Il grande merito di Super Mario Kart non risiede nel concept di gioco, che di per sé è semplicissimo e se vogliamo anche non originalissimo, ma di come questo si manifesta a tal punto da reinventarsi come qualcosa di nuovo. Guadagnare i famigerati power-up per poi avere la possibilità di migliorare la propria capacità di gioco non è infatti qualcosa di sconosciuto. Per fare un esempio negli sparatutto orizzontali o nei platform stessi già da tempo ciò era presente ma nessuno aveva mai applicato questa feature a dei simulatori di guida. A voler essere pignoli già esistevano anche titoli di corse dove era possibile sparare agli altri concorrenti (RC Pro-Am del 1988 fu il padre del filone) ma mai si era una vista una tale varietà ludica all’interno delle gare.
Ripeto: descrivere a parole l’appagamento che si prova a giocare a Super Mario Kart è impossibile. All’apparenza sembra un gioco così innocente, così fanciullesco, si tratta in fin dei conti di un racing arcade fondamentalmente quasi scolastico. Poi però, provandolo, si scopre che si tratta di un’ opera alla quale, per vincere, occorre dedicare grande impegno sia in single player che a maggior ragione in compagnia di un amico. Parliamo quindi delle modalità di gioco che sono tre: Mario G.P., Time Trial e Battle mode. Nella modalità "Mario G.P." si può scegliere la cilindrata del kart tra 50cc e 100cc: vinti tutti i rispettivi tornei è possibile accedere alla cilindrata 150cc; nella modalità "Time Trial" il giocatore sfida le proprie abilità di guida contro il cronometro (il gioco consente la memorizzazione dei migliori primi cinque tempi per ogni gara, oltre che il giro più veloce); nella modalità "Battle Mode" i due giocatori possono sfidarsi a colpi di gusci di tartaruga (rossi, proiettili a ricerca automatica del bersaglio più vicino; verdi, proiettili semplici), bucce di banana, stelle (invincibilità transitoria), fulmini, funghi (provocanti accelerazioni temporanee), piume ecc. Tutti questi bonus sono forniti anche nella modalità Mario G.P. al passaggio su appositi riquadri gialli posti lungo i circuiti e sormontati da un punto interrogativo nero. Ogni kart è circondato da tre palloncini che, a ogni colpo subito, diminuiscono di numero. Vince chi riesce a rimanere con almeno un palloncino quando l'avversario non ne ha più. Avviata una partita in single player i piloti si presenteranno di spalle nella metà superiore dello schermo mentre nell’altra metà sarà presente la mappa del circuito attraverso la quale tenere sotto controllo i cambiamenti di posizione degli altri concorrenti.
Ed è dopo il via che Super Mario Kart ci stupisce per il livello di sfida. Già nella partenza dovremo dosare l’accelerazione iniziale per guadagnare qualche secondo, in seguito dovremo imparare a dosare le derapate sempre per ricavarne quel briciolo di tempo in più. Senza contare che anche i power up andranno usati con precisione e tempismo, sprecarli credendo di aver già vinto può risultare deleterio. Insomma, quello che sembrava un gioco spensierato si rivela invece un titolo impegnativo, mi azzardo a dire anche parecchio tecnico in cui se non ci si applica con dedizione si va a finire che si perde. Ovviamente l’esperienza di gioco raggiunge infine goduria apocalittica con il multiplayer. Si potrà lavorare in coppia per assicurarsi i primi due posti nella griglia d’arrivo oppure attuare il classico tutti contro tutti in cui il novellino di turno inevitabilmente sarà in difficoltà. Quest’ultima in sostanza è la grande differenza che separa Super Mario Kart dai suoi seguiti e dai suoi “figli illegittimi”: la curva di apprendimento del gioco. Per carità, di kart-racing ce ne sono di buoni in giro ma il loro divertimento e rigiocabilità sono effimeri in confronto al capostipite del genere. In questo capolavoro targato Nintendo quasi mai l’utente inesperto avrà la meglio sperando in quelli che sono gli odierni benevoli power up, qua c’è da sudare, qua c’è da studiare ma la ricompensa sarà grande e lo stimolo a migliorarsi altrettanto.
Graficamente si fa un ottimo uso del Mode 7 con personaggi e piste che trasmettono una buona sensazione di profondità pur essendo il tutto realizzato in 2D. Egregio il lavoro fatto per i piloti i cui frame d’animazione sono costituiti da ben sedici diversi sprite così da poterli vedere da tutte le angolature. Sul fronte cromatico ritroviamo il solito graditissimo mondo di Miyamoto fatto da un brillante stile minimal accostato a meraviglia a colori vivaci e tinte a campiture piatte. La ciliegina finale è costituita da tracciati molto ispirati, i quali verranno poi triti e ritriti nei seguiti, ed un cast di vere e proprie star prese dalla serie mariana che ci faranno immergere ancora di più nella spensierata atmosfera tipica di Mario (tra l’altro fu il primo gioco non platform ad ospitare il baffuto idraulico & Co.). Sul fronte sonoro nulla da dire dato che abbiamo una colonna sonora che è ormai leggenda grazie a musiche memorabili.
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