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ID: 257901Una saga cinematografica che molti di noi non dimenticheranno facilmente, sono certo ne converrete, è quella di Ritorno al Futuro. Lungi dal glorificarla eccessivamente, bisogna ammettere che i tre capitoli della serie hanno colpito l'immaginario di chi era adolescente nella seconda metà degli anni '80, dando vita ad innumerevoli citazioni e parodie in molte altre pellicole. Le vicende cui vanno incontro Marty McFly e il suo amico Emmett “Doc” Brown, scienziato a cui si deve la possibilità di viaggiare nel tempo, sono sicuramente entrate nell'immaginario cinematografico collettivo.
In questa sede, però, parleremo dell’omonimo videogioco. In questo “Back to the Future – The Game” siamo ben lontani da una classica trasposizione cinematografica. Di pessimi tie-in non se ne sente mai la mancanza e la Universal, che collaborò attivamente con la Telltale per la stesura della sceneggiatura, non voleva sicuramente presentare un lavoro raffazzonato, considerando la lunga memoria dei fan, i quali non avrebbero perdonato l’ennesimo pessimo gioco sulla loro amatissima saga. Di pessimi giochi basati sull'epopea della famiglia McFly e del destino della fittizia cittadina californiana di Hill Valley, infatti, ce ne sono stati fin troppi: inutile citarli, è più semplice cercare uno degli esilarati video dell'Angry Video Game Nerd, il quale nel settembre 2010 decise di flagellarsi coi pessimi titoli ispirati a questa saga sulle console a 8 e 16 bit.

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Il 2010 è l’anno in cui la saga cinematografica vive una nuova epifania, una riscoperta generale grazie alle celebrazioni del venticinquennale del primo episodio. Per la felicità di chi tra l'85 e il '90 aveva divorato i film, ma anche per far apprezzare la saga ad un nuovo pubblico che allora non era neppure nato, la Universal ripubblica un'edizione definitiva della trilogia, finalmente anche in Blu-Ray, con una pulizia grafica e sonora ed una quantità di contenuti extra davvero notevoli. Non solo: viene commissionata per il 2011 una nuova avventura video ludica, evento altrettanto importante per tutti i giocatori.
La cosa davvero speciale è che non stiamo parlando di un gioco “ispirato” ai film; si tratta di un vero e proprio quarto episodio. “Ritorno al Futuro – Parte 4” c'è ed è pronto per il digital delivery. Per questo dobbiamo ringraziare la Telltale Games, una casa che, nella prima decade del nuovo millennio, ha senza dubbio avuto influenza nell'ambito delle avventure grafiche dando vita a dei titoli “punta&clicca” vecchio stile.
La Telltale è composta anche da ex-dipendenti della Lucasarts e lo si può notare dall'attenzione posta nel rilanciare saghe come Sam & Max, Monkey Island e anche Jurassic Park. Molti meriti si possono attribuire a questa casa, uno indiscutibile e quello di aver riportato in auge le avventure grafiche di stampo umoristico o demenziale, spirito che si era un po' perso negli ultimi anni. Da grande appassionato di punta&clicca quale sono penso che vadano benissimo gli Sherlock Holmes, i Dracula, i Dark Fall, gli Art of Murder, i Secret Files o i Black Mirror, gli L.A. Noire o gli Heavy Rain, ma non dimentichiamoci dei colori! Negli anni intorno al 2010 qualcosa di questo genere è uscito: A Vampyre Story, Ceville, i tre Runaway e anche Hollywood Monsters 2!
L'effetto Telltale si è sentito, o almeno non è stato del tutto ignorato.

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Digressioni a parte, il punto è che abbiamo tra le mani la quarta avventura di Marty e Doc! Sotto forma di videogioco, ma va benissimo ugualmente! La divisione stagionale in cinque episodi (su PS3, Wii, PC e Mac) da circa tre-quattro ore l'uno garantisce un'ottima longevità già parlando di un film, e anche per un gioco si tratta di una durata adeguata. Per quanto infatti si possa essere bravi a completare un punt&clicca, si devono dedicare come minimo un paio d'ore ad episodio. Proprio come ogni altro titolo della Telltale, anche questo gioco è diviso in diversi brevi episodi, adatti per il digital delivery. Chi ama il supporto fisico non rimane a bocca asciutta: come da tradizione Telltale, terminata una saga stagionale distribuita tramite la Rete, viene poi prodotta un'edizione scatolata. Questo vale anche per Back to the Future e per tutte le versioni, PS3 e Wii.

Non posso dire troppo sulla trama, dato che è proprio il succo di questo titolo, ma almeno l'incipit lo posso rivelare. Ricorderete che alla fine del terzo episodio Martin aveva fatto ritorno nel 1985, mentre Doc era rimasto nel passato per costruire una vita assieme a Clara, sua futura (o passata!) moglie. Tutto a posto, quindi. Il primo episodio della nuova fatica Telltale continua la saga, riprendendo dall'anno 1986, quando ricominciano i problemi per Marty. La DeLorean, che credevamo essere stata distrutta nell'epilogo del terzo film, torna a farci visita da un'epoca temporale che dovremo essere noi a scoprire (causa malfunzionamento degli indicatori). Torna infatti da Marty senza passeggeri a bordo e con ben pochi indizi per capirne la provenienza. Dovremo quindi scoprire da dove proviene l'auto e perché è tornata nel 1986 senza nessuno all'interno.

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Senza troppi problemi scopriamo che deve essere accaduto qualche pasticcio nel 1931. L'incursione del dottor Brown in quell'anno non si è rivelata fruttuosa, dato che è stato arrestato. Senza indugio ci rechiamo nella Hill Valley '31, luogo attorno a cui ruoteranno tutte le vicende, e cerchiamo di porre rimedio ala situazione. Dopo un primo episodio più o meno “normale”, proseguendo nella saga capiamo che, quando crediamo di aver risolto un problema, in realtà ne abbiamo creato involontariamente un altro, dando vita a nuove linee temporali. Paradossi quasi insanabili ci porteranno più di una volta ad un passo dalla catastrofe, certo involontariamente, ma sempre a causa nostra. È l'effetto farfalla: una piccola variazione qui e chissà cosa accadrà là. Questa volta però dobbiamo pensare quadridimensionalmente: modificare il 1931 porterà conseguenze notevoli negli anni seguenti, ma sarebbe un peccato svelarvi cosa accadrà!

Meglio non giocare col tempo, allora? Beh, se uno scompenso spaziotemporale causasse la non esistenza del mondo da noi conosciuto, chi, avendone la possibilità, non proverebbe a porvi rimedio? Le realtà alternative che inconsapevolmente creiamo, ovvero le Hill Valley delle diverse epoche in cui finiamo, sono inoltre decisamente interessanti e conformi allo spirito della saga, merito soprattutto della caratterizzazione dei personaggi. Le voci dei protagonisti, in particolare, sono davvero ispirate: non ve n'era il minimo dubbio, considerando che la voce di Doc è nientepopodimeno che quella dell'attore originale, Christopher Lloyd. Marty è invece interpretato da Anthony J. LoCascio, un nome nuovo ma dalla voce perfetta, davvero uguale all'originale! La voce di Marty non avrebbe comunque potuto essere quella di Michael J. Fox, che come saprete è stato colpito dal Parkinson all'inizio degli anni '90. Doc, inoltre, era già un uomo maturo nella trilogia cinematografica, mentre la voce di Michael J.Fox sarebbe stata ormai ben diversa da quella degli anni '80. Risentirla avrebbe comunque fatto piacere, pur se arrochita dal passare degli anni, ma posso anticiparvi che Michael J. Fox riesce comunque a comparire in un cameo nel quinto episodio, dando la voce ad alcuni personaggi, di cui non dirò di più. Posso solo dire che il finale lascia la strada aperta per eventuali altre stagioni, come tutti film precedenti.
Sempre riguardo al comprato sonoro, oltre al magistrale doppiaggio (solo in inglese, come i testi) impossibile non ricordare la colonna sonora. Non solo si sente più di una volta il tema principale, ormai un vero classico, ma anche altre musiche che suonano familiari.

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Mi rendo conto che la recensione dovrebbe essere incentrata sul videogioco, ma è impossibile non sottolineare quanto si sia puntato sulla trama. Gran parte del tempo infatti la trascorriamo chiacchierando coi personaggi: il nonno di Marty, quello di Tannen (un cognome, una garanzia: la dinastia storica dei nemici dei McFly è viva e vegeta anche qua!), Emmett Brown ma anche personaggi “minori”come Danny Parker, il padre di Jennifer, la fidanzata del protagonista. Incontriamo anche quest’ultima e una certa Edna Strickland, parente del professore che aveva dato diversi grattacapi a Marty durante la sua esperienza liceale. Anche Edna non sarà da meno, anzi...
Scaviamo inoltre nel passato di Doc, dato che in molte occasioni lavoreremo con un Emmett Brown diciottenne! Anche in questo caso si nota che si tratta di un gioco realizzato da veri appassionati per altrettanto veri appassionati. Sebbene non sia necessario aver visto i tre film per godersi quest'avventura, non credo sia altrettanto divertente giocare questa stagione ignorando la trilogia.

Il gioco si presenta come un classico punta&clicca: schermate con diversi personaggi e oggetti con cui interagire, un inventario in cui catalogare i pochi oggetti che a turno trovano posto nelle nostre tasche e icone di aiuto un po' troppo invasive.
Ci sono due diverse possibili ambientazioni: o ci troviamo in un'unica schermata in cui dobbiamo risolvere una situazione in poco tempo (qualcuno tenuto in ostaggio, un inseguimento, la fuga da un luogo nel quale siamo bloccati) oppure siamo in una macroarea in cui il nostro compito è quello di correggere incidenti di più ampio respiro. Se ad esempio dobbiamo rovinare la reputazione a qualcuno, far passare un'infatuazione o commettere dei reati per parlare con qualcuno di particolare, è necessario superare il ben rodato sistema delle tre prove, come da classico canovaccio Telltale e Lucasarts. In Monkey Island, il primo o l'ultimo che sia, il copione è più o meno lo stesso: scenario, tre prove, scenario, tre prove, scenario. Una routine più che piacevole, bisogna ammetterlo, e che soddisfa ogni tipologia di giocatore.

Chiunque può proseguire, è davvero impossibile bloccarsi. Il sistema di aiuti è perfettamente integrato, bastano pochi clic per far apparire la schermata che ci fornisce diversi indizi. Nella versione PS3, da me testata, basta premere il pulsante triangolo per far comparire le varie indicazioni. Gli altri pulsanti che usiamo sono: X per interagire con persone e oggetti, quadrato per accedere all'inventario, O per uscire da una conversazione, L1 ed R1 per muoversi tra ciò che è evidenziabile, quasi come in Tales of Monkey Island, Sam & Max o puzzle Agent, usciti anch’essi su PS3. Anche senza abusare degli aiuti, comunque, ogni episodio non dura più di tre/quattro ore, ma considerando che la stagione consta di cinque episodi, non si può dire che come longevità siamo messi male. Giocare tutti gli episodi di fila dopo aver visto la trilogia cinematografica è sicuramente un piacere unico, soprattutto considerando i molti rimandi ai film precedenti, che il vero fan riconoscerà subito!

COMMENTO FINALE


"Back to the Future si presenta davvero come un classico esponente del genere punta&clicca, dotato magari di un comparto tecnico non eccezionale (pochi dettagli e città vuota in cui non c’è mai nessuno tranne chi può interagire con noi) ma gradevole e adeguato al tenore della produzione, che ha giustamente deciso di focalizzarsi sulla storia. Uno stile cartoon ma non troppo, evolutosi rispetto agli esordi della Telltale. Personalmente ritengo la grafica piuttosto gradevole e riuscita. Puntare sull'eccessivo realismo non avrebbe pagato, ma non si può certo dire che sia infantile. Come accennavo, gli oggetti sono pochi, gli enigmi semplici, ma almeno non vi sono contaminazioni con minigiochi o quick time event come nel tragico Jurassic Park: The Game. Se avete una passione per la saga cinematografica e apprezzate il genere dell'avventura grafica, non credo abbiate avuto bisogno di questa recensione, dato che avrete già spolpato questa intrigante quarta iterazione di una saga davvero “storica”! Unico neo, la mancanza di una traduzione italiana: tutto, sottotitoli compresi, è in inglese (o francese o tedesco, se volete). Non è certo un dramma, anche se una buona conoscenza della lingua di Artù è senz'altro utile, non tanto per comprendere gli avvenimenti, quanto soprattutto per cogliere riferimenti e citazioni, Quasi tutti possono proseguire senza problemi, chi però conosce meglio la lingua se la spasserà sul serio! Se fosse un problema, comunque, meglio puntare alla versione PC: sul buon vecchio personal computer potrete scaricare le patch correttive a questo indirizzo: http://bttfinitaliano.altervista.org/
La fedeltà dimostrata alla saga (in collaborazione con i creatori della trilogia originale tra cui Bob Gale!), la perizia della Telltale nel creare punta&clicca interessanti, insieme ad un ottimo doppiaggio e ad una relativa economicità rendono questo gioco molto soddisfacente: ottimo lavoro, Telltale!"