Ne devi fare di strada, bimbo, se vuoi scoprire come è fatto il mondo… Sarò sincero, quando nel 1998 misi le mie mani su Diddy Kong Racing, ebbi la sorprendente sensazione che il mio nuovo mondo di teenager (a quei tempi avevo solo 15 anni) mi stava facendo totalmente dimenticare l’ingenua spensieratezza che si prova nell’essere bambini. Un pargolo non ha bisogno di sangue, di donne o di denaro per sentirsi immensamente felice, gli bastano delle macchinine, dei palloncini e tanti animaletti simpatici da adorare.
In quel periodo della mia vita, senza che me ne rendessi conto, ero tornato di nuovo un semplice bambino ed ogni volta che mi accingevo a giocare mi sentivo totalmente euforico e ansioso di inserire la cartuccia nel Nintendo 64 per potermi finalmente gustare (quasi come se fosse pane e Nutella) questa nuova magia, uscita dall’inarrestabile cilindro della Rare.
Oltre che ben gradita, questa meraviglia videoludica sviluppata dal celebre team inglese, fu per me assolutamente inaspettata. Ricordo che comprai una rivista del settore (Mega Console) e dentro c’era giusto l’anteprima esclusiva, ma vi assicuro che prima di allora non se ne era mai parlato, o almeno io, non ne avevo mai sentito parlare. Fatto sta che a quei tempi mi trovai di fronte ad una scelta importante: comprare il fedele Mario Kart 64 o aspettare questo Diddy Kong Racing? Beh, che ci crediate o no, puntai tutte le mie speranze sul titolo Rare, snobbando senza alcun rimorso il titolo Nintendo. Ero sicuro al 100% che Rare mi avrebbe regalato un nuovo capolavoro, come del resto già fece in passato con tutta la serie di Donkey Kong Country, Killer Instinct e tanti altri titoli di ottima qualità.
Get Ready! Go! Come un piccolo Schumacher ero pronto ad affrontare qualsiasi sfida, senza pensieri, con grinta e volontà da vendere. Il gioco parte e una risata di bambini mi fa sentire in compagnia, poi una stupenda sfilata in musica di tutti i personaggi fa crescere in me ancora di più l’ansia di giocare. Non c’è tempo per perdersi in chiacchiere, niente racconti, nessuna storia da ascoltare; per quella ci sarà il libretto di istruzioni da consultare a console spenta.
E’ giunta l’ora di scegliere il personaggio. Beh, io andai sul sicuro e scelsi Diddy Kong, lo scelsi sia perchè lo adoravo in Donkey Kong Country e poi perchè di solito il protagonista è sempre il più bilanciato di tutti. Comunque avrei potuto anche scegliere Krunch, il coccodrillo della familia Kremling (per chi non lo sapesse i Kremling sono i nemici rettili di Donkey Kong), Bumper il tasso e l’orso Banjo, sprovvisto del suo aiutante Kazooie (non ne sono del tutto sicuro…), i due li ritroveremo un anno dopo nel platform intitolato appunto Banjo-Kazooie. Troviamo inoltre Conker, uno scoiattolo dolce e coccoloso (tutto il contrario di quello che poi conosceremo in Conker’s Bad Fur Day) la tartaruga Tiptup, Pipsy la simpatica topolina e Timber il tigrotto. Proprio quest’ultimo sarà il responsabile della nostra presenza in questa incredibile avventura, vi state chiedendo il perchè? Ve lo spiegherò, una volta spenta la console… aspettate… lascio la cartuccia inserita e stacco la spina tirandola dal cavo… fatto!
Ah, non ci sono più i libretti di istruzioni di una volta, ora mettono tutto ma proprio tutto nel gioco (odio i tutorial!), comunque sia la storia è la seguente: sulla bellissima isola di Timber, la vita scorre tranquilla e felice, un giorno però i genitori del docile tigrotto (non contenti di vivere su un'isola da favola) decidono di andare in vacanza lasciando così il povero figlioletto a carico del luogo. Timber è un fanatico delle corse e in questa occasione speciale invita tutti i suoi amici a sfidarsi allegramente in sfrenate gare all’aria aperta. Purtroppo essi non sanno che qualcosa o qualcuno con occhio furbo e malandrino li sta silenziosamente spiando! Si tratta di un enorme maiale intergalattico chiamato Wizpig, malvagio maestro di magia nera che interromperà la festa, si imporrà come capo supremo del regno e trasformerà il miglior pilota dell’isola in una rana. Il male purtroppo sembra essersi impossessato del posto e per il candido Timber resta solo un’unica possibilità: chiamare in aiuto tutti i suoi affezionati amici e gareggiare senza sosta al fine di raggiungere e distruggere una volta per tutte il temibile suino.
La genialità di questo titolo sta tutta in questa storia, non tanto per la qualità espressa ma per il semplice fatto che trovo fantastico che un titolo di corse ne abbia una. Diddy Kong Racing si potrebbe classificare come un “racing adventure”, questo perchè, a differenza di Mario Kart, non c’è nessuna schermata di selezione del trofeo o del tracciato. Appena inizierete la modalità avventura, avrete la possibilità di guidare (o pilotare, dipende dai casi) in giro per l’isola e sarete liberi di scegliere dove, come e quando gareggiare. Potrete inoltre incontrare e parlare con personaggi bizzarri come T.T., l’omino cronometro, oppure Taj, l’elefante “genio” che tra le tante cose vi aiuterà a passare o “switchare” di veicolo in veicolo usando la sua preziosa magia (tipo genio della lampada ma senza lampada). Le gare si svolgono in maniera molto semplice: partirete guidando un'auto (simile a un kart) e avrete la possibilità di entrare in una sola zona, poi, di volta in volta, andando avanti nel gioco, potrete passare e ripassare in tutte le varie zone a tema dell’isola. Si va dalla preistoria alla spiaggia, nel ghiaccio o nello spazio ecc. Ogni area ha un suo portale e in esso sono disposti i diversi circuiti sbloccabili solo attraverso la raccolta degli importantissimi palloncini dorati che riceverete solo aggiundicandovi il primo posto in gara, ma occhio perchè potreste trovarne alcuni nascosti in posti impensabili. Quando poi avrete completato tutti i circuiti del portale, vi troverete faccia a faccia con il boss, che vi sfiderà in un duello all’ultima sgommata. Non mancheranno, poi, monete d’argento e pezzi dorati da raccogliere (vi faranno diventare matti) e tanti bonus da completare; in poche parole, il classico repertorio della Rare. I veicoli a disposizione sono tre: "car" (per zone di terra), "hovercraft" (per zone d’acqua) e "plane" (per zone aeree), ognuno dei quali avrà una diversa manovrabilità. Avrete comunque la possibilità di allenarvi intensamente fuori dalle gare, per imparare a sfruttare al meglio tutti i “segreti” che ognuno dei mezzi possiede.
Come avviene in ogni Mario Kart che si rispetti, anche in Diddy Kong Racing ci saranno i vari preziosissimi power-up come boost, macchie d’olio, missili, ecc.. Vi divertirete tantissimo ad usarli non solo nelle corse normali ma anche e sopratutto nei bonus e nella modalita multiplayer. Quest’ultima, nel mio caso, si rivelò un extra davvero straordinario, non mi ero divertito tanto nemmeno con Super Mario Kart, fidatevi. Invitate tre amici a casa, collegate i controllers, entrate in modalità multiplayer e scegliete la zona: il risultato finale sarà divertimento assoluto o nel peggiore dei casi litigherete peggio che con il Monopoli.
I controlli sono quasi perfetti, ci si adatta facilmente ad ogni personaggio, dai più lenti ad accelerare e sterzare come Banjo e Krunch ai più leggeri e veloci ma fragili come Tiptup e Pipsy. Si prova davvero gusto nel provarli tutti, non solo per testare la loro competitività ma anche solo per ascoltare le loro vocine, alcune di esse terribilmente buffe come quella di Bumper (ascoltare per credere). Le musiche, poi, sono un continuo piacere acustico, brani e jingles impossibili da dimenticare, di sicuro tutto vi sembrerà molto più ovvio una volta che avrò nominato il compositore: David Wise, talentuoso autore sia delle pregevoli colonne sonore della serie Donkey Kong Country che di altri celebri titoli Rare.
L’intera isola di Timber è un immenso gioco di colori, di cui dopo qualche ora di gioco non si può più fare a meno: ci si perde nel verde acceso dei giardini, delle rane (schiacciatele!) e degli alberelli, si sguazza contenti nell’azzurro profondo del mare, delle cascate e del cielo raggiante. Tra arcobaleni, fiori e palme, vi sembrerà di essere finiti in un parco giochi naturale; si dice infatti che il team di sviluppo in principio si ispirò proprio a Disneyland per la creazione degli scenari e che il gioco avrebbe dovuto intitolarsi Wild Cartoon Kingdom. In seguito poi a diverse scelte di sviluppo, il gioco venne trasformato nel sequel di R.C. Pro-Am (NES, 1988) e intitolato appunto R.C. Pro-Am 64. Solo a metà del 1997, dopo ulteriori cambi di progetto, Shigeru Miyamoto decise di integrare Diddy Kong come protagonista, sperando così di assicurare al gioco una maggiore spinta di interesse da parte del pubblico. La cosa in principio non piaque molto a Rare, che però alla fine dovette ricredersi, difatti il creatore di Super Mario ebbe ragione e i risultati di tale consiglio furono sorprendenti: circa 800.000 copie vennero ordinate nelle due settimane prima di Natale del 1997.
Diddy Kong Racing è bello da vedere: i colori sgargianti, le strutture poligonali, i personaggi buffi e ogni altra cosa presente in esso risulta una gioia per le pupille, e si nota, senza neanche tanta fatica, il duro lavoro svolto per farlo sembrare un cartone animato in 3D. Le piste sono tutte vivaci, ogni cosa si muove a favore o a sfavore del giocatore, dai dinosauri giganti ai ponti dei castelli che si apriranno e chiuderanno quando meno ve lo aspettate. La CPU si comporta egregiamente, gli sfidanti sono competitivi e il più delle volte vi daranno tanto filo da torcere e non pensate che solo per il suo aspetto infantile vincerete tutto subito e facilmente, dato che il livello di sfida offerto dal titolo Rare è bilanciato alla perfezione e non vi deluderà. Forse solo la sensazione di velocità potrebbe frustrarvi all’inizio: certo, non siamo a livelli cosi bassi, ma più di una volta e soprattutto nelle prime ore di gioco mi è capitato di desiderare un po' più di rapidità. Ricordo che raccoglievo quante più banane possibili sparse nel tracciato per aumentare gradualmente la velocità del mezzo. Con l’auto adoravo cimentarmi in sgommate spericolate (usando i tasti L e R) e mi concentravo molto sulle frecce boost perchè se ci passerete sopra lasciando l’accelleratore riceverete una super spinta. Con questa ottima tecnica mi impegnavo a battere tutti i record, tutti i boss e tutte le gare. Vi assicuro che per finire tutto il gioco spenderete tantissime ore, provando mille volte (soprattutto la partenza) e imparando tutti i tracciati a memoria.
Rare era riuscita a non farmi pentire di aver preferito Diddy Kong Racing a Mario Kart (cosa non di poco conto). Le ragioni di tale successo sono tutte compresse in una cartuccia che considero ancora oggi “un giocattolo magico”. Meglio di così non si sarebbe potuto fare, Diddy Kong Racing è fantasioso e originale e va ben oltre le aspettative. Sono convinto che una volta che ci avrete messo le vostre mani sopra, saprà regalarvi le stesse sensazioni che provai io nel 1998 e che chissà forse proverò anche da vecchio.
Diddy Kong Racing Nintendo 64
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- Pubblicato: 28-09-2011, 11:45
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Diddy Kong Racing
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Davvero un ottimo racing game arcade che se la gioca sul filo di lana con Mario Kart 64, che, come specificato nell'articolo, sopravanza il titolo Rare sul fonte della sensazione di velocità a prezzo di un'estetica meno elaborata. Anche se preferisco il titolo Nintendo, è innegabile che le numerose qualità del "corrispettivo" realizzato dal brillante sviluppatore inglese lo rendano un'eccellente alternativa al più noto MK64 (posso affermarlo a ragion veduta in quanto felice possessore di entrambi).Ultima modifica di AlextheLioNet; 28-09-2011, 14:22.
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Grande review bros.! Diciamo che è il gioco che più ha soggiornato nel nostro N64. Tanti ricordi spensierati e pomeriggi piovosi sono legati a Diddy Kong Racing!
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Bel gioco, mi ha intrattenuto parecchio all'epoca, anche se preferivo (e prefesisco) senz'altro mario kart 64.Una considerazione.Non sopportavo un difetto di diddy kong racing all'epoca (sono passati parecchi anni, spero di non ricordare male), e cioè il fatto che in ogni torneo veniva, di fatto, sempre fissato un avversario che immancabilmente arrivava secondo secondo se si arrivava primi e primo se si arrivava secondi... il che era veramente odioso, secondo me.Difetto per altro comune anche allo stesso mario kart dell'epoca.
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Quando lo acquistai per il mio n64jap, avevo già Mario kart 64. E secondo me questo gioco rimane attualmente l'unico gioco del genere a dare parecchio filo da torcere a Mario kart.
Peccato non poterne vedere un seguito, essendo che Rare e passata a Microsoft, e su questo gioco ha diritti anche Nintendo.
Per me e un capolavoro, un gioco geniale a cui ho passato vagonate di ore. Però quando arrivava un amico a casa, si giocava in 2 a Mario kart.
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