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X-Men: Mutant Apocalypse

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  • X-Men: Mutant Apocalypse

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ID: 247488X-Men: Mutant Apocalypse è figlio della rivoluzione grafica portata da Jim Lee nell’omonima serie a fumetti che da il titolo al gioco. Nonostante infatti il disegnatore coreano abbia abbandonato ancora nel ’92 la Marvel Comics, la casa editrice della serie, gli X-Men continuarono per lungo tempo a mantenere lo stesso design da lui improntato. Il medesimo destino fu riservato al titolo pubblicato e sviluppato da Capcom del 1995.
    La trama ha come sfondo la fittizia isola di Genosha nella quale sono stati imprigionati alcuni membri degli X-Men. Il professor Xavier, a capo di quest’ultimi, incarica quindi un gruppo formato da altri membri per andare a liberare i propri compagni. Col proseguo della storia entreranno poi in scena ulteriori vicende che non sto qui ovviamente a svelare.
    Nel ruolo di producer abbiamo un’istituzione del mondo Capcom e del genere platform vale a dire niente popò di meno che Tokuro Fujiwara, il creatore della saga di Ghosts 'n Goblins nonché produttore della serie di Mega Man. Non so quanto sia stata influente o meno la presenza del maestro ai fini dello sviluppo del gioco, sta di fatto che si tratta di un buonissimo titolo. Trattasi di un platform con fasi da picchiaduro a scorrimento, un mix di generi assai diffuso sulle console a 16 bit. Il difetto classico in cui si può incappare con questi giochi ibridi sta nel mal calibrare le sezioni d’esplorazione con quelle di lotta inficiando negativamente entrambe. Fortunatamente in X-Men - Mutant Apocalypse tutto ciò non si verifica principalmente per due motivi: personaggi e ambientazioni.

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    I mutanti a disposizione sono cinque: Ciclope, Wolverine, Psylocke, Bestia e Gambit (creato dallo stesso Jim Lee tra l’altro). Ognuno, per i pochi che non lo sapessero già, è dotato di propri superpoteri che lo differenziano piuttosto nettamente dagli altri. Quest’ultimo elemento è fondamentale in quanto garantisce all’utente un approccio ai livelli sempre sufficientemente vario, per lo meno nella seconda metà di gioco dove potremo affrontare gli stage rimanenti con qualsiasi personaggio. Si spazia quindi dai raggi ottici di Ciclope agli artigli d’adamantio di Wolverine, dall’agilità di Bestia alle abilità psichiche di Psylocke senza dimenticarci delle carte “incendiarie” di Gambit. Lo scontro corpo a corpo sarà comunque a disposizione di ciascun protagonista che in aggiunta sarà a sua volta dotato di personali mosse speciali attivabili con le più classiche combinazioni di tasti tipiche dei picchiaduro Capcom. Passiamo alle ambientazioni: per quanto non eccellano in fatto di originalità scenografica, gli ambienti di gioco si prestano con efficacia allo scopo in quanto discretamente diversificati dal punto di vista ludico. Nella prima metà dell’avventura infatti ogni X-Men, una volta selezionato, affronterà un livello strutturato appositamente per chiamarne in causa i rispettivi super poteri necessari per il superamento dello stesso. Vedremo per esempio un Wolverine in grado di arrampicarsi lungo le pareti grazie ai suoi artigli o un Gambit in grado di lanciare le sue carte contro ostacoli presenti in qualsiasi direzione. Non si tratta di niente di rivoluzionario ma comunque ciò basta per portare al successo l’accoppiata platform/fighting game menzionata precedentemente. Sfortunatamente vi è un personaggio che non riesce a beneficiare di questo pregio ed è sicuramente quello di Psylocke la quale, data la scarsità di mosse, è stata inserita forse più per il fatto di appartenere al gentil sesso che per altro. Infine, come inoltre già anticipato, nella seconda metà del gioco ci sarà data la possibilità di affrontare le missioni rimanenti con l’eroe che più ci aggrada. Oggettivamente, durante le partite, verrà a galla il fatto che certi passaggi saranno più adatti ad essere superati grazie a determinanti poteri ma nulla vieta di utilizzare chi vogliamo a beneficio della longevità e del livello di sfida che si mantiene così costante. Terminati i pregi trattiamo i difetti ed è proprio dalla difficoltà che si deve cominciare. I primi cinque livelli sono i più abbordabili in quanto, una volta memorizzata la loro struttura e i movimenti dei nemici (non senza qualche episodio di stizza improvvisa ovviamente), sarà possibile senza troppi problemi passare alla fase successiva. Da qui in poi la situazione è tremenda non tanto per l’architettura degli stage ma per la bastardaggine, accompagnata da un antipatico senso di impotenza, con cui verremo colpiti. Il boss finale poi è davvero un incubo. Il bello è che, nonostante la strategia per batterlo sia subito svelata, sarà un’impresa titanica riuscire a toccarlo più volte. Non ci aiutano in questo senso le animazioni dei personaggi che, se fossero state un po’ più reattive, avrebbero per lo meno reso meno spinose certe situazioni. Altro difetto è probabilmente l’eccessiva brevità dei livelli di gioco, meno evidente là dove la difficoltà si impenna improvvisamente. L’esperienza ludica e l’immedesimazione con i nostri beniamini è infatti davvero ben riuscita ed è davvero un peccato che in certi casi finisca troppo presto.

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    Sul fronte grafico non si può che essere soddisfatti. Le scenografie, per quanto non brillino per differenziazione, sono ben fatte sposandosi con efficacia a ciascuno dei poteri speciali dei protagonisti. Le tinte di fondo non sono vivacissime ma si prestano ugualmente allo scopo ovvero ricreare un luogo che si rivelerà essere più un asettico laboratorio/catena di montaggio piuttosto che un’isola. Si registra inoltre un ottimo utilizzo del parallasse che in certi casi si intreccia pure con le azioni di gioco stesse. Promosso a pieni voti il character design il quale, oltre ad esser fedelissimo sia al “bestiario” del fumetto che all’estetica di Jim Lee, ci mette sul piatto enormi e dettagliati sprite. Egregi sono quelli dei nostri eroi tanto da occupare in certi frangenti quasi metà schermo, stupefacenti quelli dei boss che possono occuparne anche quasi tutto. Come già ribadito l’unica pecca sono le animazioni un po’ legnose degli X-Men, legnosità di cui avremmo fatto a meno in quelle situazioni dove sarebbero richiesti maggiori difetti.


    COMMENTO FINALE


    "X-Men: Mutant Apocalypse è un titolo imperdibile sia per i fan della Marvel sia per gli appassionati del genere. L’immedesimazione con Wolverine e compagni è infatti ottima così come lo è anche l’appagamento scaturito dal loro utilizzo. Peccato solo per la scarsa longevità, difetto a cui si è ovviato con un livello di difficoltà in certi frangenti davvero odioso."





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