Come molto spesso succede per le conversioni videoludiche tratte dagli anime (le serie animate giapponesi ndr), anche stavolta il tutto viene affidato alle mani della Bandai che oggettivamente ha fatto quasi sempre male nel settore dell’intrattenimento elettronico. Dopo questa breve premessa andiamo al sodo. Il gioco è in sostanza un titolo sportivo cestistico fondamentalmente arcade. Nella schermata principale ci sarà poco da scegliere vista la presenza di tre sole modalità: lo story mode e le classiche amichevole e torneo. Nella prima seguiremo le vicende della serie tv la cui trama differisce leggermente da quella originale: utilizzando quindi lo Shohoku dovremo qualificarci per il campionato nazionale. Sulla seconda e terza invece credo non ci sia bisogno di ulteriori spiegazioni.
Passando alla giocabilità vera e propria vien da dire che questo non è un gioco ma un giochino, per lo meno in single player. Prima di ogni partita sarà possibile scegliere lo schieramento in campo del proprio quintetto sia in attacco che in difesa peccato però che ciò non influisca per niente sulla partita in sé rendendo questo aspetto tattico inutile. Andare a canestro sarà infatti quasi sempre operazione assai facile visto che l’unica opposizione che forniranno gli avversari sarà data da qualche sporadica palla rubata o dalla loro parziale ostruzione delle nostre linee di tiro. Abbiamo capito che si tratta di un prodotto dalla forte impronta arcade ma tuttavia un minimo livello di sfida deve esserci ai fini della longevità. In campo le azioni eseguibili sarebbero anche varie, si possono anche fintare i tiri e far saltare i rispettivi marcatori avversari. Accumulando poi con successo una sequenza di “azioni positive” consecutive (passaggi riusciti, canestri fatti o evitati), si riempirà una barra orizzontale presente nella parte superiore dello schermo e, come succedeva un po’ in sala giochi con Street Hoop della SNK, premendo contemporaneamente i tre tasti non dorsali (escluso il b), sarà possibile effettuare un super tiro con annesse simpatiche animazioni personalizzate a seconda del giocatore utilizzato. Peccato che appunto, indipendentemente dalla squadra scelta, andare a segnare sarà assai semplice e in poco tempo le vittorie saranno già messe in cascina molto prima del tempo rendendo inutile qualsiasi altro piccolo o grande tentativo di approfondimento ludico. Risulta ininfluente quindi anche il fatto di conoscere i punti di forza dei giocatori delle varie squadre.
L’unico ramo di salvezza a cui può appigliarsi questo gioco è la modalità multiplayer dove finalmente l’approccio arcade acquista un minimo di spessore. Sarà possibile giocare nella stessa squadra con un amico ma il bello sarà ovviamente sfidarlo visto che, a differenza dell’intelligenza artificiale, anche a lui sarà concesso giungere al canestro con facilità nonostante i nostri sforzi. Gli incontri quindi si trasformeranno in una divertente ressa dove ognuno cercherà freneticamente di difendersi come potrà. Infine è da sottolineare il fatto che il titolo in questione è tutto localizzato in giapponese. Niente paura, a parte la trama da comprendere per coloro che non conoscono il manga, tutto sarà talmente immediato e illustrato che la lingua non rappresenterà un ostacolo difficile da superare.
Sul lato grafico si è svolto quello che ci si aspettava da un lavoro ispirato da una serie animata. Colori vivaci al punto giusto e disegni ben fatti, realizzati con fedeltà allo stile grafico dell’autore di Slam Dunk vale a dire il bravissimo Takehiko Inoue. La comicità del fumetto sarà infatti riscontrabile anche nel videogioco dove si ritrovano le stesse gag e scenette demenziali presenti nella versione cartacea. L’ilarità generale sarà ulteriormente accentuata dal fatto che tutti i personaggi sono stati realizzati in super deformed (ecco il perché dell’SD presente nel nome del gioco) ovvero con la testa enorme rispetto al resto del corpo e, oggettivamente, visto il contesto demenziale, la scelta risulta azzeccata. Certo è che qualcosa di più si doveva fare: ad esempio si gioca sempre nella stessa palestra della serie “ci interessa solo l’aspetto commerciale”. Il fronte sonoro ha alti e bassi. Da una parte troviamo buone musiche di contorno, dall’altra troviamo composizioni ripetitive all’interno dei match che si vanno ad aggiungere alla già arida giocabilità.
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