Vi è mai capitato di conoscere una bellissima donna, la più bella che avete mai conosciuto? Dopo tanto tempo finalmente riuscite a uscire con lei e poi scoprite che ha un carattere di merda (e odia pure i videogiochi, tiè!). Ma a voi comunque lei piace tanto, è troppo incantevole per lasciarla andare così, dopo tante aspettative. Alla fine pur di continuare ad ammirare la sua beltà, accettate anche il fatto che non sia così simpatica come immaginavate e andate avanti nonostante tutto, ma con la speranza che un giorno lei possa cambiare. Ebbene questo per me è Cuphead: un gioco esteticamente meraviglioso, ma che porta dentro di se molte difficoltà, delusioni e altrettante speranze.
Ma andiamo con ordine. Nel 2014 venne mostrato un trailer di 43 secondi che lasciò tutti spiazzati, non si era mai visto nulla del genere: un run 'n’ gun banale, ma con uno stile grafico inspirato ai vecchi cartoni animati degli anni 30, proprio quelli con tutte quelle animazioni molleggianti e bizzarre, tipo Popeye o Betty Boop di Max Fleischer o i primi classici di Mickie Mouse di Walt Disney. Vi giuro che è da quell'indimenticabile trailer che sogno di giocare a Cuphead. Sarà che quei cartoni animati mi ricordano soprattutto i pomeriggi spensierati di fine anni 80 passati davanti alla TV. Non so chi di voi si ricorda, ma su Italia1 negli intervalli tra una cartone e l'altro davano proprio questi corti animati d’epoca (alcuni nientemeno che in bianco e nero) che erano dannatamente piacevoli. Certo l'aspetto grafico non era da urlo, ma era un continuo riscoprire le origini del cartone animato che soprattutto in me suscitava molta simpatia. La stessa simpatia e anche gioia che oggi mi provoca guardare quella testa di tazzina che spara bolle (di latte?) da tutte le parti. Ci sono voluti ben 3 anni d'estenuante attesa per poterci finalmente giocare, io lo sto facendo da qualche giorno con il mio fido Dualshock 4, ma su PC.
Ma andiamo al sodo: Cuphead e suo fratello Mugman hanno perso una scommessa con il diavolo nel suo casinò e devono ripagarlo con le anime raccolte sconfiggendo tutti i boss sparsi sulla Inkwell Isle (Isola Calamaio). Ogni boss fight è un piccolo mondo animato e popolato da personaggi fantastici, con abilità e punti deboli differenti. A voi sarà dato l'arduo compito di intuire il modo migliore per batterli. Chi dice che questo titolo è troppo difficile si sbaglia, credo che impegnativo sia l'aggettivo giusto. Per affrontare le varie situazioni di frustrazione infatti, avrete bisogno di moltissima perseveranza. Si tratta di investire il tempo necessario per capire il momento esatto per attaccare e reagire invece poi con tempismo in quelle situazioni di apparente caos dove ci tocca schivare i colpi. Personalmente trovo davvero geniali e spassosi gli scontri con i boss, sono una sfida fatta d'astuzia e riflessi pronti. In alcuni incontri poi Cuphead si tramuta addirittura in aereo e con questa forma dovremmo affrontare il Boss come se fosse uno sparatutto alla R-Type, per intenderci. Non cambia poi molto rispetto al combattimento classico, il salto viene rimpiazzato da una schivata. Vi assicuro che comunque un po’ di varietà ne giova assai al divertimento complessivo.
La nota più negativa a mio parere viene dalla mancanza di livelli perlustrabili: purtroppo trovarsi di punto in bianco davanti a un mostro senza aver prima esplorato il suo livello rende tutto meno interessante.
Dimenticatevi le coinvolgenti sessioni d'azione alla Gunstar Heroes o Metal Slug, qui l'immersione è istantanea, cioè si passa direttamente al boss finale senza conoscere prima l'ambiente di gioco. A dire il vero durante l’avventura troverete anche livelli d'azione a scorrimento orizzontale “classici” (senza boss finale ovviamente), ma sono pochissimi e dannatamente noiosi. Penso che siano stati messi lì solo per accontentare i fan del genere che, a quanto pare, ne chiedevano fortemente la presenza. Fatto sta che questi tristi livelli “run ‘n' gun” servono solo a raccogliere delle monete che poi potremo spendere da un uomo porco (si tratta proprio di un suino) che vende i “Power Up”. Potenziamenti questi, che in verità non potenziano, ma diversificano i nostri poteri standard, ossia hanno dei pro e contro. Per farvi alcuni esempi, ho comprato un cuore addizionale (se ne hanno 3 a disposizione) che se equipaggiato il danno inflitto dal mio attacco sarà minore, oppure se uso lo sparo speciale con radar darò si molti colpi precisi, ma saranno meno dannosi dello sparo normale. Questo scelta mi ha deluso parecchio: non ha molto senso mettere dei potenziamenti e occuparli così poco, infatti credo che si possa finire il gioco anche senza comprare nulla.
Sul piano artistico, beh, StudioMDHR ha fatto finalmente capire a tutti gli appassionati di videogiochi che il 2D ha ancora molto da dire. Io ci ho sempre creduto in verità. Il 3D di oggi è formidabile, non ci sono dubbi, ma vuoi mettere giocare con un vero cartone animato interattivo?! Ora potreste pensare che sto esagerando e invece no, Cuphead è un cartone animato vecchio stampo da giocare e amare con gli occhi e anche con le orecchie. Tutti i brani presenti, sia Jazz che Swing, sono stati scritti e suonati con grande passione e professionalità, tanto che hanno potuto incidere una preziosa collezione di dischi in vinile.
Mentre per quanto riguarda la parte visiva c'è poco da dire, ci troviamo di fronte ad animazioni precise e una fluidità complessiva ai massimi livelli, disegni perfetti, niente che faccia minimamente pensare a una produzione indipendente. C'è di buono che anche i movimenti del nostro eroe sono perfetti sia da vedere che da “sentire” con il controller. Non mi è mai capitato di avvertire disagio saltando o schivando i colpi degli avversari, la precisione dei comandi è decisamente di ottima qualità.
Nel momento in cui scrivo questa recensione ho completato il gioco al 60% e sarò sincero con voi, sto già sentendo un poco di insofferenza dovuta alla non progressione/evoluzione del personaggio e alla poca varietà dell'avventura. Non c'è nemmeno una storia avvincente che possa spingermi a continuare solo per il gusto di vedere che succede ai vari personaggi. Pertanto la sensazione di giocare ad un arcade si fa sempre più forte. Sono sicuro che un cabinato di Cuphead negli anni d'oro delle sale giochi avrebbe avuto molto successo.
La mia speranza è che questo titolo possa ispirare tante altre nuove produzioni verso l'uso della grafica 2D, e non solo quella “pixellosa” (che un poco ha pure rotto le bolle) ma anche 2D di un certo spessore artistico come quella proposta da StudioMDHR, che con la sua immensa mole di personaggi, di scenari e animazioni fantastiche, resterà senza dubbio nella storia dei videogiochi come esempio di grande autenticità e pregevolezza.
Cuphead
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- Pubblicato: 09-10-2017, 22:54
- 8 commenti
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Cuphead
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Ottima recensione Bros. Direi che sono in linea con il tuo pensiero. Cuphead è un bellissimo tributo ai cartoni animati anni 30 e sullo stile grafico e sonoro nulla da dire. Chapeau! Purtroppo anche io sono del parere che le bellissime e, in alcuni casi, geniali boss fight, per gameplay tratte molto dai videogiochi anni 90 (donkey kong country su tutti secondo me), sono controbilanciate dalle sezioni run'n'gun deboli e noiose. Sintomo che sono state buttati lì alla bene e meglio.
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Bentornato Snake. Il gioco, senza paura, lo reputo uno dei migliori visivamente sulla piazza e graficamente eterno. Il 2d non invecchia come il 3d. Pensavo fosse un titolo prevalentemente di stampo arcade e invece, a quanto pare, c'è di più. Peccato quindi che la cosa non sia stata sufficientemente sviluppata.
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Che questo forte accento sulle boss fight sia dovuto alla lontana influenza di un certo Alien Soldier? Chissà...
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Originariamente inviato da AlextheLioNetChe questo forte accento sulle boss fight sia dovuto alla lontana influenza di un certo Alien Soldier? Chissà...
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In arrivo la versione Nintendo Switch (18 aprile)
https://www.nintendo.com/games/detail/cuphead-switch
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Originariamente inviato da maxtex74Ma per PS4 è uscito?Ultima modifica di AlextheLioNet; 22-03-2019, 14:20.
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