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ID: 247393Il 1995 è l’anno in cui bussava alle porte l’era del 3D, con l’arrivo dei nuovi sistemi a 32 bit, e sembrava che tutti volessero esplorare le infinite possibilità della terza dimensione. Ma il 1995 è anche l’anno di Zoop, un puzzle game bidimensionale, totalmente astratto e a schermata fissa prodotto da un piccolo sviluppatore che va decisamente controcorrente rispetto agli altri produttori di videogiochi. Riuscirà il triangolino protagonista del gioco a salvarsi dall’invasione delle forme geometriche nemiche?

Primo impatto

Dopo le schermate dedicate ai produttori del gioco, Zoop ci appare subito davanti nella sua spartana ma eclettica semplicità. Ci troviamo davanti ad un classico puzzle game, in cui bisogna togliere di mezzo i pezzi per far posto ad altri. Quello che potrebbe sembrare un semplice clone di Puyo Puyo ha invece delle caratteristiche uniche e ben studiate che lo rendono davvero interessantissimo.

Un gameplay frenetico

Appena lo schermo si riempie ci accorgiamo di qualcosa di spiazzante! Gli elementi che dobbiamo far scomparire per liberare il campo di gioco non provengono solamente dall’alto, come ci potremmo aspettare, vista l’esperienza con i classici del genere, ma ci assediano da tutte e quattro le direzioni cardinali! Già ciò sarebbe motivo di frenesia aggiuntiva rispetto al puzzle canonico con caduta dei pezzi verso il basso, ma non contenti di questo gli sviluppatori hanno deciso di non darci alcun controllo sugli elementi mobili. Le tante e diverse figure geometriche, infatti, avanzano da sole e continuano inesorabili ad ammucchiarsi in ordinate ma casuali file in direzione del centro dello schermo. E’ proprio lì che si trova un pezzo speciale a nostra disposizione, a forma di piccolo triangolo, individuabile come un cursore mobile camaleontico, in grado di assumere il colore del pezzo che ha appena toccato e darci così la possibilità di eliminare i pezzi identici. Tuttavia, nel momento in cui troveremo un blocco di colore differente nella fila che stiamo eliminando, il nostro cursore assumerà immediatamente quella tinta, e bisognerà spostarsi altrove per colpire i suoi simili. Tutto ciò appare indubbiamente complesso e va oltretutto moltiplicato per quattro, poiché la nostra opera deve essere svolta velocemente su tutti i fronti. Se ad esempio a Nord ci sono molti blocchi arancioni in fila e noi siamo dipinti di verde, bisognerà spostarsi a Sud per colpire un elemento arancione ed assumerne il colore. Mentre però eliminamo allegramente la fila arancione che si trova sopra di noi, incappiamo in un triangolo rosso e diventiamo anche noi rossi! Questo si può rivelare utile se ad Est c’è una fila rossa, ma se ad Ovest ci sono alcuni pezzi blu troppo vicini al centro dello schermo, dovremo cercare di corsa un elemento blu, clonarne il colore e velocemente eliminare la fila troppo incalzante dell’Ovest. Alla complicata gestione degli elementi colorati fa da contrasto la semplicissima azione, poiché non c’è nessuna sequenza di pulsanti da utilizzare, ma l’intero gioco può essere affrontato con un solo tasto e le frecce direzionali. Ad un gameplay così particolare si accompagna una grande velocità d esecuzione, poiché il gioco fa della rapidità la sua bandiera. In pochissimo tempo ci ritroveremo come pazzi a spostare il nostro cursore da una parte all’altra elaborando strategie mentali multifronte per eliminare più blocchi possibili in minor tempo. La folle frenesia del gioco è amplificata dal fatto che gli sviluppatori, forse per dare più enfasi alla partita, hanno deciso di far apparire un nuovo elemento sullo schermo al passare di ogni secondo ed anche ad alcuni decimi di secondo nei livelli più avanzati! Ogni partita si risolve così in un’incredibile sfida ai limiti dell’umano per sopravvivere a tutti i livelli che il gioco propone, con l’unica vita a disposizione, senza mai poter, letteralmente, prendere un attimo di pausa.
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Blocchi semplici e blocchi speciali

Tra i blocchi che ci presenta Zoop troviamo triangoli, cerchi, cunei e altre curiose forme, che bisognerà eliminare però solo in base al loro colore e non per somiglianza fisica.
In mezzo al marasma frenetico ed incalzante del gioco ci accorgeremo subito che non tutti i blocchi hanno una funzione di semplice riempimento caotico delle caselle. Esistono infatti quattro elementi speciali che ci possono semplificare la vita. Questi blocchi sono considerati dai programmatori delle vere e proprie bombe ed hanno utilizzi molto diversi tra loro. Innanzitutto un piccolo fulmine, detto Proximity Bomb, che una volta clonato dal nostro cursore mutante è capace di far sparire molti blocchi in una volta, tutti nell’area delle immediate vicinanze del nostro colpo. Un altro elemento dalle funzioni bonus è un sole lampeggiante, detto Line Bomb, che appena preso ci permetterà di eliminare una fila intera di blocchi. Il terzo blocco speciale è quello a forma di piccolo omino luminoso, detto Color Bomb, che possiamo utilizzare per far scomparire tutti i blocchi dello stesso colore di quello che colpiremo con le sue fattezze. Un ultimo blocco a forma di molla viola apparentemente sembra inutile e non catturabile, ma vedremo che esso andrà a collocarsi sul lato sinistro dello schermo, e che collezionandone ben cinque, queste speciali molle faranno sparire magicamente tutti i pezzi dallo schermo, che andranno a sommarsi al nostro punteggio totale senza fatica! Il nome di questa meraviglia è Bonus Spring.

Il campo di gioco e le sue modalità

Zoop va giocato su una schermata unica in cui a muoversi saranno solo i blocchi che invadono il campo di gioco ed il nostro triangolo camaleonte. Il livello base di Zoop è un semplice rettangolo dalle dimensioni di 18x14 caselle, per un totale di 252 spazi di cui però solamente 96 utilizzati per l’accumulo insensato dei blocchi, ovvero 20 in alto, 20 in basso, 28 a sinistra e 28 a destra, oltre alle 16 caselle che formano un piccolo quadrato 4x4 di proprietà del cursore e che costituiscono la sua casa base. Queste caselle sono utilizzate dal nostro triangolino per i propri spostamenti vitali. I 140 spazi rimanenti non sono mai visitati dai blocchi e ospitano solo le varie informazioni del gioco: punteggio, blocchi da eliminare rimanenti, Bonus Spring raccolti e livello in corso. Il gioco terminerà inesorabilmente quando anche uno solo dei blocchi nemici invaderà la casa del cursore, caratterizzata sempre da una colorazione differente dal resto del campo. Molta attenzione va fatta allo squilibrio delle caselle occupabili dai blocchi, poiché esse sono sette nelle aree Est ed Ovest, ma solamente cinque nelle zone Nord e Sud, e spesso questo ci può trarre in inganno, facendoci calcolare erroneamente il numero di spazi ancora disponibili per l’ammucchiata selvaggia degli implacabili blocchi.
Il titolo offre due diverse modalità di gioco dette Continual e Level. Nella prima, eliminare abbastanza blocchi farà avanzare di livello e cambierà il background, ma tutte le forme presenti sullo schermo resteranno allegramente al loro posto, aumentando anche la velocità. La seconda opzione si rivela più semplice, poiché i nuovi livelli vengono almeno ripuliti dai blocchi e si ricomincia da una griglia vuota, eccetto che in quelli più alti, dove qualche elemento sarà comunque presente. E’ possibile selezionare il livello di partenza e la sua difficoltà all’inizio del gioco. I round presenti sono ben 99 ed ogni stage si rivela davvero impegnativo e privo di tempi morti.

Il sistema del punteggio
Il calcolo dei punti è basato sui 100 punti assegnati dall’eliminazione di un blocco, ma è possibile realizzare delle interessanti moltiplicazioni eliminando più pezzi insieme, 300x2, 600x3, 1000x4, 1500x5, 2100x6 2800x7, 5000 per l’intera colonna verticale, ben 10000 per la colonna orizzontale, oltre ai punteggi bonus dati utilizzando i blocchi speciali. Dopo la fine delle nostre peripezie difensive comparirà una semplice scritta “end of game” e la classica Hall of Fame in cui ci viene mostrato lo spazio nome con le classiche tre letterine di memoria arcade, il punteggio raggiunto, il numero dei “zooped” ovvero blocchi distrutti dal nostro triangolo, il tempo impiegato ed il livello raggiunto. Il nome del gioco deriva infatti dal rapido movimento che il nostro cursore fa per urtare il blocco che abbiamo puntato per l’eliminazione da questa valle di lacrime digitali. Sembra quasi di essere in un western geometrico ambientato nell’anno 3000, a volte.
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"I can't stop playing this game!"

Così recita lo strillo sulla nera confezione del gioco. Il fattore assuefazione, noto col termine tecnico anglosassone di “addictive”, è davvero alto in Zoop. La frenesia dell’azione è davvero tanta e il titolo non concede un attimo di respiro al giocatore. L’impegno richiesto è molto a causa della presenza dei quattro fronti separati su cui dover operare, che danno certo molta più varietà al titolo rispetto alla presenza di un solo attacco dall’alto dei blocchi, caratteristico dei classici del genere, come Tetris.
Il fatto poi che l’azione si svolga su una schermata fissa aiuta il giocatore a restare concentrato su questo mondo alieno contornato di strane forme, musiche particolarissime e una grafica ipnotica, per moltissime ore consecutive, spinto dalla voglia di continue partite volte al miglioramento del proprio punteggio e al superamento del livello appena raggiunto. La giocabilità di Zoop è davvero altissima, poche semplici regole da capire e si entra subito nel suo spirito. L’unico scopo della nostra vita diventerà eliminare quelle assurde forme che cercano di invadere la casa del nostro amico triangolino.

Livelli astratti, lineari in salsa Jazz
Graficamente Zoop si presenta con un gusto minimalista di fondo, presentando schermate di puro astrattismo geometrico basate su colorazioni ad alto contrasto, simili a quei caledoiscopi tanto in voga negli anni '70, che cercano di confondere il giocatore, giocando esse stesse con i colori presenti sullo schermo grazie ai blocchi. Non sempre i colori delle schermate saranno uniformi, ma la differenziazione con il quadrato che costituisce la casa del cursore sarà sempre chiara, per meglio evidenziare la zona da difendere a tutti i costi dall’invasione. Ad un certo punto del gioco apparirà persino un cielo digitalizzato al posto dello sfondo, ma l’andamento concitato e veloce del gameplay non ci daranno modo lo stesso di rilassarci. Gli autori di Zoop definiscono nel manuale la loro grafica “Opti-Challenge” e sono coinvinti che essa contribuisca ad aumentare la confusione sui colori presenti contemporaneamente sullo schermo. Una bella sfida per il nostro cervello!
Le splendide e particolarissime musiche del gioco paiono ispirate dal mondo variopinto della scena jazz, risultando senza dubbio molto orecchiabili ed un vero punto di forza del gioco. Zoop alterna melodie più calme e rilassanti ad altre davvero martellanti ben adatte ai livelli avanzati, che presentano i momenti più impegnativi del gioco.
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ID: 247395Nota sugli sviluppatori
La casa di produzione di Zoop è la Viacom New Media, nome poco attivo nel campo dei videogiochi, ma molto noto in quello televisivo e cinematografico, in cui la Viacom, società principale americana, è un vero colosso dell’intrattenimento. Essa ha nel suo gruppo la Paramount, i canali tematici di MTV e la catena di negozi Blockbuster U.S.A. Quest’ultima ha infatti offerto, ai tempi del lancio, il gioco in noleggio gratuito per farlo conoscere. Indimenticabile il poster pubblicitario creato per il gioco e in bella mostra in tutti i negozi del marchio, che lo definiva come “America’s largest killer of time” e mostrava gli effetti del titolo sui teenager statunitensi. Il poster è apparso raramente anche in Italia, sulle riviste del settore videoludico. Il piccolo sviluppatore che ha creato il geniale gioco risponde invece al nome di Hookstone Ltd, società inglese davvero poco prolifica, con al suo attivo solamente due titoli ed in attività solo dal 1993 al 1998. Alla Hookstone ha legato il proprio nome il leggendario regista John Carpenter, autore delle musiche del loro secondo (ed ultimo) gioco Sentinel Returns, remake del celebre Sentinel di Geoff Crammond per i 32 bit pubblicato da Psygnosis, di cui parleremo presto su queste pagine. Gli autori delle fantastiche melodie di Zoop sono Bob Scumaci e Mark Davis, ma nei credits delle varie conversioni del titolo compare anche il musicista Eric Swanson, che è responsabile anche delle colonne sonore di titoli come Warlock e Metal Warriors. Altre personalità della meteorica software house sono il misterioso programmatore John Rocke, ideatore del gameplay, ed il grafico Peter Tattersall, autore della grafica “Opti-Challenge” e disegnatore delle conversioni Amiga di alcuni titoli giapponesi come Ikari Warriors o Mega Twins.

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ID: 247396Una possibile ispirazione per Zoop
L’idea ispiratrice per il divertente gameplay pare che sia venuta a John Rocke dal vecchio coin-op della Taito del 1989 intitolato Flipull, con parecchie varianti e l’intuizione geniale di implementare le quattro direzioni per l’avvicinamento dei blocchi che è alla base di Zoop. Ad avvalorare questa tesi ci sono anche i simboli sui cubetti di Flipull, simili ad alcune forme presenti in Zoop. Il gioco è noto in occidente anche col nome di Plotting. Zoop ha comunque una sua personalità ben definita e sarebbe solo minimamente debitore al celebre classico Taito. Chi vuole riscoprire il vecchio arcade lo può oggi trovare nella compilation Taito Legends per PS2 e Xbox.

Localizzazione, presentazione, reperibilità ed altre versioni
Zoop presenta tutte le sue schermate in inglese, offre una scatola standard ed un coloratissimo manuale di sole 10 pagine, di cui invita a ritagliarne una per avere sempre sott’occhio il promemoria del tipo di bombe del gioco! Un applauso alla Viacom che ha deciso di utilizzare per la realizzazione della confezione soltanto carta riciclata, dimostrando una grande attenzione per l’ambiente. La reperibilità di Zoop è abbastanza buona, anche grazie alle ben nove edizioni del gioco, presente su SNES, MegaDrive, Atari Jaguar, PC DOS, Apple Mac, PlayStation, Saturn, Game Boy e Game Gear. Le versioni sono tutte molto simili, poiché il gioco non si basa su grandi virtuosismi, anche se sui portatili si notano le maggiori differenze, con un’uniformizzazione dei blocchi, tutti rappresentati da rettangoli, e la ovvia perdita del colore su Game Boy. Una differenza sostanziale risiede però nel numero di spazi presenti, poiché a volte essi diventano solo quattro a Nord e Sud, oppure otto oppure solo sei ad Est ed Ovest, a seconda di quale versione del gioco si utilizza. Il titolo è stato rilasciato ufficialmente nel 1995 e le varie conversioni sono uscite nei due anni successivi, raggiungendo il suolo giapponese solo nel 1997. Divertente la copertina PS dell’edizione nipponica del prodotto, che gioca sui simboli del gameplay, rappresentando le direzioni di attacco come fossero le forze della fisica. Nessuno dei servizi di download digitali offre per il momento il gioco.
I diritti del titolo sono stati acquistati nel 2005 da Sinedsoft che ne ha realizzato una versione ambientata nello spazio intitolata Simple Zoop da giocare su PC. Una versione Java del gioco è inoltre stata realizzata recentemente da Joel Spolsky della Fog Creek Software ed è disponibile gratuitamente sul suo sito.

La prova del tempo
Un gioco astratto, onirico eppure inquietante, che si pone volutamente al di fuori delle tecniche grafiche e sonore raggiunte dalle console a sedici bit e dai giochi suoi contemporanei, non può che essere immune allo scorrere del tempo. Il puzzle risulta ancora oggi davvero intrigante e coinvolgente, chi non lo ha potuto provare ai tempi della sua uscita e lo dovesse riscoprire solo adesso ne rimarrà affascinato.

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COMMENTO FINALE


"Un triangolo che vive dentro un quadrato circondato da un rettangolo che a sua volta è abitato da molteplici forme che si ammucchiano in modo opprimente cercando disperatamente di invadere la sua casa. Complesso? Ma non basta! Ben quattro direzioni di fronti d’attacco sono da tenere d’occhio, cercando di distinguere i colori degli elementi di gioco da quelli dello sfondo “Opti-Challenge”. Una sfida altissima, un puzzle intrigante, ossessivo eppure inquadrato in precise regole fatte di movimenti veloci, blocchi e colori. Musiche particolarissime in stile jazz si uniscono ad una grafica minimalista eppure lisergica e coloratissima. Zoop ed il suo folle mondo geometrico alieno ed elettrizzante sono destinati a rimanere nella nostra testa per molto tempo."






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