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ID: 252023Prendete Syberia, spogliatelo della sua componente poetica/onirica e sostituite il tutto con sangue, mutilazioni e morte: ci vuole un bel po’ di immaginazione, ma ora avete un'idea concreta di Still Life. Il titolo in esame ci mette nei duplici panni dell'agente Victoria McPherson (che agirà in una Chicago moderna) e di una vecchia conoscenza delle avventure Microids, il detective privato Gustave Mc Pherson (le cui azioni avranno come sfondo una Praga di fine anni ‘20) già apparso in Post Mortem e nonno della protagonista. Anche se le due vicende sono ambientate in luoghi ed epoche tanto differenti, entrambe le indagini verteranno su alcuni efferati omicidi seriali di giovani prostitute. Come mai a distanza di così tanto tempo queste due storie hanno diversi punti di incidenza e sembrano inquietantemente collegate? Beh, per scoprirlo (o meglio, intuirlo, ma ne parleremo in seguito) non resta che giocare a Still Life.

Graficamente il gioco richiama il menzionato Syberia in vari passaggi (anche se le tinte sono ovviamente più cupe), vedasi gli eccellenti sfondi 2D, puliti e dettagliati (nonostante la loro risoluzione sia fissata ad una non elevatissima 800x600) non lesinando anche varie animazioni e tocchi di classe, mentre i personaggi 3D sono solamente buoni, caratterizzati in maniera peculiare (il loro stile potrebbe non piacere) e dalle movenze fluide ma non sempre convincenti nella resa finale, specie per ciò che concerne quelli secondari. I filmati sono bruttini, la regia in sé è ottima ma appaiono troppo sgranati e impastati per colpire nel segno. Il sonoro è eccezionale, i temi spaziano da requiem classici fino al new metal, non disdegnando soffuse musiche ed effetti ambientali. Il doppiaggio è superlativo, gli attori scelti sono dei professionisti e si vede (o meglio, si sente) e la loro interpretazione è realmente convincente anche quando i toni si fanno concitati e il linguaggio diventa scurrile (cosa all'ordine del giorno in Still Life, una spinta al realismo ma anche un freno per i minori, per tacere delle varie truculente scene degli omicidi).

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La giocabilità sarebbe ottima ma... beh, che dire, c'è un "ma" grosso quanto una casa ed è il vero problema alla base del gioco Microids, uno degli aspetti davvero in grado di decretare la riuscita o meno di un'avventura: gli enigmi. Nel corso degli anni, siamo stati abituati a titoli in cui trovare decine di oggetti da combinare tra loro per ottenerne di nuovi e/o da utilizzare in vari punti sensibili dello scenario per gli effetti più disparati. Bene, scordatevi tutto questo. Non che qui non siano implementati enigmi di stampo classico (tra l’altro di una semplicità disarmante), solo che l'andazzo generale sarà fortemente improntato verso i puzzle e Still Life include alcuni dei rompicapo più astrusi che abbia mai affrontato. Ho letto di persone che non hanno esitato a inserire tra i difetti l’eccessiva facilità... balle. Chi dice ciò o è in malafede (ergo lo ha finito avendo davanti la soluzione ma a questo punto dubito che ci abbia effettivamente giocato) o è talmente bravo che se arriva a definire semplice questo, le altre avventure può terminarle senza nemmeno scartare il dvd dalla confezione... stendiamo un velo pietoso.

Per entrare nel dettaglio, ad un certo punto si dovranno preparare i maledetti biscotti della nonna seguendo una sua "fantasiosa ricetta" in cui i vari componenti sono descritti metaforicamente e bisognerà combinarli tra loro in dosi diverse: non è impresa improba, perché con un pizzico di intuito anche chi è a digiuno di cucina può ricavare dalle indicazioni più della metà degli stessi ma si agirà sempre nel dubbio, in virtù di un enigma presentato male; in più per i rimanenti ingredienti si dovrà procedere a casaccio e non è una bella cosa. In seguito si dovrà scassinare una porta agendo su delle serrature… semplicemente diabolico, così come è assurdamente complicata la spiegazione fornita su come procedere: il 99% dei giocatori ci capirà poco o nulla, saltandola bellamente e ritrovandosi con una serie di combinazioni e mosse da eseguire con una logica (piuttosto complessa) precisa e inflessibile, pena l'impossibilità di procedere.

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Questi sono i due che hanno tolto il sonno alla maggior parte degli avventurieri ma io ne aggiungerei almeno un altro paio, ossia quello del ragno, che prevede di comandare un piccolo automa aracniforme attraverso una serie di raggi laser alla ricerca dell'unico percorso quasi sicuro (dico quasi perché non basterà indovinare quello giusto, si dovrà anche contare su una certa dose di tempismo, pena la distruzione del piccolo robot e il dover riaffrontare tutto daccapo) e l'ultimo, quello dei dipinti, che implica l'analisi di alcuni quadri per estrapolare delle parole chiave da utilizzare in un motore di ricerca per ottenere delle indicazioni utili all'indagine. Ovviamente, bisognerà provare tutte le combinazioni possibili, poiché ognuna è potenzialmente valida. Ce ne sarebbero anche altri ma credo che il quadro sia già abbastanza chiaro.

Ora, non dico che questi enigmi siano impossibili da risolvere ma c’è troppa cattiveria gratuita da parte degli sviluppatori. Ci sarà chi riuscirà a superarli in un tempo relativamente breve, chi ci impazzirà dietro giorni (o settimane). Sempre che non decida, preso dallo sconforto, di mollare tutto prima. Perché la soddisfazione di aver superato un dato rebus dopo tot ore perse a penare verrà mitigata dall'essersi, nel frattempo, straniti dalla trama. Affrontare certi passaggi porta il giocatore ad allontanarsi dalla storia di Still Life, a concentrarsi in un mondo a parte e, una volta tornato all’avventura principale, a ritrovarsi spaesato, come se la vicenda vissuta, scorrevole ed eccitante fino ad allora, fosse un ricordo lontano avvolto dalla stessa foschia che copre i sobborghi di Praga.

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Tralasciando per un attimo questo difetto, la stessa interfaccia, per quanto buona, poteva essere migliore: perché costringere il giocatore a percorrere certe locazioni accessorie, invece di dargli la possibilità si skipparle direttamente? E perché, durante i dialoghi, si ha solo la possibilità di premere il tasto sinistro per farli proseguire o, all'occorrenza, il destro, per parlare di argomenti ininfluenti? D'accordo che pur avendo a disposizione delle scelte multiple, ai fini della libertà d'azione sarebbe cambiato poco, perché i vari temi sarebbero stati comunque tutti sviscerati, però tutto questo da una sensazione sgradevole di indirizzamento, di predefinizione.

La storia è interessante e scorre via piacevole (per quanto possa esserlo una trama che parla di cruenti ed efferati omicidi), addirittura nella stragrande maggioranza del gioco si procede semplicemente dialogando coi personaggi secondari e proprio questo è un paradosso: da un lato l'eccessiva linearità e semplicità dello scorrere della vicenda, che la rende veloce e appassionante, dall'altro quei maledetti enigmi che la tengono in stand-by per un periodo imprecisato, impedendone la fruizione, che avverrà a fasi alterne, con improvvise accelerazioni e altrettante inaspettate brusche frenate, con un ritmo troppo spezzettato per essere realmente godibile. Una via di mezzo era pretendere troppo?

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Interessante che a volte ci venga chiesto di analizzare determinate locazioni paragonandole a delle fotografie per carpire eventuali discrepanze, così come è intrigante poter esaminare la scena del delitto in stile CSI (o RIS) alla ricerca di prove: trovate intelligenti e ben contestualizzate anche se fondamentalmente atte ad allungare artificiosamente il brodo. Perché Still Life, a ben vedere, dura proprio pochino e ha, dulcis in fundo (sono ironico), un finale che più aperto non si può. Insoddisfacente per chi si aspetta di ricevere qualche risposta sull'identità del serial killer, affascinante per chi ha amato questa avventura e ne attende con ansia il seguito per svelare l'arcano.

E' un peccato non poter promuovere a pieni voti il gioco Microids, così come sarebbe stato tranquillamente alla sua portata ma gli enigmi influenzano la valutazione in tutti i suoi settori: se come già detto da un lato aumentano sensibilmente la durata, altrimenti mediocre, per contro ne diminuiscono la giocabilità, altrimenti buona. Generalmente chi lo ha affrontato, ne è rimasto soddisfatto (mettendo da parte puzzle e finale) e io per primo, dopo varie ore, ero certo del suo valore assoluto. Purtroppo ci sono certe scelte che ne sminuiscono il risultato globale e appesantiscono eccessivamente un videogioco che pesante non lo sarebbe per nulla, se non nelle tematiche trattate.


COMMENTO FINALE


"Still Life è consigliato a chi attratto dalle tematiche e piuttosto bravo nelle avventure grafiche. Per tutti gli altri, equivale a leggere un racconto ricco di tensione, interrompendolo per dedicarsi alla risoluzione di alcuni enigmi tosti della Settimana Enigmistica. Il rischio di sbirciare la soluzione è dietro l'angolo ma se si deve spogliare il gioco della sua sfida, tanto vale evitare di frustrarsi dietro il titolo Microids e gustarsi la visione di un thriller come Seven o Saw, traendone sicuramente maggior soddisfazione."

Giuseppe "Epikall" Di Lauro