Di titoli legati ai robottoni giapponesi se ne sono visti parecchi. Tra il 1992 e il 1993 i ragazzi della NCS Corp, divisione software della Masaya, dettero il loro contributo alla causa occupandosi di Cybernator. Conosciuto in patria come Assault Suits Valken, Cybernator venne pubblicato in occidente da Konami, che a sua volta lo distribuì in Europa grazie alla Palcom, al tempo società satellite. Membro di una serie protrattasi fino alla Playstation 2, questo gioco ci mette alla guida di un mech all’interno di quello che alla fine risulta essere un crossover tra un classico run and gun, un platform ed uno sparatutto a scorrimento.
Omessa la trama, insignificante, si può passare subito all’analisi del gameplay offerto, il quale va subito indirizzato verso la sfera arcade.
Lo spessore ludico infatti non si esprime sulla distanza (sono solo sette stage) ma nella propagazione della sfida, la quale propone una propria impronta ed una difficoltà a tratti snervante in qualità di elementi a favore della longevità. Come ritmo e struttura generale riemergono nella mente mostri sacri come il cugino konamiano Contra, Gunstar Heroes o il più recente Metal Slug, con la differenza evidente data dal comandare un robot umanoide, peculiarità che diventa ingranaggio vitale del tutto. Il nostro mezzo è apparentemente lento, quasi goffo ma allo stesso tempo versatile. L’impressione è quella di avere una palla al piede che tuttavia è dotata di tutte le risorse necessarie per sopravvivere. Il pezzo di ferraglia, come detto, non è agile ma può ricoprire brevi distanze scattando sia in avanti che indietro con l’apposito comando oppure può volare fugacemente in verticale grazie ai propulsori di cui è dotato. Nelle fasi d’attacco potremo ripararci dietro il nostro fidato scudo e soprattutto indirizzare i nostri colpi in qualsiasi direzione dello schermo puntando e contemporaneamente decidendo se muovere il nostro fucile o lasciarlo fisso in una posizione. Va ammesso quindi che il sistema di combattimento non è esattamente tra i più piacevoli e immediati, allo stesso tempo però è oggettivamente un punto di forza che costringe l’utente a sintetizzare al meglio le manovre di gioco a seconda della situazione o dei bersagli.
Alle fasi run and gun miste all’esplorazione platform si alternano quelle in cui il nostro mech sarà in versione mezzo volante e dunque più legato al tradizionale sparatutto orizzontale. Il ritmo per forza di cose si farà più elevato e dovremo districarci tra orde di nemici che si faranno sotto in massa con l’aggiunta di massicci corpi rocciosi o carcasse da schivare. Ovviamente l’approccio offensivo sarà molto più intuitivo e immediato e non vi è nulla di rilevante da segnalare rispetto a ciò a cui c’ha abituato il genere. I boss finali sono croce e delizia, tanto sono belli e grossi da vedere tanto lasciano interdetti per i poli opposti di difficoltà che riescono a toccare. Alcuni di essi sono infatti battibili in maniera irrisoria una volta studiate le mosse mentre altri sono, oserei dire, fascisti a tal punto da rinunciare per esasperazione. L’arrabbiatura, più che lecita nella fasi sparatutto che richiedono una fisiologica memorizzazione, è indubbiamente snervante anche per il fatto di avere solo tre possibilità per continuare l’avventura. Una volta esaurite dovremo sempre ricominciare tutto da capo, sempre. Non esistono password, perciò o si finisce il tutto in un’unica sudatissima tornata o bisogna rassegnarsi: non ci sono gettoni da inserire nel cabinato.
Come se non bastasse i punti ricovero energia o i power up sono disseminati col contagocce. Un vero peccato questo, alla luce del fatto che l’intelligenza artificiale distribuita lungo il gioco è ben bilanciata, sospesa in equilibrio senza cadere nella eccessiva facilità da una parte o nella sfida proibitiva dall’altra. I dialoghi, tra l’altro, non possono mai essere saltati completamente ma solo accelerati. Un tedio superficiale che tuttavia, nella perdita di pazienza generale, non passa in secondo piano.
Il fronte grafico è senza dubbio pregevole sia per quanto riguarda il contorno di intermezzo tra uno stage e l’altro sia per le portate principali. Pur strizzando vistosamente un occhio alla serie robotica di Macross, il risultato estetico è sicuramente gradevole grazie ad una rappresentazione molto dettagliata di personaggi e mech in pieno stile anime di inizio anni ’80. Su medesimi standard la cura riservata alle animazioni ed alle ambientazioni, varie e spesso in movimento, con le quali ci imbatteremo nel nostro incedere. Considerando che la prima versione del gioco, quella nipponica, risale al 1992 non si può far altro che constatare di trovarsi di fronte ad un gioiello grafico per i tempi che ancora oggi riesce a colpire per brillantezza e fedeltà iconografica alle storiche serie animate incentrate sui robot umanoidi come per l’appunto Macross o il primissimo Gundam. Il sonoro si limita ad accompagnare la frenesia dell’avventura dalle retrovie in modo da non essere mai invadente né in positivo né in negativo data la presenza di un gameplay “ingombrante”.
Cybernator - Super Nintendo
Comprimi
- Pubblicato: 27-11-2011, 14:40
- 14 commenti
-
X
Comprimi
-
Cybernator
-
Guarda... io all'epoca l'avevo acquistato dopo aver sbavato per almeno un paio di mesi sulla recensione: ti assicuro che la difficoltà era davvero mal calibrata anche allora. Ma molto mal calibrata, tanto che lo rivendetti dopo poco... un vero peccato.
-
Non conoscevo questo gioco fino ad un paio di anni fa, quando mi imbattei in una riedizione in HD (relativo) per la PS2, ma non ebbi modo di approfondire. Ad ogni modo, spiccava la citata goffaggine del robottone e la cosa mi indispettì non poco.
-
Ottima recensione per uno dei titoli per Super Nintendo che a suo tempo avrei desiderato giocare anche su Mega Drive. Per quanto non possa esprimermi sulla difficoltà (a suo tempo ho visto solo lunghe sessioni di gioco da un amico...), devo dire che apprezzavo molto il design, la realizzazione tecnica e le trovate scenografiche messe in atto da NCS.
Da notare che Assault Suits Valken / Cybernator è il 2° di una serie che comprende 4 titoli e si sviluppa nell'arco di 9 anni (l'ultimo capitolo per PlayStation è datato 1999 -ovviamente non rientra nel conto la già citata riedizione HD di HS Walken per PS2-) . Il capostipite è Assault Suit Leynos / Target Earth, realizzato nel 1990 su Mega Drive. Conosco pochissimo il primo titolo dell"Assault Suits series", ma ho letto che ha fama di action-shooter / run 'n' gun particolarmente "tosto".Ultima modifica di AlextheLioNet; 27-11-2011, 18:03.
-
Grande gioco! Io avevo comprato la versione giapponese (pochi anni fa, in piena fase "retro love"), ma non mi e' sembrato poi cosi' ostico. Forse la difficolta' e' diversa nell'originale? Fra l'altro col passare del tempo e' stata una patch di traduzione per la versione jpn, che permette di capire meglio la storia e di vedere una particolare scena censurata nella versione occidentale. Ah, se Valken vi sembra impegnativo aspettare di provare Leynos per MD. Era uno dei miei cartuccini preferiti, ma una vera faticata: fra le missioni da indovinare (versione jpn anche qui) e i comandi complicati riuscii a finirlo una sola volta (il classico momento di grazia). Da provare. Non ho mai finito invece il capitolo finale, Leynos 2 per Saturn, un po' troppo complicato. Qualcuno l'ha fatto qui?
-
Io avevo la versione giapponese, ma non lo ricordo cosi' ostico (l'ho finito qualche anno fa); forse un livello di difficolta' diverso? Fra l'altro ora esiste anche la patch di traduzione per la versione originale, che permette di seguire meglio la storia e di vedere una scena censurata. Il primo capitolo, Leynos per MD, era decisamente piu' cattivo: tra missioni da "indovinare" (anche qui avevo la versione jpn) e bastardaggine generalizzata riuscii a finirlo solo una volta, nel classico momento di grazia. Il capitolo finale Leynos 2 (per Saturn) invece non l'ho mai finito, un po' troppo complicato. Qualcuno qui l'ha fatto?
-
Originariamente inviato da PAROLONEGrande gioco! Io avevo comprato la versione giapponese (pochi anni fa, in piena fase "retro love"), ma non mi e' sembrato poi cosi' ostico. Forse la difficolta' e' diversa nell'originale?
-
Originariamente inviato da museheadNon conoscevo questo gioco fino ad un paio di anni fa, quando mi imbattei in una riedizione in HD (relativo) per la PS2, ma non ebbi modo di approfondire. Ad ogni modo, spiccava la citata goffaggine del robottone e la cosa mi indispettì non poco.
Un Remake ottimizzato per la PS2 ma niente più,che infatti ho recuperato di recente da una svendita ,e l'ho trovato lento e macchinoso ,anche se ha un ottima grafica 2D.
Volevo recuperare quella della recensione e quelle uscite per Megadrive ,ma se il gioco è come quello per la console Sony passo...
-
Per me è ancora un ottimo gioco assieme a Assault Suit Leynos su MD! Sicuramente la difficoltà è a tratti snervante... I due titoli nascondono un fattore strategico in base alle armi da usare e potenziare, ma ovviamente si procede per tentativi. La versione PS2 è davvero un pessimo remake, non capisco come sia stato possibile peggiorare a tal punto un gioco a 16bit. Per Parolone, Leynos 2 l'ho giocato e "finito" anni fa. Le virgolette le ho messe perchè dopo lo stage finale e sottotitoli il gioco ricomincia da capo e non ho mai capito se sbagliassi qualcosa o no. E' l'episodio che mi piace di meno assieme a quello PS1 (che è uno strategico). Esistono comunque diversi cloni free e non. Mi permetto di citare l'ottimo Battle Armor Division. B.A.D. Battle Armor Division
-
Ehi! L'ho riprovato in versione sia jappo che USA/Euro ed è vero, non è così difficile come lo ricordavo!!! Interessante notare che in versione jappo è pubblicato da Masaya, mentre in versione occidentale dalla Konami (con una diversa intro del titolo). Cmq la sensazione è che la versione jappo sia leggermente più facile, nel senso che il mecha è più agile e veloce rispetto alla controparte occidentale. Voi che dite? In teoria avrebbe dovuto essere più difficile nella versione jappo e semplificato in quella occidentale, sapendo quanto vadano pazzi i giapponesi per gli shooter hardcore... bah...
-
Non credo esista essere umano che abbia finito Leynos o Valken al primo colpo. Sono praticamente 2 giochi da imparare a memoria, nel primo è fondamentale un'accurata scelta delle armi, nel secondo trovare tutte le power chip per potenziarle. Ci sto rigiocando in questo momento e non mi sembra ci siano sostanziali differenze tra la versione usa/jap tranne che per i nomi dei personaggi e una scena di suicidio censurata in quella usa.Ultima modifica di emachan; 29-11-2011, 12:17.
L'invio di commenti è disabilitato per i non registrati.
ULTIMI ARTICOLI
Comprimi
Non ci sono risultati che soddisfano questo criterio.
widgetinstance 209 (ULTIMI COMMENTI) skipped due to lack of content & hide_module_if_empty option.