Sempre distribuito in bundle con la console, Wii Sports è diventato quasi un sinonimo di “Nintendo Wii”, un gioco unico per le sue caratteristiche. Suscitava un certo stupore, appena finito di collegare la console al televisore, impugnare il Wiimote come una racchetta o una mazza e cominciare a giocare proprio come nella realtà, muovendo il nostro corpo e non solo schiacciando dei tasti sul joypad.
Il gioco ci permette di sfidare CPU e amici in varie discipline sportive, precisamente: tennis, baseball, golf, bowling e pugilato. Calati nei panni del nostro Mii ci prestiamo a giocare “fisicamente” a questi quattro giochi, essenziali tecnicamente ma ben realizzati a livello di gameplay, con comandi che riflettono i movimenti naturali del corpo. Si ha quasi l'impressione che il telecomando Wii sia solo un pezzo di plastica: sono pochissimi, infatti, i tasti da utilizzare e il successo nel gioco dipende tutto dai nostri movimenti. In più, oltre alle partite “normali” il gioco ci propone alcuni esercizi per ogni sport di difficoltà crescente e un test fisico che, sullo stile di Brain Training, ci calcolerà l'età fisica.
Questo titolo, per quanto essenziale, ha stupito e non poco, in quanto mai si era vista un'interazione così diretta in un videogioco. E', in realtà, soltanto un gioco “dimostrativo” che ci porta a scoprire alcune potenzialità del nuovo Wii. Di conseguenza, alla sua uscita era logico pensare che si sarebbero visti decine di titoli simili, di generi diversi, più evoluti graficamente, più lunghi e più complessi, ma altrettanto diretti e innovativi nel gameplay. Sembrava che la fantasia dei programmatori ci avrebbe portati a risultati incredibili, verso nuove e inesplorate frontiere del videogaming, che appariva ormai un semplice susseguirsi di nuove tecnologie con scarse ispirazioni. Purtroppo, la Storia ci ha dimostrato finora il contrario: Wii Sports rappresenta uno dei titoli che meglio incarna la prima “filosofia” Wii e pertanto, purtroppo, lo rappresenta in pieno. E ora chissà quante altre pubblicità di Panariello dovremo sorbirci...
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