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ID: 255584Nella generale “omogeneità” dei giochi di oggi, ogni tanto spunta qualcosa dove e quando meno te lo aspetti. Siamo all'E3 2009: Nintendo lancia il Wii Motion Plus, Microsoft presenta l'allora “Natal” e Sony il Move. E dove non ci sono accessori cosiddetti “casual”, c'è la super grafica 3D di Mass Effect II, Heavy Rain o God of War III. Ma proprio in questa occasione viene presentato un piccolo gioiellino, completamente agli antipodi risposto ai grandi trend della fiera. Vanillaware presenta infatti un nuovo action dalle meccaniche iperclassiche con grafica 2D: stiamo parlando di “Muramasa, la Spada Demoniaca”, nome in codice Princess Crown III. Per altro sviluppato sulla console che meno ti aspetti, ovvero la bianca casalinga marcata Nintendo.

Piccolo accenno pseudo-storico su Muramasa: questo leggendario personaggio fu un celeberrimo fabbro vissuto in Giappone a cavallo tra il XV e XVI secolo. La qualità delle sue spade era superba , tanto che i samurai del periodo facevano a gara per possederne una. Ma si dice che al genio è spesso accomunata la follia. Pare infatti che anche questo superbo artigiano fosse pazzo e violento, il che non fece altro che aumentare la leggenda che le sue spade fossero demoniache e richiedessero un tributo di sangue ogni qual volta venissero sfoderate.

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Chiudiamo la parentesi storica e concentriamoci sul gioco. Come già detto Muramasa: La Spada Demoniaca è un classicissimo action con grafica bidimensionale condito di qualche elemento RPG. Chi ha già giocato ad altri giochi di Vanillaware, specialmente Odin Sphere (di cui questo titolo è il seguito spirituale) sa a che cosa va incontro.
Appena inserito il disco nel lettore veniamo catapultati in un magico Giappone feudale, con le sue musiche e i suoi colori. È insolito parlare del comparto tecnico all'inizio di una recensione, ma è proprio questa la prima cosa che balza all'occhio: una grafica completamente bidimensionale, di eccelso livello qualitativo, con sfondi e sprite disegnati come fossero usciti da una stampa giapponese dell'epoca. Ci troveremo davanti a mostri e spiriti tratti dalla mitologia giapponese, tutti disegnati in modo estremamente originale, ispirati fortemente all'arte del periodo. Tratti decisi e colori intensi creano un'atmosfera surreale, supportata da una colonna sonora perfettamente a tema. Le animazioni degli sprite sono fluide, varie e piuttosto spettacolari, il che fa di ogni combattimento una gioia per gli occhi.

La vicenda, o meglio le vicende, narrano di un ninja che ha perduto la memoria (Kisuke) e una principessa posseduta dallo spirito di un monaco (Momohime), entrambi alla ricerca di una leggendaria spada demoniaca. Completamente diverse le motivazioni, che si scoprono poco per volta in una storia che non ha fretta di farsi raccontare. Due vicende tecnicamente distinte e giocabili in tempi diversi. All'inizio di ogni sezione di gioco, infatti, sarà selezionabile una delle due storie: sta al giocatore decidere se portarle avanti parallelamente capitolo per capitolo o terminarne prima una e iniziare la seconda successivamente. Entrambe sono piuttosto lente e non costituiscono certamente il punto forte del gioco, ma sono senza dubbio un piacevole contorno.

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Parliamo ora del gameplay. Sono inizialmente disponibili due livelli di difficoltà, che di fatto presentano una giocabilità completamente differente: il livello facile semplifica di molto i comandi, riducendo il tutto ad una pressione del tasto A del telecomando Wii, cosa assai diversa per il livello normale, dove avremo un discreto corredo di parate, schivate, fendenti direzionabili e colpi speciali. Uno stile di gioco duro e puro, quasi arcade, veloce e tecnico, con un livello di difficoltà appagante ma mai frustrante.
A rendere più profondo un gameplay altrimenti piuttosto ripetitivo subentrano gli elementi ruolistici. Raccogliendo le Anime per i vari livelli saremo in grado di forgiare nuove spade e con l'aumentare di livello potremo equipaggiarle. Di fatto l'evoluzione del personaggio è visibile solamente attraverso le armi, che si distinguono in due categorie: le agili spade corte (katane) o i lunghi e potenti spadoni (nōdachi). A sua volta ogni spada è diversa da un altra per un particolare potere speciale. La scelta è varia, tanto che ci sono complessivamente ben 108 spade! Alcune di esse non sono forgiabili ma si ottengono man mano nel gioco e servono ad aprire barriere per accedere a luoghi prima inaccessibili.
Il giocatore avrà a disposizione sempre tre spade: esse infatti tendono a consumarsi combattendo e a ripristinarsi rimanendo nel fodero, quindi sarà necessario scambiarle rapidamente a seconda della necessità del momento e della tattica intrapresa.
A corredare il tutto una buona varietà di item, tra cui la curiosa abilità culinaria: tutto il cibo, le bevande e gli oggetti sono rigorosamente tradizionali giapponesi!

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Anche i boss di fine livello, come tutto il resto d'altronde, sono perfettamente “a tema”: demoni enormi, combattenti posseduti da spiriti maligni, mostri e divinità delle montagne metteranno a dura prova le nostre capacità in scontri dove non sarà sempre immediato trovare la tattica corretta per la vittoria.

Muramasa: La Spada Demoniaca non è certo un gioco privo di difetti. Per quanto il gameplay sia ben bilanciato e approfondito, rimane pur sempre vincolato a meccaniche di gioco piuttosto “retro” e difficilmente verrà sottoposto a lunghissime sezioni di gioco. In fondo questo è un problema che il retrogiocatore smaliziato, abituato a ben altri livelli di “durezza” di gameplay, non soffrirà particolarmente, ma che costituisce anzi uno dei punti di forza del gioco.
Un gioco davvero affascinante, sicuramente il migliore del suo genere su Wii e uno dei migliori della generazione. Una vera chicca per retrogamer, collezionisti e giocatori alla ricerca di qualcosa di diverso.

COMMENTO FINALE


“Muramasa: La Spada Demoniaca vi catapulterà in un suggestivo e coloratissimo Giappone feudale con un gameplay action “old school” e una curatissima grafica 2D. Un gioco di nicchia che saprà certamente divertire e affascinare l'amante del genere. Un piccolo gioiellino, quando e dove meno te lo aspetti.”