Il fatto che Rampage venne convertito per quasi tutti i sistemi e che oggi viene riproposto con seguiti e remake fa pensare che sia un gran gioco al pari per esempio di Bubble Bobble, di Wonder Boy o di Tetris, tutti giochi che all’epoca vennero convertiti per molte piattaforme; purtroppo vi dico subito che non è così.
Rampage è un gioco d’azione con richiami ai picchiaduro, per uno o due giocatori.
La trama del gioco non è solo banale ma anche inutile: voi siete un mostro che è incavolato e allora distrugge tutto ciò che vuole. Ho provato a leggere tutto il libretto di istruzioni nel tentativo di trovare un briciolo di trama, ma la mia ricerca è stata inutile, o meglio, ho trovato ciò che ho scritto.
All’inizio del gioco bisogna selezionare il "mostro" che vogliamo impersonare fra i tre disponibili: Ralph il lupo (il più forte), George la scimmia (il più veloce ad arrampicarsi) e Lizzie la lucertola (la più veloce a correre).
A questo punto ci si ritrova in una schermata fissa con alcuni edifici: lo scopo è quello di distruggerli tutti, prendendoli a pugni (i pugni possono essere dati verso destra e sinistra o su e giù). Mentre si demoliscono quante più “case” possibili ci si arrampica lungo le mura delle stesse (di solito basta rompere tutto un lato che l’edificio cade a pezzi), stando attenti ai nemici perché i loro colpi fanno scendere la nostra energia (si hanno in tutto 3 vite, ognuna con la sua barra di energia).
Durante la demolizione dei palazzi si possono distruggere anche alcuni oggetti che stanno sparsi per la schermata, di solito sono auto o tram.
È anche possibile mangiare gli umani che danno energia e punti supplementari, attenzione però a cosa mangiate perché alcuni oggetti possono far male al nostro mostro.
Una volta finita la barra di energia si ritorna esseri umani e si muore (giocando in due l’altro giocatore può mangiarci!).
Rampage offre inoltre la possibilità di giocare in due contemporaneamente, ma l’unica differenza di rilievo dal gioco in singolo è che ci si può picchiare, ostacolandosi a vicenda. Una piccola parentesi da picchiaduro insomma ma non aspettatevi incontri in stile Street Fighter, qui si schiacciano i tasti a caso e muore prima il più sfortunato.
Oltre a menare le mani e a mangiare, i mostri possono saltare, azione questa molto utile quando ci si trova su un tetto che crolla, saltando infatti si evita di cadere in malo modo perdendo energia preziosa.
Tutti gli schemi si rassomigliano molto; cambia solo la disposizione dei grattaceli, il loro numero, alcuni elementi di contorno come una ferrovia o un corso d’acqua e qualche elemento dello sfondo quando si passa da una città all’altra. Le cose da fare sono sempre le stesse e solitamente, dopo una ventina di livelli si comincia ad avvertire noia (certo, poi dipende da ognuno di noi, i gusti sono gusti).
L’impianto sonoro del gioco è decisamente scarso e ripetitivo: in buona sostanza è composto da qualche effetto, qualche musichetta nel menù e da un’ accompagnamento musicale che ci farà compagnia durante tutti i livelli.
Ma questo gioco ha qualcosa di veramente positivo? Si, in ogni livello bisogna capire qual’è il grattacelo da demolire per primo, e quale sequenza di demolizione è meglio adottare in seguito. Ogni livello richiede un minimo di osservazione, e a volte, di tentativi, per capire come superarlo senza subire troppi danni
Questo aggiunge un po’ di strategia. Troppo poco se si considera l’elevata ripetitività del gameplay di Rampage e la sua realizzazione tecnica sottotono.
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