Partendo dalla giocabilità possiamo dire che il genere di riferimento è quello platform visto che l’obiettivo principale sarà quello di condurre il nostro supereroe alla fine di ogni livello e una volta lì affrontare il rispettivo boss. Tuttavia, grazie alla diversificazione dell’ottimo level design, spesso e volentieri le azioni da compiere non saranno mai ripetitive con la felice conseguenza di una maggiore profondità dell’esperienza giocata. A volte saremo infatti chiamati a non esplorare i livelli col classico andamento orizzontale del platform. Ci saranno delle varianti come ad esempio inseguimenti, le corse con la Bat-mobile, risoluzione di enigmi, ecc. Capiterà che occorreranno determinate armi per proseguire in certi stage o potremo addirittura, nel bel mezzo dell’esplorazione di un livello, tornare alla Bat-caverna per risistemare al meglio il nostro armamentario e riaffrontare la missione da capo (senza perdere le vite fin lì accumulate). Si sa poi che Batman è il fumetto statunitense con i più bei personaggi antagonisti mai pensati e qui non si farà eccezione dato che affronteremo lo zoccolo duro dei villains storici quali il Joker (stupendo il suo livello che forse meritava di essere quello finale), il pinguino, Catwoman, Due Facce e così via. Se non erro questo è il videogioco dedicato all’uomo pipistrello che coinvolge più nemici in un colpo solo e ciò vuole dire soltanto una cosa: gioia immensa per i fan (e una discreta longevità aggiungo anche).
Per quanto riguarda i difetti potrei registrarne due: la difficoltà in certi passaggi e il personaggio di Robin stesso. Parlando del primo elemento devo dire che sono sempre un po’ titubante nel valutarla con sicurezza in quanto potrebbe dipendere dall’abilità che differisce da un giocatore all’altro. Fatto sta che ho imprecato assai in certi punti dei livelli di gioco dove ho sprecato un po’ troppe vite continuando a cadere negli stessi errori ripetutamente. Solo con una ferrea memorizzazione degli schemi di gioco sono poi riuscito a superare lo scoglio. Parlando invece del secondo difetto è davvero il colmo. C’è anche il personaggio di Robin eppure questo ha un ruolo marginale (oltre che non giocabile). Si sarebbe potuto sfruttare molto meglio questa potenzialità magari creando una modalità cooperativa e invece no. Il tutto rimane in single player e “il ragazzo meraviglia” (Robin per intenderci) viene relegato ad una sorta di nostro supporto morale a eccezione forse del livello del pinguino dove il personaggio in questione viene coinvolto maggiormente rispetto al resto dell’avventura.
Le animazioni infine sono davvero ben realizzate, sia quelle del protagonista sia quelle che riguardano tutto ciò che di restante si muove. Esteticamente invece, come direbbe Bruno Longhi in telecronaca, è tutto molto bello. Oltre che l’aver adottato con estrema fedeltà lo stile grafico del cartone animato, quelli della Konami sono riusciti perfettamente a ricreare anche quell’atmosfera un po’ malata di Gotham City già citata all’inizio dell’articolo. Lasciarsi librare nel vuoto tra grattacieli che hanno come sfondo un cielo alle volte rossastro, alle volte violaceo, è una scena davvero emblematica di quanto appena detto. Per quanto ci si rifaccia ad una serie animata questo sentimento era percepibile sia in tv che su console ovvero nell’aria c’era sempre un qualcosa di ironico, visto il target d’utenza, ma allo stesso tempo qualcosa di morboso, tetro e claustrofobico. Eccellenza anche nel reparto sonoro che riprende anche le musiche stesse dei film di Burton (tema principale incluso).
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