Cave StoryCave Story: molti di voi già lo conosceranno. Piccola gemma della scena indipendente, difficilmente vi sarà sfuggito negli scorsi anni, essendo disponibile su PC e avendo avuto notevole risonanza dopo l'approdo su console Nintendo.
È comunque doveroso descrivere le fondamenta del gioco, in particolar modo a beneficio di chi lo sente nominare per la prima volta.

Mix riuscito di diverse componenti, Cave Story non solo è un ottimo platform bidimensionale, ma si mostra anche ispirato stilisticamente ai capolavori del passato, senza peraltro copiarne spudoratamente nessuno in particolare. Pur presentandosi come un classico gioco dell’era 8/16 bit, a seconda dell’edizione su cui giocherete, questo titolo si è invece rivelato molto originale, sia nelle meccaniche di gioco che sul fronte narrativo, dimostrando per l’ennesima volta come anche i giochi “depoligonalizzati” possano comunque presentare delle importanti innovazioni.

Daysuke Amaya, creatore e fondatore dello studio Nicalis, ci ha regalato un’opera davvero completa in ogni sua parte: action, adventure, platform e un po’ gioco di ruolo. E il tutto con un comparto tecnico volutamente retrò.
Da notare poi come il titolo sia venuto alla luce nel 2004, quando la categoria “indie” era molto meno conosciuta rispetto ad oggi. Come opinione personale (ma correggetemi pure, eh!) aggiungerei che i grandi produttori non se la sentivano di scommettere sui piccoli progetti, un po’ per difficoltà legate alla distribuzione (le coeve console non avevano la possibilità di scaricare contenuti da Internet, né HDD dove memorizzarli), un po’ perché i kit di sviluppo per console erano per lo più monopolizzati dai grandi sviluppatori, che proprio non se la sentivano di investire su progetti di limitatissime proporzioni. Vai a sapere perché.

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Allora “indie” voleva davvero dire “indie” e, senza ricadere nello stereotipo di sviluppatore da garage, queste erano le condizioni: nessun finanziatore, e tu, indipendente, se ci tenevi dovevi dedicare tutto te stesso allo sviluppo del tuo prodotto. Oggi la notevole qualità media dei titoli “indie” e il contatto quasi diretto con un pubblico sempre più informato ha dato a quest’ultimo sempre più potere conoscitivo, in taluni casi contribuendo pure allo sviluppo. Laddove si voglia andare oltre la miopia dei grandi studios, infatti, interviene il salvifico Kickstarter. Ecco, credo che nel 2004 una piattaforma del genere non fosse nemmeno all'orizzonte... e infatti Kickstarter esordì nel 2009, per la cronaca.
Nel 2004, appunto, Amaya era già chino da cinque anni sul suo progetto, un progetto in cui ha fortissimamente creduto. Ed è stato proprio lui, tutto solo, a sviluppare Cave Story. Un piccolissimo titolo, semplice e diverso dai comunque moltissimi altri giochi che si potevano trovare su Internet. Un titolo puramente indie... ma dalla qualità impressionante.
Gameplay, storia, dialoghi, grafica, musica, effetti sonori! Tutto si era dimostrato così azzeccato che dopo qualche anno una particolarmente illuminata Nintendo si è accorta di tale tesoro indie e si è buttata a capofitto per valorizzare Cave Story sulle sue piattaforme.

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Come sostiene sul numero di settembre 2013 Andy McNamara, direttore di GameInformer, “Anni fa sarebbe stato impossibile trovare qualcuno che si presentasse come un indipendente. Un indie era un indie. E basta. Ora che i giochi indipendenti sono di moda non ci si può non imbattere sempre più spesso negli sviluppatori indie. E la cosa mi riempie di gioia.”.

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Un minimo di storia.
Quote, il silenzioso eroe della nostra storia, avrà il compito di salvare i Mimiga, una particolare razza di conigli antropomorfi, dai deliri d’onnipotenza di un malvagio (e volutamente stereotipato, almeno all’inizio) Dottore. Questi, infatti, intende schiavizzare la già scarsa popolazione dei suddetti roditori e poi servirsene per attaccare la popolazione umana. Quote cercherà di sventare il suo piano.
L’esplorazione rimarrà volutamente in larga misura confinata all’interno degli angusti spazi delle grotte, dove si svolgerà la prima parte del gioco. Solo nella seconda, infatti, saremo colpiti dalla bellezza dell’isola volante in cui ci troveremo! Non scherzo, vi si mozzerà il fiato tanto è perfetto lo stacco tra la caverna (claustrofobica? No, ma vi sembrerà tale una volta giunti all’aperto) e la superficie esterna!
Tra magia e bizzarre armi da fuoco, tra natura e tecnologia, l’avventura del nostro eroe proseguirà non solo lungo varie fasi classicamente platform, ma anche in un'attiva interazione con i Mimiga rimasti sull’isola, ovvero parlando con loro, aiutandoli a risolvere i loro piccoli e grandi problemi, nonché compiendo delle scelte che porteranno a finali differenti. E non saranno sempre scelte da prendere a cuor leggero.

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Credetemi, vi affezionerete ai personaggi. Parlando con loro – e sarà spesso necessario dialogarci – non potrete infatti non entrare in empatia coi buoni e anche coi “cattivi”. Per quanto poi il gioco si svolga in una società via via sempre più vessata, il chiacchierare coi comprimari avrà sempre un che di rilassante. Senza accorgervene, infatti, entrerete in un clima quasi rurale, in cui trascorrerete più tempo di quanto possiate immaginare. Il bello dell’atmosfera di Cave Story risiede infatti anche nelle intriganti contrapposizioni tra i paesaggi, fiabeschi ma realistici, naturali ma tecnologici. Penso che molti giocatori condividano questa mia opinione.

Tralasciando i momenti più bucolici (peraltro limitati, eh! Ma deliziosi...), pure la parte squisitamente platform riesce a soprendere, destando stupore anche nei più navigati fan del genere che, dopo anni di giochi di piattaforme bidimensionali, credevano ormai di aver visto quasi tutto. E invece il potere delle 2 dimensioni non conosce battute d’arresto.
Dovremo misurarci con degli scenari evocativi e spesso originali, aree sempre diverse ma comunque coerenti con l’ambientazione generale. Il corridoio delle uova, la zona “desertica”, i campi di prigionia, gli esterni... Come già accennato, ci si abituerà a tal punto agli scenari chiusi e quasi opprimenti (per quanto dolci e alla fine paradossalmente rassicuranti!), che una volta messo piede in una zona esterna ci si sentirà davvero spiazzati, quasi senza punti di riferimento, per quanto gli scenari siano esplorabili solo limitatamente. Il tutto impreziosito da una colonna sonora sorprendente. Sempre adeguata, sempre calzante. Anche in questo caso, si tratta di brani che non scorderete facilmente, motivetti diabolicamente orecchiabili che verrà spontaneo canticchiare sotto la doccia, come quelli dei grandi classici del passato.

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Ma il gameplay “puro”? Anche qui l’originalità la farà da padrona. Il protagonista potrà tranquillamente muoversi in entrambe le direzioni e saltare, ma è nelle armi che risiede il focus del gameplay: potrete scegliere voi cosa usare, scegliendolo dall’inventario cui accedere in un lampo, avendo a disposizione ogni tipo di arma. Nulla di strano, fin qui, ma c'è una particolarità: appena colpirete un nemico potrete ottenere dei diamanti dorati, potenziando così l'arma in uso. In questo modo il protagonista acquisterà nuove abilità.
Ad esempio, potenziando adeguatamente una particolare pistola, sparando verso il basso otterrete una spinta che vi permetterà di fluttuare verso l’alto per parecchi secondi, il che incrementerà esponenzialmente le vostre capacità esplorative. E non ci vorrà molto per far raggiungere ad un’arma il livello massimo e colpire più agevolmente i nemici. Peccato però che quando saranno i nemici a colpire voi, noterete non senza disappunto che sarà la vostra arma a perdere diamantini dorati, oltre ovviamente a perdere energia. Insomma, se sarete colpiti troppo spesso le vostre armi ne risentiranno e si indeboliranno. Meglio dunque passare ad un’altra arma presente nel vostro inventario per non soccombere. Credetemi, mai prendere sotto gamba il gioco, visto che basterà perdere i potenziamenti di due o tre armi per trovarsi seriamente nei guai. E ripristinare il vostro armamentario richiederà molto più tempo rispetto a quello sufficiente per i pochi colpi che potrete subire, prima di vedere seriamente compromesso il vostro potenziale offensivo.

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Ma resta la domanda: dove possiamo procurarci Cave Story? E soprattutto, come possiamo godercelo al meglio? Dipende dalle macchine da gioco di cui disporrete!
La cosa sarà facilitata dall’essere appassionati (anche) del mondo Nintendo, dato che proprio tale società giapponese ha avuto l’onore di ospitare Cave Story fuori dall’ambito PC.

Ma partiamo proprio dal buon vecchio computer. La versione “base” del gioco originale, Doukutsu Monogatari (graficamente ispirata allo "stile NES" o comunque all’epoca 8-bit), era facilmente reperibile dalla Rete e, come freeware, dal 20/12/2004, ovviamente solo per palati nipponici. Ora potete benissimo scaricarlo ancora gratuitamente e vi sono vari siti che lo ospitano. Quì ne riporto giusto uno: http://www.cavestory.org/index.php
Nella sezione download ci sono anche altri tentativi di porting, ma su quelli non mi pronuncio, eh! Quì intendo descrivere solo le versioni “ufficiali” di Cave Story.
Comunque il gioco è stato poi tradotto in inglese ed è pienamente fruibile. Non si tratta infatti di un inglese troppo complicato, ma si può affrontare senza tanti problemi. Meglio così, visto che tutte le versioni successive presentano a loro volta l'inglese come lingua disponibile per il mercato occidentale.

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Dopo una mezza infinità di tempo ci si è resi conto dell’eccezionalità del progetto... o meglio, Nintendo si è data finalmente una mossa e ha collaborato col creatore Daisuke Amaya, detto Pixel, e cooperato con Nicalis per convertire il gioco su altre piattaforme. Insomma, l'aver realizzato da solo una simile opera denotava passione, competenza e perseveranza e quindi era più che giusto mettere a disposizione di Amaya un team per portare il suo capolavoro sulle console della grande N.
Si è pensato quindi di realizzare un porting per Wii, la console domestica Nintendo che ancora nel 2010 aveva un gran bisogno di dimostrare come il suo Wii Shop non fosse da meno rispetto ai suoi concorrenti, PlayStation Network e XBox Live. Cave Story su Wii è dunque disponibile solamente tramite download dallo store digitale Nintendo. È naturale, visto che come titolo si prestava alla distribuzione digitale sin dall'esordio. Piccole dimensioni, di nicchia... ovvio che venisse rilasciato sul Wii Shop... a 10 euro, prezzo elevato per gli standard dei titoli digitali, ma credete a chi l’ha giocato: quei 10 euro Cave Story li vale tutti.
L’anno è il 2010: il 3 marzo arriva sullo store americano, e solo il 12 dicembre in Europa. Perché 9 mesi dopo? Vabbè... alla fine c’è arrivato.

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Ed è delirio: dopo recensioni più che positive, in cui il titolo si propone finalmente al grande pubblico, Cave Story riesce davvero a imporsi come punta di diamante del negozio online Nintendo.
Ovviamente non si tratta di un semplice porting, altrimenti in molti sarebbero rimasti confinati alla versione PC. Questa Cave Story per WiiWare è infatti graziato da un restyling che coinvolge l’intero comparto tecnico. Con grafica e musiche rinnovate, il gioco sembra passato dall’epoca 8-bit a quella 16-bit e si colloca ottimamente nella ludoteca Wii, reggendo il confronto con altri action-platformer presenti nel catalogo Nintendo (della quale tutto si può dire ma non che non si intenda di giochi di piattaforme) e ricordando per certi versi la formula di Super Metroid. Non più appunto grafica “squadrata”, ma più vibrante, nonché resa più definita in ogni suo aspetto. E musiche provenienti non più da un NES ma da un SNES.

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E tante modalità extra: una denominata Santuario che permetteva di rigiocare certe scene con delle sfide a tempo, una boss rush, la possibilità di rigiocarsi l’avventura nei panni della coprotagonista Curly Brace, gustandosi qualche siparietto extra, quella di ascoltare le musiche dal menù principale (da quanto tempo non trovavo la Music Mode in un gioco!)... Comunque, per quanto i vari brani siano stati "perfezionati" (modernizzati, portati all’epoca 16-bit, e non certo snaturati), si può benissimo scegliere di giocare l’avventura con le musiche originali. Ma soni certo che anche i puristi, sentita la bellezza dei brani “rinnovati”, sceglieranno queste ultime composizioni.

Restando nel 2010, il 29 novembre Cave Story verrà reso disponibile anche nella versione per DSi. Questa edizione è rimasta confinata al mercato statunitense. Si dice infatti che, piuttosto che perdere 9 mesi per portarlo in Europa, dato che già si stava lavorando ad una versione 3DS, abbiano preferito rinunciare ad un rilascio nel Vecchio Continente... forse proprio per non danneggiare le vendite della versione 3DS, chi può dirlo!. In ogni modo, questa versione poco può interessarvi, a meno che non possediate un DSi o un 3DS americano, dato che tali console non sono region free. A conti fatti, dunque, non si può accedere alla versione DSi ed è un peccato, dato che questa incarnazione è davvero ben realizzata. Niente cartuccia, oltretutto, anche questa volta si parla dell’eShop Nintendo.

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Chi potesse ad ogni modo scaricarla, sappia che questa versione è molto simile alla controparte Wii, con alcuni compromessi sul versante tecnico compensati dal vantaggio di poter disporre del menù degli oggetti sullo schermo inferiore. Avere sempre sott’occhio la propria artiglieria è una funzione interessante, peccato non averla potuta provare con mano. Non così azzeccato, viceversa, il fatto di dover richiamare la mappa: viste le ridotte dimensioni, si sarebbe potuto visualizzarla in una parte dello schermo inferiore, anziché doverla richiamare ogni volta. Ma tant’è!. Comunque, l'edizione per DSi non ha niente da invidiare per contenuti e fluidità d’azione, quindi nel caso riusciste a procurarvela, resta una versione di tutto rispetto.

Arriviamo al 22 novembre 2011 per vedere comparire Cave Story + su Steam (un mese dopo farà capolino anche su Desura), sempre con un prezzo attorno ai 10 euro. E quel Plus dopo il titolo? Rappresenta ulteriori novità non presenti precedentemente che meritano l’esborso? O è solo per differenziarsi dalla versione freeware, tuttora disponibile per il computer? Beh, a conti fatti si tratta delle stessa versione apparsa su WiiWare: grafica tirata a lucido (passando dallo stile Master System a quello Mega Drive) e che rende onore all’opera, colonna sonora a scelta (totalmente chiptune o un po’ più orchestrata) e stessa giocabilità. Questa dunque porterà ancora una volta Quote a distruggere ardui boss e a cercare espansioni d’energia, proprio come in Metroid, oltre che ad interagire con la società “rurale” dei Mimiga in maniera tipicamente giapponese. E poi oggetti e armi extra, finali multipli...
Una versione completa di tutto e anche di più, un titolo che non può mancare nella collezione di ogni appassionato... e un piccolo tributo per ricompensare Amaya di averci regalato un piccolo gioiello che svetta tra i titoli indie.

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Infine è arrivato, quasi a sorpresa, Cave Story 3D, sul 3DS. Titolo giunto in America l’8 novembre 2011 e in Australia il 24 dello stesso mese, con in mezzo l’Europa, nella curiosa data dell’ 11/11/11, lo stesso giorno in cui uscì il più famoso Skyrim (in Giappone, curiosamente, questa versione arrivò solo il 26 luglio 2012).
Comunque, questa è la versione che più di discosta dalle altre in termini grafici.
Sebbene si tratti del medesimo gioco – e ci mancherebbe altro! –, qui il comparto grafico è stato totalmente modificato, per alcuni snaturato. Molti, difatti, non hanno apprezzato la perdita della pixel art che caratterizzava le precedenti iterazioni di Doukutsu Monogatari. In questa versione, infatti, la grafica originale non è presente, nemmeno come extra da sbloccare. Che poi si possa scegliere di usare i personaggi coi loro sprite originali è solo un inutile palliativo e finisce per stonare con il contesto.

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Ok, inutile mettere in discussione il gioco nel suo complesso, dato che quello resta sempre fantastico... quì valutiamo solo l'estetica. Da una parte è comunque apprezzabile che il gioco sia stato posticipato di alcuni mesi rispetto ai primi annunci proprio per dedicarsi meglio alla profondità grafica. In effetti, Cave Story 3D è un ottimo titolo per fruire dell’effetto tridimensionale della piccola di casa Nintendo. Peccato che nella resa finale si senta comunque la mancanza di quell’estro che solo il 2D può genuinamente dare. E forse l’affrettato processo di sviluppo ha impedito che questa edizione non risentisse di alcuni difettucci veniali, sia pur nel contesto di una grafica 2.5D davvero interessante, per carità, considerando che si era nei primi mesi di vita del 3DS. In ogni caso perdere tempo a contare le textures sarebbe come fare un torto nei confronti del lavoro di Amaya.
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Una cosa è certa, però: in un gioco così particolareggiato, in cui serve il massimo della resa grafica, soprattutto nelle fasi più concitate o pericolose (e ce ne saranno... visto che certe volte sarete costretti a ricorrere al meccanismo del trial & error), è necessaria una visione perfettamente nitida dello scenario. Ecco... la "grafica" ammorbidita e tridimensionale rende il tutto un po’ meno immediato, esigendo dal giocatore quella frazione di tempo in più necessaria a calcolare la distanza da compiere nel prossimo salto, facendo attenzione a tutti i pericoli ambientali del caso. Promosso sì, dunque, ma con riserva, nonché con il neo di non aver implementato la versione originale, peraltro tranquillamente memorizzabile in poche decine di megabyte, come del resto testimonia la versione DSi.
A mio parere, in primis bisognerebbe privilegiare una delle altre versioni, per quanto quella 3DS non sia da meno, pur difettando anche di alcune modalità extra. Un'edizione “curiosa”, dunque, ma non per questo meno apprezzabile per vari aspetti... tra cui peraltro non è incluso il fatto che, sebbene il gioco sia in perfetto inglese, l’edizione nostrana del gioco abbia adottato una copertina e un manuale tradotti in un italiano davvero obbrobrioso: siete avvisati.



COMMENTO FINALE


"Sono sicuro che la stragrande maggioranza dei lettori abbia almeno provato una delle versioni di Cave Story proposte sul mercato, foss’anche la primissima versione freeware per PC. Spero quindi che siano d’accordo con me nel tessere le lodi di questo titolo che, nonostante il trascorrere degli anni, rimane uno dei migliori esempi di come un vg indie possa aspirare all’eccellenza. Onore ad Amaya per aver creato un universo del genere, lavorando in solitaria e offrendo inizialmente il suo lavoro in dono ai giocatori. Speriamo che il suo studio Nicalis possa dimostrare ancora a lungo il proprio valore con altri titoli.
Chi non l’avesse ancora giocato, beh... spero che dopo aver letto questo articolo sia invogliato a condividere le medesime sensazioni che ho provato io nel vivere questa piccola epopea, serbando poi nel cuore i ricordi legati ai vari personaggi: Quote, Curly Brace, Sue, il Dottore, Misery, la Strega, King, Jack, Toroko, Arthur... e anche Balrog. Assieme allo spettacolare level design e alle incalzanti musiche saranno questi alcuni dei character che vi regaleranno in ogni momento nuove emozioni!"