Siamo arrivati su questo pianeta ma non siamo soli. Un’altra famiglia, gli Harkonnen, preleva la spezia da questo posto, senza autorizzazione alcuna. Nostra madre ha un brutto presentimento, lei “avverte” le cose, ha poteri speciali. Non ci sono solo persone su questo pianeta. Quei vermi… enormi, emanano una forza sfuggente, indescrivibile, direi divina. La spezia, cambia così radicalmente gli uomini, che effetto avrà avuto su delle creature che se ne cibano da epoche lontane?
Questa è la premessa di Dune. Il nostro cammino sul pianeta della spezia sarà unico, sarà un’esperienza eccezionalmente appagante e seducente. Non a caso si tratta della trasposizione video ludica di un film importante, che a sua volta traeva la sceneggiatura dai lavori dello scrittore Frank Herbert, autore di una delle saghe più care agli amanti della soft sci-fi.
Nel 1992, Dune offriva qualcosa di diverso: in un periodo saturo di buone adventure, questo gioco spostava la prospettiva agli occhi del protagonista, sottraendosi alla spietata concorrenza di Lucas, Sierra e Revolution; i francesi Cryo optarono per dettagliate rappresentazioni dei personaggi, con grandi e intensi primi piani, conferendo un’impostazione ben più cinematografica alla direzione artistica che inaugurò, assieme ad Another World, una vigorosa corrente stilistica tutta francese, di indubbio gusto e spettacolarità.
Partiamo dal nostro palazzo, dalla lussuria di una dinastia potente, figli di un padre forte e onorevole e una madre dai poteri soprannaturali. Dobbiamo procurarci la spezia. Cominciamo il nostro viaggio alla volta del deserto. E’ un viaggio splendidamente realizzato, musiche indescrivibilmente emozionanti accompagnano il nostro volo a bordo dell’ornitottero, in una rappresentazione tanto immaginifica quanto verosimile della situazione, cromaticamente differente a seconda dell’ora della giornata. Cominciamo ad avventurarci nelle caverne del deserto, affascinati dal carisma della popolazione indigena, con la quale instaureremo presto un legame indissolubile. Ci aspetta un futuro da predestinati, verremo catturati da un pianeta che ci aspetta, sostenuti da creature impossibili come i vermi della spezia, diverremo i principi di un mondo più forte della volontà di chi cospira contro di esso.
Ci viene raccontata una storia facile da capire, grazie soprattutto alla fluidità con cui la trama si dipana. Dune è un gioco estremamente facile, è molto più difficile rimanere bloccati che arrivare fino alla fine. I dialoghi verranno da sé e se dopo un po’ di tempo saremo fermi senza idee, qualche personaggio sarà pronto a darci una dritta. Ma il nostro non sarà un percorso noioso, né tantomeno monotono: a un certo punto del gioco, apparirà l’anima strategica del prodotto, dalla quale saremo chiamati a gestire le truppe degli indigeni prima per gestire la spezia, poi per combattere contro gli Harkonnen e infine anche per creare delle vegetazioni all’interno del pianeta. L’imperatore aumenterà continuamente la richiesta di spezia e la morte ci aspetta nel caso non riuscissimo a soddisfarlo, un aumento sospetto ma comunque improrogabile e diverrà necessario dosare bene l’utilizzo degli uomini per le varie mansioni. A un certo punto saremo pieni di cose da fare e parametri da gestire, tutti in maniera molto intuitivi, ma capaci di tenerci pienamente attivi per tutta la durata del gioco. Per riuscire a vedere la fine saranno necessarie 7-8 ore di gioco continuato che, purtroppo, volano. Ma vedremo tante cose, ci affezioneremo ai volti dei nostri compagni di avventura, ci appassioneremo all’intenso cambiamento interiore del protagonista e, per sempre, ci ricorderemo di questo gioco. Fu un prodotto seminale, persino nel mercato moderno troviamo tanti elementi nati con Dune. La sua linearità è croce ma anche delizia perché i tempi sono perfettamente calcolati e perfettamente fusi con gli intermezzi strategici e la sua struttura, tanto leggera quanto solida, funziona benissimo col vantaggio di avere le fondamenta ben ferme in un universo letterario fortemente apprezzato.
La Cryo Interactive fece di Dune il proprio manifesto, riprendendone i tratti lungo tutto il suo percorso vitale, con risultati alterni, forse mai eguagliando il capostipite se non con Lost Eden. Dopo il successo riscosso dalle versioni Amiga e PC, il codice sbarcò anche sui nuovi formati CD-ROM, prima su PC, con nuovi viaggi precalcolati e un’affascinante presentazione animata e infine in una coraggiosa conversione per Mega-CD, riuscita piuttosto bene nei limiti della gamma cromatica offerta.
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