere una posizione centrale, per avere, così, il tempo di reagire ad ostacoli e attacchi nemici.
Il titolo Data East è piuttosto difficile e tende ad inchiodare il giocatore a quel sottile limite tra frustrazione e stimolo a riprovare che costituisce uno dei motivi del successo economico di un coin-op. È possibile che, in diversi casi, prevalga la frustrazione, a causa della già descritta rigidità del gameplay, ma la sfida proposta è, in ogni modo, avvincente e la giocabilità risulta comunque di buon livello.
La versione MD, datata 1992, è più recente di 4 anni rispetto al coin-op originale.
Per adeguare il titolo agli standard audiovisivi del periodo e alle potenzialità del 16 bit Sega, i programmatori hanno operato un completo restyling della grafica e potenziato la base ritmica della colonna sonora. Quest’ultima, infatti, è stata arricchita da “potenti” percussioni digitalizzate che, su Mega Drive, costituiscono un’insolita e gradita rifinitura ad una soundtrack globalmente piuttosto gradevole.
Fondali e sprites sono molto più colorati e definiti di quelli della versione arcade (complice la risoluzione 320X224 della versione MD, superiore a quella 256X240 del coin-op) e il livello di dettaglio è nettamente sopra la media e si manifesta negli ottimi fondali, grazie anche ad un uso molto “ampio” e ben calibrato dei colori (da 30 fino a quasi 50 tonalità su schermo, a fronte di un limite hardware di 64).
I livelli passano dai 6 del coin-op ai 7 della versione Mega Drive che, inoltre, vanta negli stages 1 e 4 dei bivi, dove il protagonista può cadere senza perdere una vita e finire, comunque, lo stage, seguendo un percorso alternativo ad un livello inferiore.
Lo scrolling, fluidissimo, è stato implementato con una spettacolare parallasse singola e multistrato (assente nella versione arcade), con l’accortezza, però, di conservare lo scorrimento standard nel 2° stage, a costituire un esplicito omaggio al 1° livello del coin-op, completo della suggestiva riproposizione dei colori e del peculiare design del fondale. Il quadro di una realizzazione tecnica di alto livello è confermato dalla ricca animazione del main character che può ricordare il protagonista di Impossible Mission. Tutti gli altri sprite, pur caratterizzati da un design molto fine e da una definizione impeccabile, risentono di movenze eccessivamente povere in fotogrammi. In alcuni casi si è cercato di rimediare a questa careza di frame adottando la tecnica c.d. "modulare" (elementi grafici costituiti da sub-sprite dal movimento indipendente e sincronizzato), ma questo espediente non è sufficientemente diffuso e la ridotta fluidità di alcuni boss di metà e, soprattutto, di fine livello appannano la resa estetica del titolo Data East.
Altre versioni:
Il coin-op Chelnov è stato convertito, mantenendo il nome originale, su Sharp X68000. Il porting su X68K, come la versione arcade, è datato 1988 e riproduce perfettamente il titolo arcade, con la consueta, impeccabile, fedeltà che caratterizza la maggior parte delle conversioni sul 16 bit Sharp.
Altre immagini: