La sinossi ci da la possibilità di vestire i panni di Alis Landale sul pianeta di Palma nel sistema solare Algo. E' il secolo spaziale 342 quando il fratello di Alis, Nero Landale, durante una ribellione, muore per mano dei Robotcops, il braccio armato delle truppe di re Lassic, colui che una volta era il benevolo sovrano del pianeta. Alis è più che mai determinata a vendicare la morte del caro perduto e a riportare la pace su Palma.
La struttura è quella tipica del jrpg. Si parte controllando solamente Alis, mentre gli
Prima di addentrarci nel primo sotterraneo avremo bisogno raccogliere qualche informazione. Sarà necessario condurre Alis alla ricerca di indizi nei vari centri abitati della zona. Proprio gli enigmi sono uno dei punti di maggiore forza di Phantasy Star. Le informazioni che ci vengono date possono riguardare tanto la quest che siamo prossimi a svolgere quanto le tappe finali del gioco. E' quindi fondamentale parlare con tutte le persone di tutti i paesi cercando di discriminare con cura quali parole siano più preziose per il successo dell'avventura e possibilmente memorizzarle o, ancora meglio, appuntarle da qualche parte. D'altronde nel gioco viene rivelato l'essenziale e sarà necessaria una buona dose di impegno per trovare l'oggetto o la persona cercata.
Nelle fasi esplorative di aree aperte la visuale è a volo di uccello sul gruppo, sia che ci si trovi tra le mura protettive dei paesi, sia tra le ostilità delle campagne di Palma, l'aridità del deserto di Motavia o i ghiacci impenetrabili di Dezoris, i tre pianeti del sistema solare che siamo chiamati ad esplorare.
I dungeon di Phantasy Star sono la prova di come non sia necessaria una grafica fotorealistica per far immedesimare il giocatore nell'avventura. Pur essendo graficamente scarni e monotoni, i dedali di stretti corridoi che dovremo percorrere risultano tutt'altro che noiosi. Anzi, proprio il fatto che i tunnel siano sostanzialmente identici gli uni con gli altri ci priva di qualsiasi punto di riferimento, costringe a munirsi di foglio e matita, onde evitare di vagare in eterno negli oppressivi labirinti. L'elevata frequenza delle battaglie d'altronde rende indispensabile avere qualche idea su dove ci si trovi e la certezza di non ripercorrere sempre le stesse strade per non continuare a soccombere inutilmente. La sensazione risultante è che il gioco esca fisicamente dallo schermo e che immerga chi gioca nell'ambiente virtuale; un effetto che ancora oggi pochissimi titoli riescono a ricreare.
L'unico difetto che si può riscontrare in Phantasy star sono i combattimenti casuali, caratteristica insita del genere di cui è padre. A differenza di altri titoli, in cui
Un'ultima nota va dedicata alle musiche, realizzate in 8-bit ma ancora oggi splendide da ascoltare e che raramente sono state eguagliate come qualità.
Insomma Phantasy star è etichettabile a tutti gli effetti come un capolavoro, dato che, nonostante risalga a più di vent'anni fa, non ha nulla da invidiare ai giochi di ruolo più blasonati del momento.
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