Serious Sam: The First EncounterTanto tempo fa, quando Duke Nukem era ancora un'icona videoludica globale e non la barzelletta dell'industria che è ora, diversi programmatori guardavano a lui come a un esempio da imitare per i loro titoli futuri. Nessuno di loro però ha fatto tanto quanto Croteam, un piccolo gruppo di programmatori croati che negli anni 90 aveva all'attivo solo un paio di titoli: i giovani coders poco più che amatori tirarono fuori dal cilindro il loro eroe irriverente e violento, Serious Sam, che divenne il titolo più rappresentativo della loro line-up (e della Croazia intera, non certo nota per le sue software house), oltre che il primo di una lunga serie che non accenna a terminare.
Nato nella seconda metà dei '90 solo come “tech demo” dell'engine proprietario di Croteam, chiamato per l'appunto “Serious Engine”, col passare del tempo SS:TFE divenne nel 2001 un gioco a sé stante che segnò un'era per le capacità grafiche e computazionali, che gli permettevano di gestire un enorme numero di nemici su schermo e arene vastissime senza la minima traccia di effetto nebbia o pop-up. Ma, se la potenza è nulla senza controllo, la forza bruta di calcolo non può bastare da sola a fare un bel gioco. Quali sono quindi i segreti del successo di Sam “Serious” Stone?

Un uomo chiamato tamarro

Dicevamo dei nemici su schermo: Croteam non ha mai voluto nascondere la natura fondamentalmente “ignorante” del suo titolo, dove ciò che importa è solo fare una strage di nemici con un arsenale sempre più potente e variegato, dai revolver ai lanciarazzi. Proprio come negli arcade dell'età d'oro, e infatti non manca nemmeno la sfida al miglior punteggio. Gli avversari si misureranno a sciami, a orde addirittura, facendo impallidire tutti i FPS venuti prima di esso. È entrata nella storia degli sparatutto la gag con Sam che elimina un kamikaze senza testa, sfottendolo ma vedendo subito dopo un plotone di essi sciamare giù per le dune urlando all'unisono (ma se non hanno la testa come... vabbé, non importa) e facendo provare il primo brivido a lui e ai giocatori ignari. In certe particolari occasioni la musica si farà sincopata, il nostro urlerà “WAR!!!” e ci ritroveremo chiusi in enormi stanzoni contro ondate di nemici di proporzioni bibliche... letteralmente. Ditemi voi se venire assaliti da migliaia di rane esplosive non dà l'impressione di essere stati condannati a vivere una delle Dieci Piaghe d'Egitto!

Serious Sam: The First EncounterSerious Sam: The First EncounterSerious Sam: The First Encounter

A proposito di antico Egitto, il gioco di Sam il Serio era degno di nota anche per un altro particolare, oltre che per la potenza bruta del Serious Engine: al posto dei dungeon cupi e labirintici che erano diventati la norma da Doom in avanti, il nostro combatterà mostri e alieni in una rappresentazione fantasiosa ma affascinante della terra dei Faraoni. Per motivi troppo contorti (e onestamente stupidi) da ripetere qui, Sam si troverà a blastare qualunque cosa gli si pari davanti tra assolate lande sabbiose, templi dai marmi abbacinanti e invitanti oasi nel deserto, con abbondanza di lens flare e una risoluzione delle texture molto buona per essere un titolo del 2001. Anche per questo il titolo ricevette meritatamente applausi e onori.
Non ci si deve dimenticare però del comparto sonoro: non tanto per le musiche, ritmate e adrenaliniche ma abbastanza standard per il genere, quanto per l'uso intelligente degli effetti sonori. A ogni tipo di nemico è associato un verso o rumore distintivo, il che ci porterà ad anticipare la presenza di avversari nelle vastissime arene, impossibili da scansire con lo sguardo in un colpo solo, e nel contempo a creare nervosismo e ulteriore tensione nel “povero” giocatore già provato dall'eliminazione di migliaia di mostri. Chi gioca imparerà ben presto a riconoscere – e odiare! – il muggito dei tori alieni, lo stridio delle arpie, l'incessante galoppare degli esseri scheletrici e così via, un ottimo risultato per un titolo il cui scopo primario è tenerci costantemente sotto pressione.

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Why so Serious?

La recensione in realtà potrebbe anche finire qui: tutto quello che c'era da dire di importante è stato detto. Le zone sono enormi e ben studiate, ricchi di bonus nascosti, locazioni segrete e trappole, ma tutto ciò che ci viene chiesto è solo fare un massacro. Non ci sarà mai da applicare il pensiero laterale, o anche solo risolvere semplici puzzle o completare obiettivi, solo mostri su mostri. Il che non è di per sé un male, beninteso, ma chi è abituato a shooter più “sostanziosi” potrebbe rimanere deluso. Potrebbero rimanere offesi (cit.) pure coloro che in un gioco amano anche contemplare i paesaggi: non ci sarà tempo per farlo, poiché gli avversari vengono teleportati in quantità industriali sul campo... spesso non ci sarà riposo fino a quando non li avremo eliminati fino all'ultimo. Numeri certe volte francamente eccessivi anche al di fuori delle “sequenze di guerra” descritte sopra.

Serious Sam: The First EncounterSerious Sam: The First EncounterSerious Sam: The First Encounter

Questa natura “hardcore” del gioco si ripercuote anche sul personaggio stesso di Sam, una macchietta quasi senza background che esiste solo per la necessità di avere un avatar: non è chiaro se il personaggio sia una parodia, un omaggio o una versione discount di Duke Nukem, data la sua caratterizzazione minimale (se Clint Eastwood era “l'uomo con o senza cappello”, Sam è “l'uomo con occhiali scuri e T-shirt”... e basta). Tale indeterminatezza si riflette anche nella natura dei due seguiti ufficiali: tanto demenziale, colorato e marcatamente cartoonesco il primo, quanto brutale, truculento e serio(us) il secondo (in realtà un prequel), che sembra quasi una brutta copia di DOOM piuttosto che delle avventure del Duca.
Tutto questo però non inficia poi troppo il giudizio finale: Croteam ha fatto comunque un ottimo lavoro, a tratti spettacolare ancor oggi, ad esempio nella sfida finale contro il colossale Ugh-Zan III, qualcosa di veramente mai visto prima fino ad allora. Sam ha lasciato il segno nella comunità dei giocatori di FPS e rappresentato una piccola rivincita degli sviluppatori europei: staremo a vedere se i nostri riusciranno a rinnovare la saga senza snaturarla nell'imminente Serious Sam 4.


COMMENTO FINALE


"Gioco molto ben riuscito per i tempi ma tuttora solido, anche nella versione non “rimasterizzata”, SS:TFE soffre però per la tendenza a uno stile di gioco troppo rivolto al pubblico più hardcore che potrebbe indispettire i giocatori “normali” e portarli a troncare l'avventura prima del climax degli ultimi stage. Ripetitività e frustrazione a parte, non ci sono grossi difetti da segnalare (a parte forse lo scarso appeal di Sam). Un esperimento molto interessante che è diventato non senza merito un franchise di successo.