Una sera di tanti anni fa, Mario, Luigi, Peach, Toad, Bowser e tutti i loro amici si siedono attorno ad un fuoco acceso la sera sulla spiaggia e, guardando le brillanti stelle nel cielo, iniziano a raccontare le tante avventure che hanno vissuto fino negli anni passati... è un momento magico nel regno dei funghi... Intanto sulla terra gli umani giocano già con una tecnologia avanzatissima che viene chiamata 16 bit... eppure la trilogia delle avventure vissute nel passato ha ancora molto da dire... Prima ancora di viaggiare tra le stelle in Galaxy, Mario ha raccolto un album dei suoi ricordi migliori e lo ha chiamato “Tutte le stelle di Super Mario”… Il 14 luglio del lontano 1993 era nata la collezione definitiva per ogni appassionato di platform.
Quando bastavano 8 Bit per divertirsi
Per molti, la passione per le avventure fiabesche di Mario è nata con la prima console casalinga a larga diffusione della Nintendo, l’indimenticato NES a 8 Bit, che ha avuto l’onore di presentare ben tre avventure dedicate al regno dei funghi… anzi, tre e mezzo, come approfondiremo in seguito. Con l’uscita del fiammante nuovo sistema per l’intrattenimento a 16 bit, Nintendo propone un ideale quarto episodio, Super Mario World, che all’epoca stupisce tutti per aver portato il platform bidimensionale alla sua massima espressione. L’epitome sarà poi eguagliata da pochissimi altri capolavori ludici come la trilogia di Donkey Kong Country e la serie del “concorrente” Sonic the Hedgehog. Ma, visto che il SNES non era retro compatibile, che fine avrebbe fatto la trilogia classica di Mario? Mamma Nintendo decide allora di racchiudere tutti e tre gli episodi in una sola cartuccia e già questo sarebbe bastato all’acquisto obbligato per il popolo mariano.. ma una nuova vernice di smalto ed effetti speciali venne data al trittico miyamotiano, unendo l’inedita possibilità di salvataggio dei livelli già superati. All’epoca, inizio anni Novanta, erano poco diffusi i remake o le collezioni, soprattutto di titoli NES e ricordiamo tra i pochi Megaman Wily Wars, un compendio dei primi episodi a 8 bit del robottino blu, approdato su Megadrive. I classici rinascevano a nuova vita, dimostrando quanta fosse già in tempi passati la loro modernità. Super Mario Collection, giunta in occidente col nome di All Stars, racchiude al suo interno ben quattro episodi usciti sul NES, includendo l’originale Super Mario Bros 2 giapponese, vero seguito del primo episodio, inedito al di fuori del Giappone. Ma andiamo ad esaminare le opere nel dettaglio.
Super Mario Bros. (1985)
Il primo, indimenticabile, titolo della trilogia è l’evoluzione dell’arcade Mario Bros, ma non si ferma a questo e va ben oltre. SMB scrive le regole bibliche della piattaforma a due dimensioni, con mondi caratterizzati da pulizia grafica e semplicità incantevole diventata con gli anni marchio di fabbrica per la grande N. Nel remake presentato in questa collezione, il già piacevole comparto audiovisivo si arricchisce con una nuova grafica a 16 bit che non stravolge l’originale ma lo perfeziona, rendendo il tutto ancora più gradevole alla vista. Il sonoro rende giustizia ai canali stereo dell’immortale 16 bit che, collegato ad uno stereo, darà alle nostre orecchie pura delizia. Molti dei motivetti, realizzati nel lontano 1985 dal musicista giapponese Koji Kondo, sono diventati con gli anni dei classici tuttora riutilizzati e citati spessissimo dai nuovi titoli AAA della Nintendo. Grazie alla precisione della risposta ai comandi, la giocabilità perfetta resta immutata ed è il maggior punto di forza, come in tutti i titoli prodotti del team di Shigeru Miyamoto, in seguito evolutosi dal SNES in poi nella celeberrima EAD, gruppo interno alla Nintendo. Per saperne di più sul titolo originale in versione NES, vi rimandiamo all'apposita recensione.
Super Mario Bros: The Lost Levels (1986)
Per dare una visione più completa della trilogia Nintendo ha deciso di includere entrambi i seguiti realizzati per SMB, ovvero l'edizione giapponese SMB2J ed il suo corrispettivo occidentale, ovvero il SMB2 che tutti noi conosciamo.
Il secondo episodio della saga si presenta quindi in duplice edizione, il primo seguito uscito solo per il Giappone viene riproposto in questa compilation con una grafica ammodernata in stile 16 bit e chiamato The Lost Levels. Il gioco fino a quel momento è inedito in Europa, e per lo stupore di tutti presenta una versione “incattivita” del primo Bros per veri hardcore gamers! Funghi velenosi, piattaforme impossibili, cattiveria pura ad ogni livello… una gioia masochista per chi ama le vere sfide! Meno innovativo di quanto ci si sarebbe aspettato, SMB2J è un seguito senza mezzi termini, con un aggiornamento estetico quasi nullo, che basa tutto sulla sfida al giocatore che ha l'ardire di prenderlo in mano. Mario Game o Luigi Game sono le due opzioni che il gioco propone, ma per entrambe occorrerà mano ferma e nervi saldi. Per giocare SMB2J bisogna essere dei veri esperti del primo Super Mario Bros, e questo è stato forse il suo punto di forza, ma al contempo anche il motivo della sua dipartita nel mercato USA. Purtroppo, il titolo all’epoca del NES è stato ritenuto troppo difficoltoso per noi poveri occidentali che in cambio abbiamo però ricevuto un gioco del tutto nuovo che in realtà nuovo del tutto non era... SMB2. A tutto questo andrebbe anche aggiunto Super Mario Special, un capitolo a parte realizzato da Hudson Soft per piattaforma PC88 nello stesso anno... Confusi? Nel paragrafo successivo scoprirete la verità!
Super Mario Bros. 2 (1988)
Nell'Ottobre del 1988, strategicamente poco prima di Natale, debutta dunque in America Super Mario Bros. 2. Cosa cambiava rispetto alla versione nipponica? In poche parole TUTTO. Il titolo è il realtà la riedizione di un altro gioco creato da Shigeru Miyamoto, Yume Kojo: Doki Doki Panic. Il titolo vede quattro personaggi in un mondo arabeggiante da mille e una notte. Padre, Madre ed i due figlioli, ognuno con caratteristiche uniche. I suddetti eroi originali sono stati sostituiti da Mario, Luigi, Peach e Toad, ognuno con uno stile differente, perfetto controllo per Mario, salti più lunghi per Luigi, un breve volo in aria per Peach e una forza maggiore per Toad. Il gioco, quindi, risulta essere un ibrido nella saga, poiché essendo nato al di fuori del mondo di Mario presenta dei nemici e dei boss differenti, non è presente nemmeno Bowser! Uno dei personaggi, però, Birdo, l’ambiguo struzzo rosa, è oggi uno dei più amati dai fans Nintendo. Le Bob-ombe nascono qui, e lo stesso si può dire per moltissimi elementi, tra cui gli Shy-Guy. Dovremmo considerare l’episodio canonico o meno? Il dibattito è tuttora aperto, ma ciò non toglie che il titolo sia concettualmente, stilisticamente e graficamente molto al di sopra dei platform dell’epoca. Anche il remake di questo titolo per SNES è splendido, e la nuova cosmesi dona una marcia in più al gioco. La presenza di Mario e soci può rappresentare la ciliegina sulla torta. Anche per Super Mario Bros. 2 vi rimandiamo all'apposita recensione nella sezione NES, dove viene trattata l' originale versione ad otto bit. (Link)
Il grande assente, Doki Doki Panic (1987)
Molti tra i fans che seguono i retroscena dei titoli Nintendo avrebbero voluto che l'originale titolo giapponese per NES fosse incluso nella collezione. Yume Kojo: Doki Doki Panic, pubblicato in Giappone nel Luglio 1987 in occasione di un festival organizzato dalla televisione giapponese, contiene però personaggi famosi (perlomeno in Giappone) i cui diritti pare siano in mano di Fuji TV ed acquisirli forse sarebbe stato troppo dispendioso per Nintendo stessa. Del resto avrebbe avuto anche poco senso inserire un titolo non mariano in una collection dedicata a Mario. Oltretutto il gioco avrebbe dovuto essere presentato in versione 8 bit, unico in una raccolta di titoli pompati a 16 bit o avrebbe dovuto anch'esso subire un restyling? Dubbi, domande e ragionamenti che forse Nintendo si è posta prima di realizzare la compilation. O forse no. Semplicemente il titolo non era mariano e come tale non andava inserito... Doki Doki condivide come detto lo stesso trittico autoriale di SMB2 in versione occidentale, ovvero Shigeru Miyamoto in veste di game designer, Koji Kondo come musicista e Kensuke Tanabe nel ruolo di produttore.
Super Mario Bros. 3 (1988)
Mentre i giocatori americani si ritrovavano per le mani durante il Natale 1988 un “presunto” Super Mario Bros 2, i giapponesi erano avanti di un episodio e potevano già giocare col terzo! Il gioco sarebbe arrivato negli USA nel 1990, mentre i giapponesi si sollazzavano con Super Mario World, ed in Europa ancora un anno dopo, nel 1991. Veniamo dunque al pezzo forte della collezione… quel Super Mario Bros. 3 che ha rappresentato il canto del cigno del granitico NES, episodio tra i più amati in assoluto nella saga. La sua versione a 16 bit lo rende un capolavoro assoluto, ogni aspetto grafico è perfezionato, tutto è elevato all’ennesima potenza e da solo è in grado di rivaleggiare col nuovissimo Super Mario World, vera killer application a 16 bit. Nasce con questo titolo il concetto di mappa del mondo, la giocabilità, la grafica ed il sonoro sono di grande qualità, la difficoltà del titolo è molto elevata, forse la più alta tra gli episodi classici, nel remake è addirittura innalzata di un pelo… il fattore sfida è, quindi, molto forte e fa appassionare chi è fedele alla saga come chi lo gioca per la prima volta. Per saperne di più sull'orginale episodio per il NES potete leggere l'articolo dedicato.
La prova del tempo
I giochi originali, per quanto datati, avevano all'epoca della loro uscita una modernità unica, tanto da aver resistito benissimo alla prova del tempo. Il fatto poi che siano riproposti sul SNES in versione enanched, con grafica e sonoro aggiornati agli standard dei sedici bit li rende ancora più belli. Il valore storico, collezionistico e, soprattutto, artistico della collezione è molto elevato. Senza dubbio fa parte di quella ristretta cerchia di titoli immortali che rigiocheremo per sempre, non c’e’ alta definizione che tenga di fronte a capolavori del genere. Super Mario All-Stars rappresenta senza dubbio una punta di diamante nel catalogo del Super Nintendo, irrinunciabile per chi ama il mondo fantastico creato da Miyamoto. Ogni voce ottiene il massimo dei voti ed anche il fattore rigiocabilità è altissimo. Siamo di fronte a un vero e proprio manuale di game design che, tuttora, chiunque voglia realizzare o semplicemente giocare un gioco di piattaforme 2D non può esimersi dal consultare.
Presentazione, reperibilità ed altre versioni
Il gioco presenta un package molto curato con un bel libretto a colori localizzato in italiano. Gli artworks presenti sono tutti ben realizzati, soprattutto quello di copertina che propone un Mario in versione prestigiatore che introduce un collage di titoli e personaggi tratti dalla trilogia, che interagiscono tra loro presentando le più divertenti trasformazioni mariane, come Mario Rana e Tanoki. Il gusto è quello tipico giapponese detto “kawaaii” ovvero carino a tutti i costi, che rende il titolo così universale. I giochi sono uniti tra loro da un semplicissimo menu di selezione che riporta l'anno d'uscita occidentale. La reperibilità della cartuccia in versione Super Nintendo è abbastanza alta, ed è forse da preferire agli episodi originali usciti per il NES che, in una collezione da veri Nintendomani, dovrebbero essere comunque presenti. Una chicca imperdibile è rappresentata da una versione successiva della collezione che comprende anche Super Mario World! In tempi recenti, i remake del secondo e terzo Bros sono stati ripubblicati per Game Boy Advance in singole cartucce, nella serie Super Mario Advance, mentre i classici ad 8 bit sono disponibili nel catalogo Virtual Console. Del Wii Il primo, inoltre, è presente sia su GBA nella serie NES Classic sia su Game Boy Color. Esiste anche una edizione limitata del SNES con in bundle la cartuccia e la stampa della collezione sulla scatola della console detta “All Stars Pack”. Nel 2010, in occasione del venticinquennale del primo SMB la collezione è stata riproposta su Wii in edizione limited.
Super Mario All Stars
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- Pubblicato: 02-03-2010, 00:50
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