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ID: 239620Come sappiamo, il retrogaming è una forma di intrattenimento che prescinde dal tempo: si gioca con un determinato software non perché sia di tendenza o perché sia dotato di qualità audiovisive all’avanguardia, ma principalmente perché si viene affascinati dal concept di fondo del prodotto. In questa ottica ci riesce molto più semplice giudicare un gioco senza farci condizionare dal contesto in cui fu originariamente pubblicato. Boogerman ha sofferto molto tale contesto: nato nel 1995 quando stavano tramontando le console a 16-bit a cui era diretto (fu pubblicato per Super Nintendo e Megadrive) e quando i platform bidimensionali, con Sonic, Mario e Donkey Kong Country, avevano già fatto vedere più o meno tutto quello che quelle macchine potevano dare in questo campo.

Alla Interplay cercarono quindi di creare un prodotto che sapesse differenziarsi da un genere inflazionato e dall’interesse scemante: ne uscì fuori Boogerman. Diciamo subito che non si tratta di un capolavoro, ma è riuscito comunque a non passare inosservato. I suoi segreti sono il protagonista e una trama totalmente demente: tale Snotty, si intrufola in un laboratorio per sventare un attacco alla pulizia del mondo e viene rapito da una macchina crea-immondizia e da solo deve lottare per 4 livelli pieni di muco, immondizia, puzza e cosi vià. Ma Snotty non è un supereroe, è un tipo non più giovanissimo e in forte sovrappeso, senza poteri speciali ma con delle doti “naturali” talmente esagerate da risultare utili alla causa: può scorreggiare fortissimo per stendere i nemici, ruttare pericolosamente e, nel caso non bastasse, può dar fondo alla riserva di caccole che porta nel naso per colpire i nemici. Il tutto, aggirandosi in livelli disgustosi e contemporaneamente irresistibilmente simpatici. In fondo bisogna ammetterlo, Snotty è un personaggio riuscitissimo: demenziale, simpatico, originale e tecnicamente ben disegnato e animato. Si, perché Boogerman è un gioco che ci giunge in un periodo in cui le software house conoscevano a dovere le console che dovevano programmare e la realizzazione tecnica ne traeva grande beneficio: innanzitutto, il gioco alloggia comodamente su una cartucciona da 24 mbit che ha consentito ai coder di inserire sprite belli grandi, animati con un altissimo numero di frame, il tutto corredato da bei fondali e una ricca serie di effetti sonori di rigurgiti, rutti e quant’altro.

La pulizia tecnica è particolarmente tangibile in questo gioco: non pretende di arrivare a nessuna vetta di qualità particolare, ma tutto è pulito (anche se visto il clima del gioco questo non sarebbe il termine più consono), funzionante e gradevolissimo. Ma allora perché ho detto che non ci troviamo di fronte a un capolavoro? Fondamentalmente il gioco non ha particolari difetti, anzi, i programmatori sembrano aver seguito proprio il manuale del perfetto platform per realizzare Boogerman, ma proprio in questo consiste il problema: il gioco propone un’ora scarsa di gioco per arrivare alla fine in cui dovremo eseguire compiti visti troppe volte e cioè cercare i bonus, cercare l’uscita e uccidere i nemici, seppur scoreggiando o ruttando. Proprio questi stravaganti attacchi, inoltre, non hanno particolari utilità e si può usare per tutto il gioco quello che si preferisce senza particolari differenze, sembrano messi là giusto per suscitare ilarità e, anche se ci riescono, diventano noiosi dopo un po’ di partite. Il level design, poi, non regala nessuna particolare nota di qualità, semplicemente funziona bene, peccato per il comportamento dei nemici eccessivamente scriptato e ripetitivo. Il risultato finale è un gioco che nonostante una relativa brevità risulta monotono dopo i primi livelli, non appena diminuisce l’effetto carisma del personaggio, e ci si riduce a vagare per i livelli alla ricerca della strada giusta superando nemici che vanno giù con qualsiasi colpo e che seguono rigidamente sempre gli stessi schemi. La difficoltà quindi si mantiene abbastanza bassa salvo avere dei picchi all’arrivo dei boss di fine livello che sono ostici fino a quando non si impara perfettamente il loro movimento precalcolato.

Nonostante tutto… il gioco funziona, e anche bene se non ci si mette a pensare ai grandi classici ai quali, sia ben chiaro, Boogerman non intende fare concorrenza: ci offre semplicemente una esperienza alternativa e simpatica, che pur con i suoi difetti innegabili riesce a farsi ricordare con piacere. Ed essere ancora degni di un’occhiata dopo oltre un decennio di vita non è da poco per nessuno: ripeto, non un capolavoro ma un prodotto che riesce a uscire piuttosto bene dalla sfida contro il tempo. E poi Boogerman è veramente un mito!


Boogerman: A Pick and Flick Adventure video gameplay


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