Reviews LV-426 - PC WindowsLV-426 è un ottimo rifacimento del buon vecchio “Aliens”, uno sparatutto in prima persona realizzato per le principali piattaforme ad otto bit dei primi anni ’80. Il gioco, come traspare chiaramente dal titolo, è stato tratto dal secondo film dell’omonima serie cinematografica e viene ricordato come uno dei videogiochi più sorprendenti della sua epoca. Non tanto per l’innovativa visuale in soggettiva attraverso cui si governava un manipolo di soldati costretti in un’ambientazione claustrofobica, ma piuttosto per via della cura con cui riuscì a ricreare l’inquietante atmosfera della pellicola originale. Grazie a quest’ultima divenne, infatti, uno dei giochi più angoscianti della storia videoludica, ovviamente facendo le debite proporzioni in termini di possibilità hardware.

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La trama, come premesso, si rifà alla vicenda narrata nel secondo capitolo della saga: in pratica dopo quasi sessant’anni passati alla deriva nello spazio, la capsula di salvataggio del tenente Ellen Ripley viene finalmente intercettata e tratta in salvo sulla stazione spaziale Gateway, in orbita nei pressi della Terra. Dopo qualche giorno di riposo, resosi necessario per riprendersi dai postumi di un così prolungato periodo di ipersonno, Ripley, ancora visibilmente scossa per l’accaduto, si presenta davanti ai rappresentanti della Compagnia, la “Weyland-Yutani”, per esporre i fatti che portarono alla decimazione dell’intero equipaggio e alla successiva autodistruzione della gigantesca astronave da carico Nostromo. Fin da subito, il suo resoconto non è ritenuto plausibile e viene addirittura liquidato come un mero vaneggiamento di una donna mentalmente instabile e profondamente traumatizzata da una brutta esperienza.

Il solo accettare l’idea che un così grave disastro possa essere avvenuto a causa di una fantomatica creatura sviluppatasi all’interno di un membro dell’equipaggio precedentemente infettato da un parassita alieno, appare del tutto inconcepibile per i presenti. Lo stesso monito, attraverso il quale Ellen cerca di mettere in guardia i commissari circa l’esistenza d'innumerevoli altri esemplari analoghi celati all'interno di un misterioso scafo alieno, rimane del tutto inascoltato. Da lì a poco, s’interrompono le comunicazioni con la colonia LV-426, da cui il titolo del gioco, il medesimo pianeta su cui decenni prima mise piede lo sfortunato equipaggio del Nostromo. In men che non si dica, viene organizzata una missione per investigare sulle cause del misterioso silenzio.

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Ripley, inizialmente riluttante, alla fine decide di esorcizzare le proprie paure partecipando alla stregua di un mero consulente. Una volta sul posto, i prodi “marines” si renderanno immediatamente conto di come la gravità della situazione superi le loro ben più rosee aspettative, la stessa Ripley dovrà scendere nuovamente in campo per uscirne viva. Il gioco sostanzialmente ci pone al comando di una squadra di sei soldati che ha il compito di perlustrare il vasto complesso coloniale di LV-426. (Benché la stessa Ripley suggerisca di concentrare, fin da subito, ogni possibile sforzo per individuare e raggiungere incolumi la camera in cui si anniderebbe la temibile regina aliena.)

All’inizio della partita, diversamente da quanto accadeva nel titolo originale, c’è offerta la possibilità di personalizzare l’allegra combriccola che da lì a poco andremo a governare, cliccando su un particolare membro della spedizione, infatti, potremo sostituirlo con un altro giusto per rendere le cose un po’ più varie. Ogni soldato dispone di una serie di parametri che ne descrivono le performance in azione, in particolare: l’ammontare delle munizioni in dotazione, la precisione del tiro, la diversa tolleranza alla fatica e la resistenza agli attacchi dei nemici. L’azione, come premesso, ci viene mostrata con una visuale in prima persona, cioè dalla telecamera montata sull’elmetto del soldato sotto il nostro controllo. La scena può essere ruotata di 360 gradi, così come il mirino che indica dove sta puntando l’arma può spostarsi indipendentemente da essa. Una serie di mini telecamere, una per ogni membro del gruppo, ci fornisce, inoltre, una piccola panoramica delle immediate vicinanze dei commilitoni inattivi. Un apposito allarme, sia acustico che visivo, qualora attivato, ci segnalerà di volta in volta la presenza di una qualsiasi minaccia. I vari ambienti della base sono caratterizzati da delle condizioni d'illuminazione differenti, nel caso un ambiente fosse sprovvisto di una fonte luminosa, sarà comunque possibile sfruttare la flebile luce di una torcia elettrica.

Le stanze che costituiscono l'enorme colonia sono interconnesse fra loro mediante un intricato sistema di porte, cliccandovi sopra con il pulsante d’azione saremo in grado di spostarci fra esse. I soldati, purtroppo, possono solo essere gestiti singolarmente, selezionando di volta in volta colui che è rimasto più indietro. Le porte, nel qual caso la situazione lo richieda, possono essere sfondate a colpi di fucile o sigillate facendo saltare l’apposita serratura elettronica che le controlla. Le stanze che presentano delle concrezioni biomeccaniche, cioè che recano i segni di una recente attività aliena, dovranno esserne ripulite così da individuare nuovi punti d’accesso ed impedire l'eventuale sviluppo di uova e facehugger.

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L’orientamento all’interno degli inquietanti meandri della base, è stato semplificato grazie all’aggiunta di alcuni piacevoli miglioramenti, in particolare: la bussola che segnala la nostra direzione e la mini mappa che mostra le stanze e le rispettive porte nelle nostre immediate vicinanze. A mano a mano che persevereremo ad esplorare i locali della colonia, gli attacchi degli xenomorfi diverranno sempre più incalzanti ed il livello di difficoltà si farà sempre più impegnativo. Durante i frequenti scontri a fuoco, saremo costretti a centellinare l’uso delle munizioni, così come a non abbattere gli alieni in prossimità di una porta in modo da evitare l’eventuale formazione di pericolosissime pozze d'acido molecolare. Nel caso un nostro compagno venisse catturato vivo da un fuco o da un facehugger, potremo sempre ritornare sui nostri passi per tentare di liberarlo. La dotazione delle munizioni in nostro possesso può essere rimpinguata solamente visitando l’apposita armeria, così come eventuali ferite potranno essere curate nei locali del centro medico. LV-426 offre, inoltre, un’accattivante modalità a due giocatori, ciascuno dei quali controllerà una squadra di tre soldati e ne osserverà le gesta in un apposito “split-screen”. Il gioco, oltre tutto, consente il salvataggio dei nostri progressi.

Graficamente LV-426, pur avvantaggiandosi della maggior risoluzione grafica e delle migliori capacità cromatiche dei PC moderni, non tradisce in alcun modo lo spirito del titolo originale. In altre parole, nonostante un comparto grafico più nitido e definito, più al passo coi tempi se vogliamo, riprende per filo e per segno lo stile grafico originario, pur non disdegnando qualche piccolo miglioramento come i volti digitalizzati dei marines, le luci dinamiche e qualche schermata d’intermezzo che riproduce alcuni eventi del film. Il comparto audio amplifica ulteriormente il profondo senso di disagio del titolo originale, forte della colonna sonora e dei rispettivi effetti sonori mutuati direttamente dalla pellicola cinematografica.

Il gioco può essere scaricato liberamente da questo link


LV-426 - PC Windows - Video gameplay



COMMENTO FINALE


"Ciò che mi preme sottolineare in queste battute finali, è come LV-426 sia riuscito a ricreare la medesima angosciante sensazione di pericolo e tensione che contraddistingueva lo sparatutto di tanti anni fa, prova ne siano gli innumerevoli balzi sulla sedia che è ancora in grado di provocare. Nonostante le indubbie limitazioni strutturali e l’estrema linearità di fondo, Aliens Remake resta pur sempre un ottimo rifacimento di un videogioco che a suo tempo non mancò d’inquietare le notti di molti videogiocatori oramai attempati. Un remake, quindi, che non solo coglie in pieno lo spirito del vecchio FPS della Electric Dreams, uno dei più angoscianti ed innovativi della sua epoca, ma che riesce persino a migliorarlo in più di un frangente."