Questa volta Asterix ed Obelix devono salvare Panoramix ed Idefix dalle grinfie dei romani, sempre più determinati a conquistare la Gallia.
Il titolo si presenta come un platform 2D non lineare, dotato di schemi con un level design complesso che si fregia di qualche piccolo puzzle (premi il bottone per aprire la porte e simili).
Tutta l’avventura di gioco si sviluppa attraverso cinque grandi aree, impreziosite dal classico boss e divise ognuna in 6 stage (5 + il boss). I trenta stage si caratterizzano di un vasto campionario di paesaggi che spaziano dagli accampamenti romani alle zone subaquee, dai giardini in fiore alle prigioni romane, dalla Gallia a Roma, e sono popolati da varie tipologie di nemici ben variegati e dotati ognuno di stili d’attacco differenti.
Il comparto grafico e sonoro di questa terza visita di Obelix su Master System è di sicuro pregio: sprite grandi e ambientazioni colorate e dettagliate fanno compagnia ad uno scrolling fluido e veloce, melodie carine accompagnano il giocatore lungo la sua strada mentre gli effetti sonori ben implementati ed in tema rifiniscono il quadro tecnico con professionalità e competenza.
Asterix and the Great Rescue è un prodotto sicuramente molto curato e questo lo si deduce non solo dai meriti visivo/musicali appena descritti ma sopratutto dalle prime schermate: prima di iniziare a giocare si fa il piacevole incontro con una videata che permette di scegliere il linguaggio dei vari messaggi a video, tra cui si trova anche l’italiano!
Le opzioni di gioco permettono di scegliere un livello di difficoltà tra i tre presenti nel menu, di ascoltare i brani musicali, di eliminare a scelta gli effetti sonori o le musiche oppure entrambi per una partita “muta” e, infine, di inserire un’utilissima password.
Per quanto riguarda le caratteristiche “in game” possiamo fare affidamento su un buon sistema di controllo, molto reattivo e preciso anche se a volte troppo “nervoso” e su una buona struttura dei livelli, sempre più vari e complessi man mano che si avanza.
Come ogni buon platform game che si rispetti, lungo il percorso di gioco è possibile raccogliere i classici bonus come monetine, oggetti che ripristinano l’energia, vite extra, invincibilità temporanea e le megabombe che aumentano la forza del personaggio principale e ne velocizzano i movimenti.
Una caratteristica che differenzia Great Rescue dai passati capitoli è la possibilità di cambiare e, quindi, anche di usare entrambi i personaggi, Asterix ed Obelix, lungo gli stage; mi spiego meglio: se nelle precedenti avventure, prima di affrontare ogni livello, veniva chiesto al giocatore quale personaggio volesse utilizzare, con ricadute sulla struttura dello stesso, qui il player può cambiare quando vuole il personaggio e quindi sfruttarne le caratteristiche peculiari a seconda della necessità.
Ciò ha evidenti ricadute sul gameplay, profondamente modificato rispetto al passato.
Bene, parlavo di diverse “caratteristiche peculiari”, ecco quali sono.
-Asterix può usufruire di interessanti e strategiche pozioni che permettono di avvalersi di un travestimento (per ingannare particolari nemici indistruttibili), volare/galleggiare, creare una nuvoletta che permette di superare diversi ostacoli e lanciare bombe incendiarie. Oltre a tutto questo, Asterix è anche l’unico in grado di abbassarsi per passare dentro passaggi stretti.
-Obelix non è in grado di avvalersi delle pozioni magiche e non può abbassarsi, ma è dotato di una forza sovraumana che gli permette di caricare il suo pugno creando un colpo devastante. In più, l’omone in sovrappeso è capace di “schiacciare” i nemici alla “Super Mario”, mentre il suo amico può solo sferrare pugni, ed è il solo che può muovere enormi blocchi di vario materiale che non permettono di avanzare o che, comunque, devono essere spostati.
Dopo avervi descritto le caratteristiche salienti della cartuccia vado ora ad elencarvi le mie osservazioni. Giocando non ho mai avuto una buonissima impressione. Il prodotto è confezionato con maestria, la grafica è più che soddisfacente e la varietà non manca di certo, ma pur nella loro bontà, i controlli non raggiungono le vette dei capitoli precedenti (e soprattutto del primo Asterix).
I pugni sferrati da Asterix ed Obelix hanno un raggio d’azione che definire corto è una barzelletta e ciò reca fastidio molto spesso. Le password, che sono assolutamente graditissime, vengono però penalizzate dal fatto che vi è un codice ogni sei stage: in questo modo, se, per esempio, spegnamo la console al sesto stage, riprendendo a giocare dovremo rifare anche tutti i cinque livelli precedenti; solo completando anche il sesto avremo diritto alla nostra password. Ovviamente questo ragionamento va ripetuto per tutti i 30 livelli.
Il bilanciamento della difficoltà è “pazzoide” ed è purtroppo frequente trovare schemi difficilissimi seguiti da calme e rilassanti passeggiate (esempio: 7° stage molto più difficile del 9°, almeno secondo me).
Per queste ragioni scelgo di non premiare particolarmente questo terzo capitolo di Asterix e di assegnargli un comunque dignitoso 7.
Ad ogni modo, l’Asterix peggiore che si sa mai visto su Sega Master System.
Piccola curiosità: questo episodio videoludico di Asterix è uscito anche per Mega Drive e Game Gear. Mentre su Game Gear è praticamente identico alla versione qui testata, su Mega Drive è un gioco diverso perché implementa meccaniche leggermente più complesse e una diversa struttura dei livelli.
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