Prendete un misconosciuto scrittore, belloccio, playboy e dalla faccia come il bronzo, frustrato dalla mancanza di ispirazione per il suo libro e da strani incubi ricorrenti, metteteci accanto un'assistente di origine orientale pragmatica, arguta e tagliente verso cui c'è il classico rapporto di amore/odio, aggiungeteci un pizzico di rituali omicidi voodoo, ambientate la storia a New Orleans (e dove altrimenti, visto l'argomento?) e amalgamate il tutto con la sapienza e la bravura di una scrittrice come Jane Jansen... cosa otterrete? Semplicemente una delle più belle avventure grafiche di sempre. Quando ebbi modo di procurarmi il gioco Sierra (dopo averne sentito parlare benissimo da altri appassionati) ero certo di incappare in una delusione: troppo spesso quando un titolo appare sulla carta perfetto, c'è sempre qualche magagna dietro l'angolo. Possibile, pensavo, che GK fosse non solo un'eccellente avventura grafica (il mio genere videoludico preferito) ma trattasse anche tematiche horror (l'altra mia grande passione) e fondesse entrambe in un prodotto di spessore, senza risultare banale o scontato? Possibile... possibile! La verità è che questo è un gioco con gli attributi, uno di quelli virtualmente perfetti e anche quei pochi nei che lo affliggono, affogano nel mare di qualità che pervade l'intera produzione.
Ma si, graficamente il titolo risente del passare degli anni, con quei personaggi pixellosi e gli sfondi poco definiti, la colonna sonora è semplice e qualitativamente mediocre ma... ragazzi, che atmosfera, che enigmi, che storia! A tutt'oggi fanno impallidire la maggior parte dei titoli similari e dire che di anni ne sono passati! La Jansen dimostra tutta la sua classe e da una lezione su come sia possibile creare una storia horror senza sfociare nello sguaiato e nel pacchiano, perchè tratta l'argomento seriamente, con tutti i crismi del caso, con un impegno letterario notevole, mettendo da parte il fatto che si tratti "solo" di un videogioco ma affrontando la sfida con serietà, come se stesse scrivendo un best seller da milioni di copie, quindi documentandosi in materia e sintetizzando, con gli ottimi dialoghi, quanto appreso da questa meticolosa prassi. Senza dimenticare che ad impreziosire il tutto ci pensa lo splendido "contorno" di videogioco, assolutamente all'altezza! La stessa cura, o quasi, è stata riservata ai personaggi e quel "quasi" sta ad indicare che gli stessi sono un pò stereotipati... un appunto doveroso ma che ha poco pregio perchè sono bellissimi così e nella storia ci stanno a pennello, tutti: Gabriel è il classico antieroe scalmanato (che, suo malgrado, scoprirà di essere un eroe e basta, pur conservando quei lati irresistibilmente umani del suo carattere) accostabile in parte al nostrano Dylan Dog, cui è difficile resistere perchè grazie al suo spiccato carisma riuscirà a calamitare il nostro interesse, oltre a risultare in ogni frangente sempre simpatico e sarcastico quanto basta e il suo rapporto con Grace strapperà più di un sorriso... in un titolo come questo la sua figura sembra starci come i cavoli a merenda ma il suo spirito contribuirà a spezzare l'atmosfera pesante e a dare varietà e imprevedibilità alle situazioni, senza dimenticare che il buon Gabriel sa essere serio e determinato quando occorre, sia chiaro!
Durante gli otto giorni di durata delle indagini (ogni giornata si concluderà dopo aver compiuto determinate azioni ma questo non impedirà al giocatore di risolvere enigmi che in realtà andrebbero affrontati in seguito, quindi si godrà di una certa libertà, sempre nei limiti del genere, s'intende) il plot si dipanerà lentamente e andrà ad intrecciarsi con la vicenda personale del protagonista e quei suoi incubi tanto realistici che altro non sono che sogni rivelatori del suo futuro e al contempo del passato della sua stirpe... non aggiungo altro. I colpi di scena non mancheranno, alcuni clamorosi (del tipo che, quando rivelati, lasceranno basiti perchè erano proprio sotto i nostri occhi... sublime!) e questa ambivalenza, da un lato il mistero di quegli strani e rituali omicidi, dall'altro quello dell'origine di Gabriel, renderanno il tutto più affascinante e corposo, come è caratteristica di ogni produzione firmata dalla Jansen, sempre meritevole di attenzione e tesa a spulciare per bene ogni argomento e ad implementarlo in un contesto originale, fantasioso ed intrigante, con sviluppi inattesi, che merita un plauso, a maggior ragione se si pensa a quanto sia facile scadere nel prodotto di serie B visto l'argomento. Fortunatamente qui non ci sono cadute di stile o ostentazioni di mostruosità per strappare disgusto o raccapriccio ed è questo che favorisce la tensione durante lo svolgimento, l'idea che non si stia vivendo la classica vicenda pompata per catalizzare l'attenzione, con l'orrore che sfocia nello splatter più bieco ma una storia verosimile, con un tema che non smetterà di disturbare un solo istante. Per fare un esempio, c'è una sequenza in cui Gabriel subisce un'intimidazione che presa a sè stante non riesce a spaventare nessuno ma, nello sviluppo della storia, ne rappresenta un climax che, personalmente, mi ha inquietato e non poco... e dire che sono abituato a budella che volano a destra e a manca mentre qui non viene mostrato nulla del genere... se non è classe, questa! La componente fantastica non manca (specie dopo la prima metà del gioco) ma è imprescindibile alla narrazione e non rovina le solide basi fino ad allora erette dalla storia.
Un ostacolo alla fruibilità del titolo potrebbe essere l'inglese ma in realtà GK può essere giocato da chiunque abbia una minima conoscenza dell'idioma e soltanto un enigma, in cui verrà richiesto di comporre una frase, potrebbe generare qualche grattacapo ma ad onor del vero non ho avuto troppi problemi in tal senso (e io l'inglese l'ho imparato da mr. Brown delle Iene... tirate voi le conclusioni!) ciononostante un gruppo di appassionati ha realizzato anche una traduzione amatoriale in italiano (disponibile gratuitamente su internet) che permette di godere di tutti i dialoghi senza perdersi una virgola, quindi non ci sono scuse che tengano. Esiste anche una versione su CD parlata con Tim Curry nell'eccentrico ruolo di Gabriel (e chi ha visto il Rocky Horror Picture Show sa di cosa è capace) ma preferisco quella sottotitolata... non tanto per la bontà del doppiaggio, quanto perchè con una grafica come questa, è un pò un paradosso sentire i personaggi parlare per di più in inglese, col risultato che il tutto risulta leggermente appesantito. L'interfaccia è comoda ed intuitiva, davvero un ottimo diversivo a quella classica e pluriabusata in stile Lucas, niente più azioni nella parte bassa dello schermo ma opzioni ottenibili cliccando col pulsante destro del mouse, inoltre la possibilità di rileggere in ogni momento le conversazioni effettuate evita la frustrazione di essersi persi anche un solo passaggio (e quindi un indizio). La difficoltà è elevata, gli enigmi (tanti, vari, intelligenti, sorprendenti e, anche quando difficili, sempre coerenti e logici) non sono adatti ai neofiti, così come la storia, trattata con tutti i rigori del caso non è per chi cerca qualche salto sulla sedia.