The Legend Of Zelda  A Link to the Past SnesGiorno. Piove a dirotto. Il cielo, come ovvio, è completamente oscurato. Link, nel caldo della sua casa e del suo letto, dorme, ignaro, come tutti gli eroi, di cosa gli aspetta. La sua vita sarà sconvolta da un’avventura davvero fuori dall’ordinario. Un lungo viaggio che lo vedrà correre tra due dimensioni parallele, risolvere enigmi di ogni genere, combattere strane creature ed esplorare terre fino al quel momento sconosciute.

Una visuale dall’alto, un pulsante per menare fendenti con la spada, uno per le azioni e uno per un accessorio. Infine, un mondo mastodontico pieno di personaggi con cui parlare, dungeon da esplorare e milioni di milioni di segreti. Basta aver giocato ad un qualsiasi episodio di Zelda per capire di cosa si stia parlando. Eppure, probabilmente, ”A Link to the Past” è da considerarsi uno dei, se non IL, migliore episodio della serie. Perché?

Questo Zelda è la sintesi ideale di elementi: arte tecnica, esplorazione, coinvolgimento ed evoluzione.
La componente grafica e sonora sono il perfetto equilibrio tra l’epico e il parodistico. Una magica atmosfera fatta di personaggi bizzarri e situazioni sempre nuove sono accompagnate da una colonna sonora che spazia tra brani impegnati a quelli più spensierati. Ma non è nell’aspetto tecnico che troviamo il punto di forza di Zelda. Bensì nell’esemplare calibrazione delle meccaniche di gioco.
Link inizia la sua avventura con poche abilità e oggetti. La forza giusta per alzare un cespuglio e una piccola spada che sembra quasi un coltellino. Ma pian piano che si va avanti, Link crescerà gradualmente e con lui il giocatore. Entrambi saranno accompagnati da una curiosità di fondo che li spinge nell’esplorare un mondo assolutamente ricco ed enigmatico. Con l’acquisizione di nuovi item Link si potenzia e il giocatore inizia a controllare la vastità dell’universo videoludico in cui si trova, e il gioco si apre davanti a lui.

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Così, ascoltare un personaggio parlare di varie scemenze svela piccole side quest da risolvere. Conquistare l’oggetto che permetta di sollevare i massi aumenta le capacità di attacco. Ottenere la possibilità di nuotare da la possibilità di esplorare nuovi e sterminati territori.
Quando il semplice vagare senza meta per il mondo di Hyrule vuol dire scoprire, in qualsiasi momento, un segreto, quando ogni nuovo oggetto conquistato vuol dire avere accesso a decine di sotto-missioni parallele, fondamentali per il massimo coinvolgimento del giocatore, quando si fa la conoscenza di un nuovo strambo personaggio e, soprattutto, quando ci si rende conto che tutto ciò non è pienamente controllabile o memorizzabile, si scopre di far parte di una vera dimensione parallela e di un mondo più grande del giocatore.

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All’interno della magica cartuccia di “A Link to the Past” si nasconde il segreto che ha tanto contraddistinto la Nintendo dei bei tempi: la costante gratificazione del giocatore! La perfetta calibrazione del livello di difficoltà, l’immensa varietà, l’intelligente level design dei dungeon e, non ultimo, centinaia di piccoli obiettivi da realizzare che portano ad altrettante centinaia di micro - ricompense sono solo alcuni dei punti sui quali si basa un gioco pensato per intrattenere in ogni istante. L’avventura di Link si permea di una poderosa atmosfera esplorativa seguendo una linea guida sulla quale si appoggiano le summenzionate sotto missioni. Zelda per Snes è un capolavoro. Zelda non si gioca lo si vive. Ma non senza critiche.

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La contestazione più eclatante che contraddistingue tutti, o quasi, gli episodi della serie è senza dubbio la povertà della trama e la storica ridondanza di situazioni e oggetti. Ma si può rispondere che Zelda non vuole essere altro. Zelda è un format. La base di un videogioco puro come il suo protagonista, sul quale si costruisce l’avvolgente atmosfera delle terre di Hyrule. Un ingranaggio perfetto in grado di assottigliare i legami con la realtà di qualsiasi giocatore.


COMMENTO FINALE


"The Legend Of Zelda: A Link to the Past è un manuale di game design, lì, sul Super Nintendo, a disposizione di tutti. Un capolavoro. Un mix perfetto di esplorazione, coinvolgimento e qualità tecniche. L’invito può essere uno solo: avventurarsi nelle bidimensionali e “supernintendiane” terre di Hyrule per gustarsi il miglior Zelda di sempre."


Axel "L'Innominato" Abba