Continua la collaborazione con Games2 con questo nuovissimo articolo scritto da Alessandro Finizio. Buona lettura
Il Platform è uno dei pochi generi di videogioco che in questi ultimi anni partorisce molti titoli interessanti, con dei mondi straordinari ed uno stile di gioco decisamente intrigante.
In questo ambito si può dire che la porta bandiera sia Ubisoft, che con il suo motore di gioco UbiArt Framework ha realizzato i due titoli di Rayman più creativi di sempre insieme ad altri titoli come Valiant Hearts.
Questa volta, invece, il protagonista è uno studio indipendente, Moon Studios, che ha creato Ori and the Blind Forest e che noi di Gamesquare abbiamo provato per voi. Questo titolo ha richiesto ben quattro anni di sviluppo e possiede un dietro le quinte davvero particolare. Partiamo col dire che uno dei componenti che guidava il team di sviluppo era Thomas Mahler, che formalmente è uno degli artisti che lavorano per Blizzard Entertainment, ma la peculiarità sta proprio nella software house che ufficialmente non ha una sede, bensì i componenti del team sono localizzati un po’ ovunque nel mondo: Australia, Israele, USA e così via. È incredibile come uno studio con questi presupposti sia riuscito a creare un videogioco come Ori.
Ori, il piccolo guardiano di Nibel
Ori and the Blind Forest ci ha investito fin dall’inizio con una miriade di emozioni, talvolta contrastanti, scaturite da un’introduzione bellissima e triste allo stesso tempo.
Una fogliolina luminescente, che non riesce a resistere alla forza incontrastabile di una tempesta, si disperde in una zona remota nella foresta di Nibel. A contatto con il suolo si rivela per ciò che è in realtà: un bianco spirito guardiano. Il caso vuole che si ritrovi proprio nei pressi di una bizzarra e pacifica creatura, di nome Naru, che trova il piccolo guardiano svenuto e, senza alcuna esitazione, lo porta nella sua casa, dove lo adotta come un vero e proprio figlio. Preso il controllo del piccolo guardiano, che scopriremo chiamarsi Ori, ci troveremo a svolgere diverse attività insieme a questa specie di “madre adottiva”, seguite dall’introduzione alla trama e alle dinamiche di gioco.
Nibel è una foresta al cui centro si trova l’Albero dello spirito, da cui nascono gli spiriti guardiani come Ori, che possiede il potere di equilibrare gli elementi della natura: acqua, aria e calore.
L’Albero dello spirito percepisce che Ori si trova molto distante e per questo tenta di richiamarlo a se emettendo una luce accecante, ma Naru impedisce al guardiano di seguire il richiamo per paura che Ori lo abbandoni per sempre. Nei giorni che seguono il richiamo, la foresta inizia ad appassire, facendo diventare sempre più difficile trovare del cibo per sostentare sia Ori che Naru, infatti quest’ultimo muore di fame durante il sonno. A questo punto Ori, che non ha mai conosciuto nessun’altro al di fuori di Naru, perde le speranze ed inizia a vagare nella foresta senza una meta, finendo anch’egli tra le braccia della morte. L’Albero dello spirito, prima che sia troppo tardi, infonde nuova energia in Ori, nella speranza che questi riesca a riportare nuovamente la luce a Nibel.
Ori and the Blind Forest non svela immediatamente le sue carte a chi lo gioca. La trama, che all’inizio può sembrare banale, in realtà si rivela essere una vera e propria perla, capace di provocare emozioni forti e di trasmettere un bel significato. Moon Studios ha studiato tutto fin nei minimi dettagli, dando a chi lo gioca l’illusione che la trama sia solamente abbozzata e di introduzione, per poi travolgerlo e catturarlo senza più lasciarlo andare. Ad accompagnare tutto questo vi è una direzione artistica magistrale che è riuscita a realizzare qualcosa di incantevole.
Ori and the Blind Forest è un tripudio di colori e di emozioni. Si nota fin dal primo istante la cura e la passione che è stata infusa nel comparto audiovisivo del gioco.
Non per altro si tratta di un titolo nato come “lettera d’amore”, come lo ha definito David Clark (uno dei gameplay programmer di Moon Studios), indirizzata ai classici giochi d’avventura, come Rayman e Metroid. Non si tratta di sterile “graficone” composto da migliaia di poligoni, anzi in Ori i poligoni sono assai pochi, ma di uno stile sempre coerente con il contesto e che accompagna il fruitore all’interno di tutta Nibel. Questo meccanismo, seppur già ricco di potenziale, viene contornato da un comparto sonoro altrettanto ben realizzato che intensifica e rafforza ulteriormente il collegamento che si viene a creare tra il gioco ed il videogiocatore.
Un fullscreen problematico
Durante la nostra prova non abbiamo riscontrato nessun problema degno di nota, ad eccezion fatta di questo: il fullscreen che non si riattiva. Non sappiamo con precisione se sia un errore di programmazione insito nel gioco o un problema del motore grafico Unity 4, però sappiamo con certezza che l’unico modo per poter riabilitare la modalità a schermo intero, dopo aver ridotto a finestra svariate volte il gioco, è quello di aprire il registro di sistema e cambiare il valore manualmente da 0 a 1. Nella nostra valutazione non considereremo questo problema in quanto è inesistente se non tentate più volta di cambiare finestra con Alt+Tab.
Sein, il portatore di luce
In Ori and the Blind Forest il nostro protagonista ottiene i suoi poteri anche grazie a Sein, la luce dell’Albero dello spirito, che il caso ha voluto fargli incontrare proprio nel momento di maggior bisogno. È così che Ori acquisisce le prime abilità offensive, necessarie per fronteggiare i pericolosi nemici che abitano la foresta fin dai primi giorni dell’avvento del lato oscuro. Le meccaniche del gameplay si evolvono piacevolmente nel corso della storia, permettendo al giocatore di padroneggiare ogni abilità nel modo corretto e di comprenderne tutte le potenzialità. A fare da scuola per i novellini, sono presenti anche dei bonus nascosti (potenziamenti per l’energia o per la vitalità e sfere di esperienza bonus) all’interno delle varie zone della mappa, piuttosto vasta e ricca di nascondigli e svolge egregiamente il suo ruolo di teatro per gli avvenimenti di Ori and the Blind Forest. Le varie zone sono collegate da percorsi che divengono accessibili solo dopo aver portato al termine degli eventi della zona in cui ci si trova.
Ori potrà sbloccare nuove abilità attive tramite la connessione con gli alberi ancestrali sparsi nella mappa, ognuno di essi sblocca una determinata abilità, necessaria per proseguire nel gioco: questi particolari alberi immagazzinano al loro interno dei poteri a cui Ori può accedere mediante una connessione spiritica. Queste abilità spaziano dal doppio salto fino al salto caricato, che permette di effettuare dei salti potenziati per danneggiare i nemici ed abbattere alcuni dei muri che bloccano la strada.
Lo stile di gioco di questa IP non è adatto a tutti, nonostante il sistema di controllo sia eccezionale, per via della sua natura Trial and Error, che nei suoi momenti più concitati e impegnativi è in grado di far innervosire anche i giocatori più calmi. Inoltre i combattimenti, se non si comprendono a fondo le meccaniche di tutte le abilità, possono risultare un po’ tediosi, per via del gran numero di nemici presenti su schermo che attenteranno alla nostra vita.
Ori and the Blind Forest è un titolo piuttosto longevo, in grado di regalare circa 8 ore di gioco intense. Per quelli di voi che sono più audaci, sono presenti achievement, o obiettivi, da far accapponare la pelle, oltre ad una serie di nascondigli accessibili solo a chi è disposto a spendere del tempo a provare e riprovare.
Connessione pronta
Moon Studios ha realizzato un sistema di salvataggio ad hoc per Ori and the Blind Forest, che non ha tardato a ricevere un po’ di critiche, stiamo parlando dei Collegamenti Spirituali. Tenendo premuto un pulsante Ori si collega all’Albero dello spirito e salvare, per farlo è necessaria una carica di energia (più avanti nel gioco è anche possibile ridurne l’energia richiesta), che è possibile ricaricare tramite l’uccisione di alcuni mostri e l’assorbimento di alcune pietre energetiche sparse nella mappa di gioco.
Noi abbiamo trovato molto comodo questo sistema, tanto che durante i nostri playthrough riuscivamo a salvare spesso e molte volte di seguito a distanza di pochi minuti.
Il Collegamento Spirituale ha delle restrizioni: oltre all’energia viene richiesta anche l’energia spirituale, che si ricarica ogni un tot di tempo e funge da meccanismo di controllo per impedirne l’uso smodato. Inoltre è necessario che non vi siano nemici nell’area e che il terreno sia stabile e sgombro. Oltre a questo sistema sono presenti dei checkpoint, una sorta di santuari sparsi in tutto il mondo di gioco, dove è possibile salvare e ristabilire l’energia e la vita di Ori.
Recensione Ori and the Blind Forest
Comprimi
- Pubblicato: 27-04-2015, 11:43
- 3 commenti
-
X
Comprimi
-
Ori and the Blind Forest
-
I giochi di piattaforme stanno vivendo una sorta di seconda giovinezza In effetti oggi come oggi in questo genere è possibile arricchire moltissimo l'aspetto grafico e raggiungere vertici visivi e "artistici" davvero notevoli, come in questo caso
L'invio di commenti è disabilitato per i non registrati. -
ULTIMI ARTICOLI
Comprimi
Non ci sono risultati che soddisfano questo criterio.
widgetinstance 209 (ULTIMI COMMENTI) skipped due to lack of content & hide_module_if_empty option.