La prima di queste viene descritta nel titolo: "Jikkyou Oshaberi" significa più o meno "talk show dal vivo"... per tutta la durata del gioco saremo accompagnati da una serie di frasi registrate da un giapponese mezzo sbronzo (o almeno questa è l'impressione che dà!): un'aggiunta senz'altro inutile ma adeguata alla creazione di un clima di allegra follia e nonsense che è una costante di questa serie. Ovviamente è sempre possibile disattivare il commentatore nel caso si riveli troppo irritante, specie per le nostre orecchie occidentali.
Ben più significativa è invece la presenza di un livello formato interamente da grafica poligonale, sia per gli sprites sia per i fondali, grazie alla potenza del suddetto chip SA-1: l'effetto colpisce particolarmente, considerato che tutto il resto del gioco ricorre alla consueta grafica bidimensionale.
Il livello di cui sopra è la parodia di uno stage di XEXEX, shoot'em up Konami di qualche anno prima, e da qui si capisce dove la casa voglia andare a parare. Non contenta di aver fatto simpaticamente a pezzi la sua stessa saga di Gradius, stavolta la grande K decide di sbeffeggiare molte altre sue proprietà, riadattate in chiave Parodius per la gioia dei fan!
La cosa più divertente è che non si tratta solo di giochi già appartenenti al genere shooter, come XEXEX stesso o la serie di Twinbee, ma anche di franchise che non potrebbero essere più lontani da esso. Qualche esempio: un livello è basato sulla serie di Goemon, per cui è ambientato nel Giappone feudale con tanto di pinguini-ninja e nemici presi di peso da Gradius... ma provvisti di armi bianche giapponesi (e al termine dovremo affrontare il mecha apparso nel secondo gioco di Goemon per SNES!); un altro, ambientato in una tipica scuola nipponica, è zeppo di riferimenti alla serie di simulatori d'appuntamento Tokimeki Memorial (non sono adorabili i moai vestiti da scolarette? Ehm...); un altro ancora addirittura è una classica "speed zone" che prende spunto dal cabinato con light-gun Lethal Enforcers (!), per cui dovremo stare attenti ai bersagli che sbucano da ogni dove, mentre improvvisamente lo stile grafico cambia e fa il suo ingresso un boss preso di peso dal puzzle game (!!) Taisen Puzzle-Dama che ci attaccherà a suon di...blocchi colorati!
Non credano comunque i "rivali" di Konami di averla passata liscia, perché ce n'è anche per loro: Irem viene punzecchiata tramite l'armamentario di uno dei personaggi selezionabili, il gatto Ran, dotato di due campanellini chiamati Homing Bits (che agiscono più o meno come i Bits a ricerca di R-Type Leo), e di un laser riflettente analogo a quello della R-9, composto però da... orme!
Per quanto riguarda il gameplay, esso rimane solido, nel più puro stile Gradius: tutti i punti fermi di questa serie sono stati rispettati,i power-up abbondano, e così anche le ondate di nemici e proiettili; per chi trovasse la sfida troppo difficile, è possibile intervenire (come sempre accade nelle versioni per console di questa serie) sui settaggi più svariati come livello di difficoltà, numero di vite e continue, possibilità di ricominciare ai restart point o subito dopo morti, ecc. Vi è poi la possibilità di visualizzare statistiche abbastanza inutili sul numero di volte che un certo personaggio è stato utilizzato, sui punteggi realizzati e via dicendo. Un certo grado di rigiocabilità è comunque garantito, oltre alla presenza di 14 personaggi ciascuno col suo particolare armamentario, da una curiosa aggiunta: alcune fatine sono state nascoste per i livelli e, sparando in certi punti dello scenario, le si può far uscire allo scoperto. Un contatore posto in una schermata delle opzioni indica quanto manca all'ottenimento di tutte e 70, risultato che sblocca la possibilità di selezione del livello. Non un premio eccezionale ma comunque un incentivo a riprendere in mano più volte questo titolo. La realizzazione poi è quasi impeccabile, con i rallentamenti ridotti al minimo, una grafica molto pulita e dettagliata, sprites belli massicci nel caso di alcuni boss e una serie di musiche riadattate (c'è pure una versione di "(That's The Way)I Like It") che non possono non scatenare il sorriso.
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