La gestione di questo gioiello è affidata ad una intelligenza artificiale chiamata XERXES, un nuovo modello incapace di sviluppare proprie volontà per evitare quello che accadde anni indietro con SHODAN e la sua strage in una stazione spaziale. Nel suo viaggio inaugurale viene imbarcata anche una truppa di militari per affrontare imprevisti pericolosi che, come volevasi dimostrare, di certo non mancheranno. In un impreciso momento del viaggio, qualcosa va storto, la situazione a bordo precipita e noi veniamo ibernati in attesa che il tutto si stabilizzi. Qualcosa di anomalo ci risveglia e ci basterà poco per realizzare che lì s’è consumata da poco una tragedia e che non c’è nessun altro essere umano vivo nelle nostre vicinanze. Siamo soli, nello spazio, alla deriva. Appare molto probabile che la causa di tutto ciò sia un malfunzionamento dell’intelligenza artificiale a capo della macchina. Girovagando per la nave verremo a contatto con quello che rimane dell’equipaggio, larve umane trasformate in… qualcosa di diverso, una sorta di mutanti. Tra i cadaveri troveremo alcuni diari di bordo utili per ricostruire il nostro puzzle fino al momento in cui verremo contattati da una certa dottoressa Polito, una superstite, che ci chiede di raggiungere urgentemente lei e gli altri sopravvissuti al quarto piano della nave. Quando lo faremo, la trama sferrerà un clamoroso tocco di classe ma… massimo riserbo nei dettagli! Spero di incuriosirvi, DOVETE giocare System Shock 2. Anzi, se siete veramente dei cultori di videogiochi, giocatevi il primo System Shock per “prendere confidenza” con SHODAN. La trama di questo gioco entra di diritto nella categoria dell’ hard sci-fi serio e raffinato. Vagare nelle aree dei livelli offre emozioni intensissime, in un continuo muoversi attorniati da cadaveri e obbrobri mutanti ci interrogheremo sul perché di una simile tragedia. Ci pervade una costante sensazione di disagio, un sentore che ci dice che tutto può accadere aggravato dalla consapevolezza di non conoscere, fino alla fine, l’incipit degli avvenimenti, spaventati da alcuni latenti impulsi cerebrali delle vittime che ci appaiono sotto forma di fantasmi.
In System Shock 2 nulla è facile: la nostra avventura è rappresentata in maniera verosimile, nel rispetto della sceneggiatura, quindi dimenticatevi i medikit disseminati in ogni angolo, munizioni a iosa e quant’altro, qui c’è da soffrire. Si risparmia letteralmente il singolo proiettile, si cerca di evitare l’utilizzo delle armi migliori perché esse possono rompersi o deteriorarsi, ci si deve impegnare persino ad organizzare al meglio il proprio inventario come si fa per le valigie, cercando di disporre gli oggetti ottimizzando lo spazio. La complessità regna sovrana. Pensate che per ottenere alcuni prodotti dovremo dirigerci verso appositi reparti scientifici per recuperare i giusti elementi chimici da utilizzare tra la vasta quantità di quelli disponibili. L’unico aiuto concreto e sensibile di cui potremo godere saranno le stazioni di potenziamento del personaggio, dove upgradare le nostre caratteristiche e alcuni messaggi via radio che ci forniranno indicazioni utili sulle azioni da svolgere. Non illudetevi, si tratta di poca roba, nulla di paragonabile alla tenacia di alcuni nemici o alla frustrazione derivante dalla rottura delle armi. System Shock 2 vi disturberà: ci giocherete attanagliati dalla tentazione di tornare a Windows, spaventati da ogni compito che vi verrà assegnato. Non so se definirlo un gioco horror: alcune riviste molto rispettabili lo hanno inserito tra i giochi più terrificanti di sempre, ma io lo vedo piuttosto come un riuscitissimo thriller psicologico con una tensione media elevata ma senza momenti di puro spavento. L’esperienza di gioco offertaci dalla Irrational Games, per quanto allettante, è facile da declinare perché System Shock 2 non è un gioco spettacolare, con la sua sceneggiatura cupa e i suoi scontri diradati nel tempo, con la sua densissima sostanza che ruba posto alla spettacolarità. E’ per soli hardcore gamers, senza dubbio l’FPS più complesso di sempre e se non pensate di avere una grande pazienza e molto tempo libero sarebbe meglio rivolgersi ai suoi figli illegittimi, Deus Ex e Bioshock, altri due capolavori molto più user-friendly del loro illustrissimo ispiratore. Ma se per voi il videogioco è una cosa seria saprete già che la scelta migliore è sempre quella più difficile e da questo software trarrete un piacere acido ma smodato. Personalmente lo reputo uno dei migliori giochi di sempre, ma il suo comparto tecnico non eccezionale e una giocabilità straordinariamente punitiva mi costringono a sottrarlo dalla massima valutazione. Storico, ad ogni modo.
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