International Superstar Soccer 64Se si è vissuta la fine degli anni 90 con un po’ di cognizione di ciò che accadeva nel mondo dei videogiochi non si poteva non notare la dualità in casa Konami tra due giochi di calcio completamente diversi. Perché il Perfect Eleven dello SNES è come se si fosse scisso in due anime, così da diventare PERFECT Striker per il team di OSAKA e il Nintendone 64 e Winning ELEVEN per il team di TOKYO e la Playstation. Ma fin dalle prime schermate è palese che è il titolo Major A a prendere in mano l’eredità del tanto amato episodio a 16 bit.

Se c’è un errore che si può commettere quando si racconta di Perfect Striker o come lo conosciamo noi europei International Superstar Soccer 64, è di identificarlo nella categoria dei videogiochi di calcio arcade. Niente di più sbagliato! Quando nel 1996 la Konami Osaka, con il suo team Major A, lanciò il gioco questo poteva annoverarsi nella tentata simulazione del pallone di quel tempo. E molto probabilmente era la migliore. Pensateci: EA e FIFA ammaliavano il giocatore con il teatrino delle licenze e il Virtual Stadium con i gorilla che correvano dietro al pallone. Konami Tokyo stava piano piano iniziando la sua corsa verso la simulazione con Winning Eleven, aka ISS PRO, ma nel 1996 la sua opera calcistica era ancora rigida e macchinosa e ben lungi dalla maestosità del quarto episodio. Ed ecco che Perfect Striker spiccava per fluidità, completezza, tecnica e bellezza.

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E mentre il giocatore del futuro si fissa col pensiero che ISS64 sia stato calcio arcade, noi gli possiamo rispondere che in questo gioco è stato introdotto per la prima volta il passaggio filtrante che tanto usiamo oggi. Da quando il passaggio filtrante è una cosa arcade? La bellezza di ISS64 stava nella sua genuina spettacolarità: passaggi filtrati che tagliavano in due la difesa, triangolazioni veloci con un solo tasto, cross pieni di effetto, prese plastiche dei portieri, colpo alla Ardiles, sforbiciate e colpi di testa in tuffo come il migliore Pelè, finte e controfinte che manco Maradona dei tempi d’oro. Per non parlare della incredibile facilità e fluidità con la quale si potevano imbastire le azioni più disparate. C’era tutto in ISS64. Mai come nel 1996 si assisteva ad una così tanta completezza di giocate e varietà nel calcio videoludico.

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Era così divertente cavalcare i campi virtuali Konami che ci si dimenticava dei suoi difetti: fare un goal con un tiro da fuori area era un evento, come il terno all’enalotto. I portieri ai massimi livelli di difficoltà erano mostri che Yashin levati proprio e molte volte per trafiggerli bisognava prenderli a pallonate sulle respinte. La fisica del pallone era quasi inesistente e alla lunga mancava quel senso di aleatorietà che tanto fa del calcio uno degli sport più belli. E poi Galfano, Coliuto, Capitale e compagnia cantante. Perché Galfano ci sarà anche rimasto nel cuore, ma all’epoca la mancanza delle licenze iniziava a farsi sentire. E mentre il nipponico amante del calcio si sfiziava con le squadre e le licenze della J-League con il suo “Parfecto Straika”, noi occidentali ci dovevamo accontentare di nuovo delle solite 36 nazionali e dei suoi riconoscibilissimi giocatori superstar con i nomi inventati.

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Ma il calcio Konami stupiva soprattutto per l’incredibile qualità tecnica. Vederlo adesso sorprende, vederlo all’epoca generava la caduta della mascella per la fluidità ed eleganza dei movimenti dei calciatori nonché il loro vastissimo repertorio di movenze e dettaglio. Il campo da gioco era enorme, dettagliato quasi da sembrare un vero manto erboso, con tanto di erba che si increspava al passaggio del pallone o dei calciatori. Inoltre lo stadio risultava vivissimo e verosimile con spalti in festa e bandiere sventolanti con il pubblico costantemente in movimento. Un vero tripudio di colori ed emozioni, come solo una partita mondiale sa dare. Ma un altro applauso a scena aperta va fatto alla frizzante colonna sonora che tutt’oggi la mia mente suona e la bellissima e spumeggiante telecronaca, sia la versione giapponese sia e soprattutto quella occidentale nella quale il telecronista commenta con una tale emozione e trasporto che difficilmente vi stancherete di ascoltarla. E poi come si sentiva gridare il goal in questo gioco non lo si sentiva e non lo si sentirà mai più in nessun altro titolo. I telecronisti virtuali di adesso possono solo imparare.

COMMENTO FINALE


"ISS64 è uno dei migliori titoli calcistici dell’epoca. Un capolavoro ancora non perfetto, ma giocabilissimo e fluido, tecnicamente fantastico e vero e proprio inno del calcio videoludico del Nintendo 64. Giocarlo adesso vuol dire conoscere uno dei punti più importanti dell’evoluzione del genere nel 3D, quando si cercava di simulare il calcio senza dimenticare che era un videogioco, quando non serviva un giocatore in copertina per vendere una copia in più. ISS64 riporta alla mente il calcio virtuale spettacolare fatto di giocate incredibili e veloci, del telecronista che urlava letteralmente di gioia al goal, del tifo che riempiva di festa lo stadio per tutta la partita e l’atmosfera da mondiale era palpabile e calorosa. Un gioco nostalgico."