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ID: 247696Diversamente da Akalabeth, qui Garriott portò avanti il suo lavoro in prospettiva commerciale e Ultima I fu pubblicato ancora una volta dalla California Pacific con grande successo, sempre su Apple II. In questo gioco di ruolo veniamo chiamati in causa per combattere un mago che ha messo in pericolo la terra di Sosaria, reso immortale da una gemma da egli stesso creata. Il nostro compito sarà trovare e mettere in funzione una macchina del tempo per giungere in un periodo antecedente alla creazione della stessa pietra. Importanti novità appaiono sin dalle prime schermate di gioco e, precisamente, nella creazione del personaggio: dove Akalabeth consentiva la sola scelta tra mago e guerriero con caratteristiche casuali, Ultima offre più classi e, soprattutto, la possibilità di scegliere le skill sulle quali spendere i punti a nostra disposizione. Graficamente, i passi compiuti furono altrettanto importanti per quanto riguarda il mondo al di fuori dei dungeon: viene abbandonato il rigore geometrico di Akalabeth in favore di un design tile-based, ovvero a tasselli, fatto di piccole bitmap ripetute in successione come si fa oggi con le texture, con un risultato finale indubbiamente più gradevole e dettagliato nonchè riutilizzato, con ovvi miglioramenti, dalla maggior parte dei giochi di ruolo fino alle console a 16-bit. Nei dungeon, i cambiamenti erano minimi ed era ancora presente l’efficace engine in grafica wireframe tanto caro ai fan del precedente lavoro di Garriott. I combattimenti si svolgevano con la semplice pressione di un tasto, senza particolari momenti di difficoltà dopo un necessario periodo di apprendimento. Nonostante si tratti di uno dei primi rpg della storia, la trama alla base del gioco è indubbiamente atipica: non solo i viaggi temporali già citati, ma altri particolari lasciarono perplessi i giocatori del tempo che si aspettavano null’altro che una classica sceneggiatura fantasy alla Tolkien. Per recuperare i pezzi necessari al funzionamento della macchina del tempo, dovrete viaggiare per quattro isole e affrontarne i rispettivi signori. Fin qui nulla di strano se non fosse che durante il vostro percorso le tecnologie avanzeranno in tempi rapidissimi e se all’inizio potevate tutt’al più sperare di acquistare una buona spada e una buona armatura, verso la fine sarà all’ordine del giorno portarsi appresso un simpatico lanciarazzi. Se ciò può stupirvi, pensate che vi sarà data persino l’occasione di girovagare per lo spazio a bordo di un’astronave col compito di abbattere un minimo di venti mezzi nemici, in sezioni tendenzialmente arcade ispirate dai famosi combattimenti alla Star Wars. Stupefacente, tanto stupefacente da risultare deludente per il pubblico dell’epoca che pretese a gran voce l’eliminazione di queste fasi spaziali dai successivi capitoli di Ultima, avvenuta a partire dal terzo episodio.

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Altre versioni
Essendo stato un rpg particolarmente apprezzato, il codice di Ultima è stato convertito per una lunga serie di sistemi. Due anni dopo il debutto su Apple II, la Sierra si occupò di convertirlo sui computer 8-bit Atari. Nel 1986, dopo il passaggio del brand al gruppo Origin, il titolo venne riproposto su Apple II con una serie di aggiornamenti, prima fra tutti la riprogrammazione in assembler per velocizzarne la struttura. Da questa nuova versione prese forma il porting su Commodore 64, seguito subito dopo da un altro per MSX esclusivo per il mercato giapponese, il cui insolito interesse per un gioco di ruolo occidentale si tradusse in una riproposizione persino su una compilation per FM Towns. Infine, va ricordato che un gruppo di programmatori amatoriali si sta occupando della realizzazione di un remake sotto forma di mod per Neverwinter Nights.

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COMMENTO FINALE


"Pur con questi difetti, dovuti più ad eccessiva sperimentazione che ad inesperienza, il pubblico accolse calorosamente questo gioco di ruolo, apprezzandone molto la libertà concessa e le decine di ore di gioco disponibili nonostante i limiti di memoria di quei tempi, spronando il suo autore a dare continuità al solco da lui tracciato anche negli anni a venire."

Gianluca "musehead" Santilio