Dopo che il primo Sonic fu convertito con successo sulle piccole di casa Sega, Master System e Game Gear, la grande S fiutò subito l’affare, intuendo che la sua nuova mascotte a 16-bit poteva tranquillamente farsi strada anche in versioni ridimensionate. Il primo Sonic in veste 8-bit, di fatto, si rivelò un vero successo, dimostrandosi non solo un capitolo della saga di alta qualità, ma anche un prodotto a sé stante dignitoso e originale. Logica dunque la conversione verso il basso anche dei capitoli successivi; eccoci dunque ad analizzare Sonic 2 in versione Master System, titolo datato 1992.


A differenza del primo capitolo, la conversione di questa seconda incursione nel mondo del porcospino blu non fu realizzata un team interno della Sega, ma da un gruppo esterno di programmatori di nome Aspect. Questo non solo portò ad una ventata di novità all’interno di un'ormai collaudata struttura di gioco, ma fece anche storcere il naso ai puristi della serie poiché, di fatto, Sonic 2 in versione 8-bit resta a tutt’oggi uno dei capitoli più controversi dedicati alla mascotte Sega. Facendo un veloce paragone con la versione precedente, risulta subito evidente in questo secondo capitolo un aumento di velocità. Bisogna ammettere che, se il primo Sonic difettava in un aspetto nei confronti della controparte originale a 16-bit, era proprio nella perdita di velocità. Tale conversione si caratterizzava infatti per un ritmo non particolarmente serrato e più vicino a quello di un classico platform game "Mario style", che non alle originali e folli corse apprezzate sul Mega Drive. Per fortuna la frenesia, benché ancora non paragonabile a quella delle edizioni a bittaggio superiore, viene in parte ripristinata in questo secondo capitolo, presentando una velocità di situazioni degne di tale nome e riproponendo anche i classici "giri della morte", sfortunatamente assenti nella conversione a 8-bit del predecessore. La grafica, poi, aumenta in definizione, cosi come il sonoro, che spinge al limite le possibilità offerte in questo campo dal Master System. Su quest’ultimo fattore non penso di sbilanciarmi troppo asserendo che forse si è al cospetto di uno dei migliori sound eseguiti sull’otto bit di casa Sega. I motivetti orecchiabili e ben suonati, infatti, sono di quelli che si fischiettano a fine partita e poi si ricordano sempre con piacere; nulla a che vedere dunque col solito strombettare caro a questo sistema. Poco sopra si accennava alla grafica, che presenta un notevole aumento di definizione, miglioramento estetico cui, però, bisogna dirlo, si affiancano anche strane scelte cromatiche e strutturali. Laddove possiamo apprezzare un Sonic più grosso e animato di quello già ammirato nel primo capitolo, noteremo però anche mondi caratterizzati da strane colorazioni "acide", scelte grafiche bizzarre e per certi versi illogiche. Sarà dunque abbastanza normale ritrovarsi immersi in livelli pieni d’acqua, dove la stessa non è rappresentata in alcun modo se non tramite bolle d’aria fuoriuscenti dai pavimenti, utili a ripristinare l’aria nei polmoni del porcospino blu. Oppure, sempre restando sul tema acquatico, dove l'elemento liquido viene reso tramite strane retinature verdastre su sfondi contraddistinti da strutture tendenti al viola... un autentico trip acido che induce a pensare ad una veloce codifica del programma senza troppe revisioni, rush finale magari atto a rispettare degli stringenti tempi di consegna. Non saprei infatti giustificare in altro modo le numerose e continue scelte bizzarre che il gioco propone, come un Robotnik che, nel momento in cui nota il suo acerrimo nemico Sonic cadere in un baratro apparentemente senza fondo, cosa fa? Ma ovviamente corre in suo aiuto salvandolo dal dirupo e portandolo direttamente al cospetto del boss di fine stage (?!)... cosa? Qui abbiamo un senso logico veramente prossimo allo zero. Ma non finisce certamente qui, poiché il titolo di cui parliamo è veramente costellato di elementi in contrasto rispetto alla saga di appartenenza. Anche un primo livello ambientato nelle caverne, con tanto di corsa sui carrelli mobili in stile Indiana Jones, riesce infatti ad essere un tantino stonato e fuori luogo, specie se comparato alla sempre verde Green Hills Zone che, in questo secondo capitolo, percorreremo come quarto stage quasi completamente privo di nemici. Vabbè, meglio chiudere qui questa disamina sulle scelte particolari effettuate per questo Sonic 2, poiché tengo comunque a precisare che ci troviamo in ogni caso al cospetto di un signor titolo, un platform godibilissimo e di tutto rispetto, anche se un tantino eccentrico se visto con gli occhi di un fan del mondo di Sonic.