Uno dei vantaggi del retrogaming è, senza dubbio, quello di rivivere dei giochi con la mentalità del “senno di poi”e poterli valutare, talvolta, in maniera molto differente rispetto ai giudizi che ottennero durante la pubblicazione.
Little Big Adventure, per quanto mi riguarda, è una patata bollente poiché, nel novantaquattro, anno della sua uscita, fu accolto come il nuovo metro di paragone delle avventure grafiche; un passo in avanti rispetto i "punta e clicca" in bassa risoluzione cui i pcisti erano abituati.
Personalmente, divorai il prodotto Adeline a una velocità vergognosa e ancora oggi occupa uno spazio piuttosto importante nel mio cuore di videogiocatore ma, ora che possiedo il “senno di poi”, posso dire di essere d’accordo con le valutazioni dell’epoca?
Intanto, cominciamo a dire che Little Big Adventure NON è un’avventura grafica, ma un action adventure, più simile a un qualsiasi “The Legend of Zelda” che non a “Monkey Island”, ma fu promosso come avventura grafica, probabilmente per il successo che queste avevano nel mondo PC durante i primi anni novanta.
D’innegabile impatto è l’incipit al gioco. Veniamo introdotti a Twinsun, un pianeta che orbita in mezzo a due soli presentando una catena montuosa lungo tutto il parallelo equatoriale. Questa peculiare condizione fa sì che saranno le zone polari a essere desertiche e torride, mentre gelida la zona centrale.
Supportato dalle sue armate di cloni teleportabili ovunque, il dr. FunFrock tiranneggia sulle quattro razze del pianeta, esiliate da un emisfero all’altro con lo scopo di controllarle. Fra le tante restrizioni del tiranno figura il veto di parlare della profezia e, dato che il vostro avatar, sognandola, ci fa partire il filmato d’introduzione, viene arrestato. Ed è proprio dalla galera che prenderete il comando del protagonista: Twinsen.
Il sistema di controllo, non appena si comincia a giocare, puzza subito di vecchio. Molto vecchio. Derivato da “Alone in the Dark”, si usa il proprio avatar come fosse un veicolo, quindi “destra” e “sinistra” diventano “orario” e “antiorario”. Scelta interessante è quella di cambiare il “carattere” di Twinsen: “normale” per interagire con persone e oggetti, “sportivo” per correre e saltare, “aggressivo” per combattere ed infine “discreto” per muoversi in silenzio e nascondersi.
Interessante sì, ma scomoda ed antiquata, dal momento che tutte queste azioni potevano essere date disponibili contemporaneamente, curando con più attenzione i comandi di gioco. Altrettanto scomoda è la scelta di far girare il personaggio. Su “Alone in the Dark” poteva avere senso (ed era comunque scomodo), visti i tagli cinematografici che offrivano le telecamere fisse, ma il mondo di LBA è totalmente isometrico, ne valeva la pena?
A meno che il personaggio non sia già in movimento può risultare molto difficile capire da che parte sia girato, ne consegue che operazioni basilari quali saltare da fermo, prendere i nemici a cinquine o lanciare oggetti, diventino azioni difficili. Talvolta frustranti anche a causa della pessima gestione della telecamera, il cui centramento è attivato al raggiungimento del margine dello schermo, o manualmente tramite pressione del pulsante INVIO. Dulcis in fundo, non possiamo toccare l’acqua che ci toglierà una vita per annegamento, né permetterci il lusso di correre addosso ai muri, perché il nostro alter ego digitale darà prova di grande stupidità, tirando una poderosa capocciata con relativa perdita di energia.
Ad ogni modo, presa dimestichezza con i comandi, si comincia la piccola grande avventura. Fuggiti dalla prigione, evitate le guardie cittadine e giungete a casa vostra, lì, si ottengono i primi potenziamenti, quali la tunica per il mana e la palla magica, mentre i vostri inseguitori si adoperano nel murarvi dentro casa e rapire Zoe, vostra moglie.
Da qui in poi LBA diventa un continuo e turbinante caleidoscopio di situazioni ed emozioni, attraverso le quali il protagonista cresce e la trama si racconta fino al memorabile scontro finale. Tutto ciò è reso molto credibile da un mondo digitale inaspettatamente “vivo” per l’epoca; potremo, infatti, non solo interagire con i numerosi PNG sparsi per il mondo, ma risolvere enigmi, esplorare dungeon, ottenere nuovi poteri, sconfiggere eserciti, cercare oggetti rari e molto, molto altro ancora. La grande varietà, inoltre, si estende a quest così simpatiche da riuscire a catturare tutta l’attenzione del giocatore. A un certo punto, ad esempio, avremo bisogno di una certa chiave che scopriremo essere stata nascosta, molto tempo addietro, da un pirata. Trovata la mappa del tesoro, inizieremo a contare i passi descritti in essa in un centro abitato, per poi scoprire che il luogo indicato altri non è che il museo, il luogo che conserva i reperti pirateschi. Da lì in poi ci prodigheremo alla ricerca del sistema per entrare nel museo e rubare il contenuto dello scrigno senza far scattare l’allarme. Pura emozione. A scandire i momenti più importanti della storia saranno, inoltre, dei FMV molto simpatici e di qualità dignitosa.
Bisogna mettere in conto, però, l’enorme quantità di backtracking presente nel gioco. Se non si ha molto in simpatia tornare a visitare per l’ennesima volta posti già visti, il titolo potrebbe diventare traumatico. Personalmente ho sempre amato il backtracking e ricordo con nostalgia quando, a un buon punto della storia, venivo premiato con un libro che permetteva di parlare agli animali e subito mi precipitavo per sapere cosa avevano da dirmi mucche e cavalli sparsi per le isole.
A questo punto ci sono altre cose di cui voglio parlare brevemente riguardo LBA. Iniziamo dal sistema di salvataggio: il gioco prevede di continuare, una volta morti, usando come check point l’ultimo accesso usato nell’area, conservando, però, tutti i progressi fatti prima del decesso ma obbligando, purtroppo, il giocatore a rifarsi tutta quanta la strada. La soluzione non sarebbe male se morire non fosse così facile. LBA non concede qualche secondo d’invulnerabilità ogni volta che si viene colpiti. Di conseguenza spesso succede che, pure con l’energia al massimo, un semplice soldato ci crivelli di colpi impedendoci di contrattaccare o fuggire.
D’alta qualità, invece, è il comparto audio. LBA in versione CD offre un ottimo doppiaggio inglese o francese e una colonna sonora su traccia audio favolosa. Per quanto concerne gli effetti sonori ne segnalo una grande quantità e un’ottima qualità, esibita in alcune finezze come, per esempio, il rumore dei passi differente in base al tipo di terreno calpestato.
Della grafica, invece, credo che non ci sia molto da dire: i tiles del mondo isometrico sono molto puliti e le tinte, così fredde e spente, trasmettono bene il clima di oppressione che si respira nel gioco. I modelli 3D degli oggetti animati sono grossolani, ma perfettamente riconoscibili; di sicuro in linea per l’epoca. Ridicoli visti oggi.
La versione Floppy Disk, uscita un anno più tardi, elimina il doppiaggio e le tracce audio in favore di brani Midi, inoltre toglie i filmati in cambio di alcune schermate ad alta risoluzione.
Little Big Adventure - PC Dos
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- Pubblicato: 02-07-2013, 20:50
- 7 commenti
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Little Big Adventure
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Bellissima recensione dedicata ad un titolo che ricordavo molto vagamente... e d'altra parte non c'è da stupirsene, visto che, almeno per quanto riguarda i videogiochi, nella metà dei '90 ero molto preso da Mega Drive / Mega CD e dalla sala giochi. Sarebbe da riprendere in mano (la natura tendenzialmente "action-adventure" del gioco sarebbe un incentivo)... se non risultassero scoraggianti il sistema di controllo e le varie rigidezze del gameplay descritte nella review.
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Avventura interessante con una bella trama, un ottimo sonoro e una grafica accattivante, che pecca solo nella bassa giocabilità. Ho avuto occasione di giocare LBA nella sua conversione per PlayStation, ben realizzata. Se si riescono a superare i "piccoli grandi difetti" del gioco si possono avere decisamente "piccole grandi soddisfazioni"! Da non perdere il seguito LBA2/Twinsen's Odyssey.
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Sia il primo che il secondo li ho qui davanti a me, comprati all'epoca! Finiti entrambi ed in effetti quoto in toto la recensione. Gran titolone per me ! Un plauso per la grafica in alta risoluzione, specialmente il primo era una gioia per gli occhi.
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LBA, per quanto mi riguarda, suscita un fascino magnetico. Mentre scattavo le foto per la recensione sono ricascato nella folle dimensione del "faccio quest'ultima parte e poi stacco".
Val la pena di provarlo. Poi se il gioco prende, non c'è difetto di quelli sovrascritti che tenga!
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Sarò un vecchio romantico ma per me resta sempre uno dei giochi più belli della mia adolescenza. Un piccolo grande capolavoro :')
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