Collocare cronologicamente questo gioco è un po’ problematico. Nonostante i predecessori, indipendentemente dalle piattaforme d’appartenenza, risultino oscillare numericamente attorno alla ventina, questo prodotto viene catalogato nel titolo stesso come il quarto capitolo di una serie iniziata con le tre uscite per il Nintendo 8 bit. Fatto sta che con questo TMNT IV stiamo parlando probabilmente della trasposizione videoludica delle tartarughe ninja più famosa tanto che recentemente è stata ripubblicata online con una nuova veste grafica per le console di ultima generazione.
A livello di gameplay abbiamo tra le mani il più classico dei picchiaduro a scorrimento nel quale, in solitaria o in compagnia di un amico, dovremo condurre a termine l’avventura attraverso vari stage caratterizzati ciascuno dal tradizionale boss finale. A differenza della rispettiva versione arcade vi sono delle piccole differenze a livello di parco mosse che comunque contano sulla pressione di due soli tasti, uno per l’attacco e l’altro per il salto. Colpendo più volte gli avversari sarà possibile eseguire automaticamente una mossa speciale. In più avremo a disposizione un attacco aereo e due diverse prese di cui una servirà per scaraventare il nemico contro quelli circostanti mentre con l’altra lo scaglieremo direttamente verso lo schermo con tanto di effetto zooming, elemento quest’ultimo che contro un boss servirà proprio a fini ludici. I combattimenti si distinguono invece per via di un ritmo molto frenetico. Pochi saranno i momenti di pausa e sarà quindi consigliabile stare molto attenti e reattivi nel distribuire i colpi. In questo senso i programmatori sono venuti incontro al giocatore dato che è possibile far cambiare bersaglio alla nostra tartaruga durante qualsiasi attacco semplicemente utilizzando il tasto direzionale. In questo modo potremo evitare con più facilità le classiche situazioni nelle quali si viene accerchiati dai nemici e si subisce impotenti, situazioni che comunque non mancheranno neanche qua. Andando oltre si registra una discutibile differenziazione dei quattro combattenti protagonisti: Raffaello e Donatello risultano essere a sorpresa i più forti, il primo perché è il più rapido del gruppo mentre il secondo per via della lunga gittata della sua arma che è un bastone. Leonardo e Michelangelo, in teoria i più carismatici, sono paradossalmente i più scarsi, soprattutto il secondo che è penalizzato da una notevole lentezza e dal ridotto campo d’azione dei suoi nunchaku. I nemici al contrario sono piuttosto diversificati e anche nel caso dei più ripetitivi, ovvero gli scagnozzi del clan del piede, sapranno comunque garantire una certa varietà offensiva. Molto buona è anche l’IA che li controlla, portandoli solo all’inizio del gioco ad esporsi facilmente ai nostri colpi. Oltre alla modalità principale sono presenti infine una modalità versus ed una time trial. Nella prima sarà possibile sfidare un amico in quello che è un vero e proprio picchiaduro a incontri. L’idea di fondo era buonissima ai fini della longevità peccato che non sia stata sviluppata a dovere, dato che potremo scegliere solo tra le quattro tartarughe e in più non vi sono comandi aggiuntivi rispetto all’avventura a scorrimento, così da ridurre il tutto alla pressione forsennata dell’unico tasto d’attacco. Nella seconda sarà semplicemente richiesto di resistere il più possibile a vari scontri cronometrati. Passando invece ai difetti balza subito all’occhio il fattore difficoltà, davvero mal calibrato. In modalità normale i primi due livelli saranno illusori, perché poi si passerà ad un impennata massiccia del livello di sfida. Gli ostacoli non risiedono tanto nell’entità dei danni subiti, che è ben dosata, ma nella miriade di nemici che ci balzerà addosso contemporaneamente. I comandi fortunatamente sono molto reattivi e il più delle volte ci verranno in soccorso, ma siano maledette le occasioni in cui verremo anche solo toccati più di una volta: perderemo una barra energetica senza neanche rendercene conto. E’ necessario quindi un approccio strategico alle lotte, forzato più che altro, perché arrivare alla fine di un livello e magari perdere tutto di colpo suppongo non sia piacevole per nessuno. Degna di lode infine risulta essere quell’accoppiata di stage bonus che spezzano la routine degli scontri di cui in uno si fa anche sfoggio del Mode 7 nello scrolling.
Esteticamente non siamo su livelli eccelsi, nella concorrenza del tempo troviamo nettamente di meglio. Tuttavia, considerando lo stile della serie animata, diciamo che la semplicità grafica con cui tutto è stato realizzato ci sta. Gli sfondi poi sono piuttosto variegati: si va dalla New York del primo livello fino a viaggiare nel tempo in diverse epoche di cui in una si cita vagamente un altro titolo a scorrimento pubblicato in sala giochi solo un anno prima da Konami, Sunset Riders. Purtroppo l’interattività con le ambientazioni è ridotta all’osso salvo sporadici casi. La palette di colori invece è stata pienamente azzeccata attingendo da colorazioni vive e brillanti in piena sintonia con la serie tv. In aggiunta è anche possibile settare nelle opzioni la colorazione del fumetto in alternativa a quella del cartone animato: per la verità non c’è quasi alcuna differenza visto che le tartarughe diventano un po’ più scure e stop. Le animazioni invece sono ottime regalandoci battaglie parecchio coreografiche e una sensazione di rapidità degli scontri non indifferente. Nei casi più concitati poi non ci sono assolutamente rallentamenti di alcun genere. La colonna sonora infine è indubbiamente buona. Composto da Mutsuhiko Izumi, già al lavoro sui coin-op precedenti dedicati alle tartarughe, il campionario di melodie si dipana attraverso musiche molto incalzanti e attinenti al clima frenetico, e aggiungerei anche scanzonato, che si respira per tutta l’avventura. I singoli effetti sonori sono invece collocabili nella fascia della sufficienza, senza infamia e senza lode.
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