La storia che sta alla base di quest’avventura è la seguente: Bruno, l’ottifante, crede che suo padre sia stato rapito dagli alieni, anche se in realtà è in ufficio a lavorare come al solito(?!). Il genitore adora cibarsi di “bamboline dolci”, ma è un tantino sbadato e, dalla sua tasca, ne perde di continuo lasciando una traccia del suo tragitto. Al nostro (otti)elefante viene in mente una brillantissima idea: seguire e mangiare, tutte le sfiziose leccornie (sono biscotti?) per raggiungere il padre. Il percorso si snoda attraverso la casa, la cantina, il cantiere, l’ufficio e la giungla.
La trama non è delle più studiate, ma almeno non dovremo salvare i soliti regni o le sempre indifese principesse.
Fatte queste premesse, cominciamo ad analizzare il prodotto elettronico. La
Ogni “zona”, come ad esempio “la casa”, è costituita da alcuni livelli e termina con un boss che, una volta ucciso, regala una comoda password. Per poter superare ogni livello bisogna aver raccolto un certo numero di “bamboline dolci” e alcune di esse potranno catapultarci in una sezione bonus.
Lungo il tragitto, Bruno può cibarsi di variopinti ghiaccioli i quali, a seconda della combinazione di tre colori consecutivi, donano un diverso effetto, ad esempio: 3 ghiaccioli rossi = congela i nemici, 3 gialli = trasformazione in SuperOttifants, 2 rossi e 1 giallo = invincibilità.
Il level design non brilla di certo e perde il paragone con i mostri sacri dei platform, ma è comunque ben fatto e in alcuni casi è anche articolato, non lineare.
I controlli rispondono bene e sono persino modificabili nelle opzioni. Il giocatore può uccidere i nemici, oltre che con il metodo dei “blocchi” già spiegato, saltandoci sopra in puro “Mario style”, oppure può sputare caramelle colorate, metodo che viene molto utile per eliminare i nemici con “spine” che non possono essere schiacciati e per avere la meglio su alcuni boss. Spetta comunque al player valutare di volta in volta quale metodo utilizzare.
La longevità complessiva del prodotto appare solamente sufficiente poiché, a livello “normale”, ho finito il gioco in tre giorni e, comunque, la selezione della difficoltà influisce solamente sul numero di “bamboline” necessarie per avere accesso al livello successivo.
In definitiva, “The Ottifants” è un buon platform, un prodotto solido, ma nulla di più. A causa di un non eccelso level design, di una difficoltà non elevatissima, dell’assenza d’innovazione e della scarsa caratterizzazione del personaggio (mi riferisco al videogioco in esame, non ai fumetti o ai cartoni animati) non riesce a farsi notare nella già folta schiera di prodotti simili per la console a 8 bit Sega. Schiera che annovera al suo interno titoli effettivamente migliori sotto molti punti di vista (vedi “Alex Kidd in Miracle World”, “Asterix”, “Sonic the Hedgehog” (1 e 2), “Wonder Boy”, “Psycho Fox” e altri).
-The Ottifants è presente anche su Game Gear e su Mega Drive. La versione per Game Gear è quasi identica fatta eccezione per la solita differenza di risoluzione video, mentre quella per Mega Drive risulta essere leggermente diversa e più varia, nonché tecnicamente migliore (ovvio). Ma è interessante sapere che sono usciti anche dei titoli per GB, GBC e GBA che presentano stesso personaggio.
-La “Graftgold Ltd.” ha prodotto anche un altro platform: “Fire and Ice”. Giocando a questo Ottifants ho percepito subito una certa familiarità, una somiglianza, un déjà vu, anche se i due prodotti sono sostanzialmente diversi. Non ci sono caratteristiche di somiglianza lampante, ma vi posso assicurare che ho avvertito la sensazione descritta. Le similitudini oggettive sono: un nemico presente in entrambi i giochi (la talpa, anche se in Ottifants porta occhiali da sole e a volte un vassoio e in Fire and Ice è “al naturale”) e la modalità di sparo delle caramelle in Ottifants simile a quella delle bolle ghiacciate in Fire and Ice.
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