Non c’è dubbio che molti dei giochi che accompagnarono la console Nintendo a 16 bit nel suo primo periodo di vita furono capolavori e vere killer application, basti citare ad esempio Super Mario World, Zelda: a Link to the Past, Super Mario Kart, F-Zero, Pilotwings, Actraiser e perché no, anche Super Tennis; il titolo Konami può ambire a far parte di questa elite? Vediamolo subito.
Questo nuovo Castlevania (conosciuto anche con il nome di Akumajou Dracula) è, in realtà, una versione riveduta (parecchio!) e potenziata tecnicamente della prima avventura vista su NES ed è la prima apparizione della saga Konami su Super Nintendo.
Ebbene, ricordo quando, ancora molto giovane, comprai la cartuccia: le aspettative erano altissime e, in tutta sincerità, non furono tradite!
Ricordo...
Dopo una schermata iniziale poco incisiva e una sezione in cui inserire il proprio nome, il gioco mostra la classica immagine che tutti gli amanti della saga conoscono: il protagonista inquadrato dal dietro che sfida lo spettrale castello di Dracula disegnato su uno sfondo immerso nella fitta nebbia. Subito si comincia a giocare e finalmente posso ammirare un Simon Belmont dettagliato e rifinito come si deve, con una netta evoluzione rispetto alle sue versioni a 8 bit! Insomma, è proprio "figo".
Alcune candele che disintegro con la mia gagliardissima frusta fanno da preludio a massi che si sgretolano sotto i piedi al solo passaggio e ad un maestoso ponte levatoio che si alza provocando un cupo rumore che rimbomba minaccioso nel vecchio televisore a colori.
Subito il gioco rivela sè stesso, innalzando improvvisamente imponenti reti metalliche dal suolo marcio mentre pericolose piante sorgono arcigne dal terreno e si aggrovigliano stringendo un abbraccio mortale con la muraglia appena apparsa. Una musica di stupefacente bellezza mi accompagna mentre frantumo lugubri scheletri e uccido pipistrelli demoniaci e… Un momento… la frusta si può direzionare!! Ebbene si! La frusta può essere direzionata e la cosa fu una novità talmente gradita che cominciai a saltare come un idiota solo per vedere le animazioni dello sprite principale mentre nel pieno del suo fiero balzo lancia la propria frusta verso il basso con una violenza inaudita.
Tutto emozionato proseguo e, grazie all’incontro con un nemico, scopro che tenendo premuto il tasto che permette di lanciare la frusta, la stessa rimane “fuori” ed è possibile farla dondolare e girare attorno a Simon, colpendo i nemici e parando i loro colpi. Era una cosa fantastica; il movimento dell’arma principale veniva così ad assumere le sembianze di un balletto, una danza macabra tanto facile da eseguire quanto efficace contro i nemici veloci e i colpi avversari. Una novità inaspettata e davvero interessante.
Immaginate ora il mio stupore quando, successivamente, scopro che la frusta può anche essere utilizzata per aggrapparsi a degli appigli e così lanciarsi più in là su piattaforme altrimenti irraggiungibili.
Questo è il mio ricordo che spero vi abbia intrattenuto con piacere, ora riprendo un tono più tecnico per analizzare in modo consueto il titolo vampiresco.
Questo capitolo dell’immensa saga Konami si presenta come un action game a scorrimento orizzontale decisamente arcade, senza innesti adventure o, se preferite, RPG che basa molto del suo divertimento sulle piattaforme e sulle “frustate”.
L’avventura di Belmont si costituisce di dieci livelli pieni zeppi di mostri. Ogni schema è tematizzato seguendo il filone “pauroso” della trama (castelli, grotte, boschi…) ed è popolato da un “bestiario” piuttosto classico tra cui troviamo per esempio gli scheletri, i pipistrelli, gli zombie, gli spiriti, gli occhi volanti, gli uomini pesce e molto molto altro.
Analizzando il gameplay, va detto che le novità rispetto al passato riguardano soprattutto gli aspetti già evidenziati a proposito dell’arma principale, ovvero, la possibilità che la stessa sia direzionata nelle otto direzioni del pad, la sua notevole proprietà di parare alcuni tipi di colpi o di roteare attorno al protagonista e la capacità di Simon di attaccarsi ad alcuni appigli. Oltre a ciò troviamo un comodo sistema di password e l’utile mappa che mostra il cammino tra uno stage e l’altro.
Va detto, a proposito delle password, che sono molto utili per spezzare la frustrazione che deriva dal dover ricominciare dall’inizio ogni partita e che, anzi, invogliano a ri-giocare ancora ma che, malauguratamente, sono qui proposte assieme ad un livello di difficoltà non elevato e quindi, a conti fatti, limitano la longevità.
Ovviamente l’aspetto platform del titolo è realizzato magnificamente grazie al perfetto level desgin sempre ispirato e studiato nei minimi particolari. I combattimenti sono sicuramente divertentissimi e molto vari grazie ai diversi stili d'attacco dei nemici “normali” e dei boss di fine livello e, soprattutto, alla notevole soddisfazione che si ricava dalla sensazione fisica che trasmette il “frustare” i nemici.
Come era lecito aspettarsi, la frusta si potenzia con due upgrade consecutivi da recuperare ogni volta che si perde una vita e vi è una discreta quantità di armi secondarie che si possono utilizzare solo se si possiedono gli amatissimi cuoricini. In più, si possono recuperare degli speciali bonus (II, III) che permettono di “sparare” rispettivamente due e tre armi secondarie alla volta invece di una sola.
E’ difficile annoiarsi giocando a questo prodotto e, in tutta sincerità, non riesco a fare una critica seria alla giocabilità di questo Super Castlevania, i suoi difetti sono da riscontrare altrove.
La longevità di questa cartuccia, come già detto, non è ai massimi livelli, poiché si riscontra un grado di difficoltà più basso del solito, ma, anche così, raggiungere e uccidere Dracula non sarà proprio facile.
Tecnicamente il titolo aveva il compito di mostrare le capacità del 16 bit Nintendo e, considerando che nel 1991 la console era ancora relativamente giovane, ci riesce abbastanza bene. Abbastanza perché a mio giudizio le ambientazioni, pur essendo molte, si assomigliano un po’ tutte e gli sviluppatori avrebbero fatto meglio a diversificarle di più. Le animazioni, pur svolgendo bene il proprio lavoro, non sono quanto di meglio ci si potesse aspettare e i colori a video, forse per specifica scelta dei programmatori, non sfoggiano lo sfarzo di tonalità a cui ci ha abituato il Super Nes. Il motivo di questo probabilmente va rilevato nel fatto che, essendo ambientazioni buie e a tema “horror”, i designer non hanno spinto su colorazioni accese e variopinte e si può benissimo condividere questa scelta, ma hanno forse esagerato un pochino e, in alcuni tratti, ho avvertito l’impressione che i colori a video fossero molti meno delle reali capacità dell’hardware.
Il famosissimo Mode 7 è utilizzato con intelligenza e maestria senza mai intervenire in modo invasivo ma impreziosendo l’impianto grafico con effetti di distorsione, livelli che roteano, lampadari giganti che dondolano e altro.
Ad ogni modo, l’ambito visivo di questo Castlevania non possiede un dettaglio elevatissimo e perde il confronto se paragonato a quello delle ultime produzioni come, ad esempio, un Donkey Kong Country o uno Yoshi’s Island e anche con alcuni giochi contemporanei come Super Ghouls 'n Ghosts.
Ora parliamo della parte “fonica” di questa cartucciona. Il sonoro è, indubbiamente, una delle qualità migliori: gli effetti d’atmosfera e ben inseriti nel tema si sposano con melodie fantastiche ed orecchiabilissime. Le musiche invogliano a giocare e sottolineano le nostre imprese nel migliore dei modi.
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