Un paragone con un titolo moderno, si potrebbe fare con Trackmania, per via dell’editor e per la decisa indole alla sfida sul tempo, ma l’opportunità di poter utilizzare veicoli reali in ambientazioni assai più credibili, rende decisamente più affascinante il titolo in esame. E’ un gioco che piace a tutti, capace di offrire un tasso di sfida adatto sia al principiante che al giocatore più smaliziato, con una longevità tendente all’infinito per la sua capacità di stuzzicare in continuazione la nostra inventiva. Purtroppo, come tutti i titoli che si avvalgano delle tre dimensioni, anche in questo caso la grafica paga dazio al tempo e per quanto spettacolari fossero le riproduzioni delle auto e per quanto buono fosse l’engine messo su dai programmatori, non si può trarre particolare piacere nell’ammirare deserti poligonali. Ma il trionfo lo porta il concept, la perfetta miscela di elementi visti in futuro su tanti altri giochi e mai saldati insieme con tale maestria. 4D Sports Driving, ahimè, non ha un erede: non c’è l’ombra di un gioco che, nella storia, sia riuscito ad abbinare decentemente un editor e delle macchine reali se non TOCA su Nintendo DS, ma mi sembra davvero troppo poco. Mi sembra assurdo, la formula è perfetta, capace di divertire ancora a distanza di anni e nessuno che si prenda la briga di portarla, con tutto vantaggio, su un sistema moderno.
4D Sports Driving è uscito per Amiga e PC, ma la versione da godersi è quella MS-DOS, perché era necessaria potenza: con tutto l’amore che ho per il gioiello Commodore, va detto che i suoi 7 mhz sono davvero una miseria per garantire una vera sensazione di velocità. La VGA non è sfruttata quasi per niente, ma chiaramente non è sui colori che 4D Sports Driving gioca le sue carte. Il mio consiglio è di provarlo anche se siamo nel 2008, magari puntando il suo remake, Ultimate Stunts, che sicuramente ammorbidisce alcuni spigoli che potrebbero fare male agli occhi di un videogiocatore moderno.
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