Questo nuovo capitolo porta due novità importanti ovvero una raffinata gestione dei personaggi e grande libertà d’azione. La prima è fornita dall’introduzione del Job System firmato Hiroyuki Ito. Con questo sistema il giocatore è in grado di far imparare ai membri del party delle professioni (jobs), ben 22 in totale, che si sbloccheranno nel corso dell’avventura man mano che troveremo sempre più cristalli. Ogni personaggio partirà dallo stato di “freelance” per poi raggiungere il massimo grado di apprendimento di un job ovvero lo stato di “master”. Starà a noi decidere a piacimento che job assegnare a ognuno di loro. Durante la crescita di ciascuno verranno assimilate nuove abilità speciali. Il bello arriva quando è possibile non completare l’evoluzione verso lo stato master di un job e iniziarne un altro senza perdere le abilità fin lì assimilate. In questo modo per esempio un cavaliere può fare proprie le capacità di un mago e viceversa senza contare che è possibile passare da un job all’altro anche negli scontri aumentando così la componente strategica. Ritorna poi l’Active Battle System che in questo caso fa registrare l’ingresso nella serie della classica visualizzazione a barrette che ci permetterà di sapere quando avverranno i turni.
Abbiamo parlato all’inizio della recensione anche di grande libertà d’azione: a conti fatti avremo a disposizione ben tre mondi esplorabili liberamente lasciando da parte quando sarà possibile la storia principale perdendoci tra missioni secondarie e spedizioni alla ricerca di segreti nascosti. Final Fantasy V quindi si fa valere soprattutto per una manifestazione ludica molto profonda ed esauriente tuttavia è qui che viene fuori la spina dolente di questo titolo. Invece di costruire un' architettura narrativa che tenga testa sia alle avanzate meccaniche di gioco sia all’imponente esplorazione, abbiamo una trama che ci lascia un po’ interdetti, che ci costringe a fare da spettatori impotenti di fronte a cambi di programma che spesso accadono rapidamente e in maniera abbastanza leggera lasciandoci non poche volte l’impressione che le cose succedono solo perché si deve allungare la storia in qualche modo. Viene a mancare poi quella cura per i personaggi che era stata avviata con il capitolo precedente e che sarà portata allo stato praticamente artistico nel capitolo successivo. Tra l’altro curiosamente Final Fantasy V è il titolo della saga più tinto di rosa insieme a Final Fantasy X-2 dato che dalla metà del gioco in poi dovremo usare tre femmine e solo un maschio. Un'altra peculiarità da registrare è che questo titolo non fu mai converito in occidente, almeno per quanto concerne la trasposizione da 16 bit. Ovviamente le soluzioni al problema sono due: o procurarsi una versione successiva pubblicata per un'altra console o rivolgersi al mondo dell'emulazione che presenta tra l'altro, per FF V, una delle prime traduzioni realizzate completamente da dei fan.
Graficamente il gioco mostra un salto di qualità notevole rispetto al passato dove sarà possibile intravedere le splendide avvisaglie del gioiello stilistico che troveremo in Final Fantasy VI. In sostanza l’estetica di questo titolo è semplicemente eccelsa. Estetica che va a prendere ispirazione sempre dal mondo medievale al fine di creare ambientazioni e mondi da mille e una notte. Infine le musiche: siamo sempre su livelli altissimi anche se, vista la minor cura per la storia e i personaggi, la colonna sonora ha risentito della cosa mostrando un campionario di melodie mediamente meno drammatiche e struggenti rispetto agli altri capitoli. Questo non è un difetto ma potrebbe diventarlo a seconda dei differenti gusti dei giocatori.
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