La vicenda non è, come molti si aspettavano, un seguito di Ocarina of Time, ma piuttosto una storia “collaterale” e successiva a OOT. Nel filmato iniziale vediamo Link (bambino) in groppa a Epona per dirigersi verso le terre di Termina alla ricerca di Navi, la fata che ci accompagnò in OOT. Durante il viaggio incontra due fate e un misterioso personaggio, Skull Kid, che ruba Epona e l'Ocarina a Link e fugge. Link, caduto da cavallo, riprende conoscenza, ma si ritrova completamente trasformato. Dopo un tutorial abbastanza rapido, la nostra avventura si farà subito complessa e, nei panni di un “Deku Boy”, continueremo la caccia al ladro dell'Ocarina. Trovato il ladro, alla fine del terzo giorno, veniamo a conoscenza del fatto che, ormai, il mondo sta per essere distrutto, evocato dal potere della “Maschera di Majora”. Quando sembra tutto perduto, il misterioso avversario perde l'Ocarina, e con la Melodia del Tempo (ve la ricordate?) torneremo indietro di tre giorni, all'inizio della nostra avventura.
E' in questo punto che si evidenzia già la caratteristica principale di questo gioco, il tempo. Un tempo limitato, che trascorre inesorabile, che può essere modificato grazie al potere dell'Ocarina, ma peserà sempre nello svolgimento dell'avventura. Abbiamo solo tre giorni (20 minuti reali per ogni giorno del gioco) per portare a compimento la nostra missione, prima che la luna si schianti sul pianeta. Grazie a questa caratteristica il gioco risulta meno “spensierato” di Ocarina of Time, è più importante capire in fretta come affrontare un problema. Possiamo sentire mille volte cosa ci dice la gente, e ogni volta aggiungere un tassello al puzzle, alla soluzione finale per sconfiggere la maschera di Majora. Questa caratteristica aggiunge una “quarta dimensione” di gioco, riuscendo a creare più profondità rispetto al titolo precedente. Ogni volta che si torna indietro nel tempo, tutto tornerà esattamente come prima, eccezion fatta per alcuni oggetti tra cui le numerose maschere, tutte più o meno utili per lo svolgimento dell'avventura. Tre di esse trasformeranno addirittura Link in un personaggio di un'altra razza (Deku, Goron e Zora) con nuove particolari abilità.
Questo clima un po' più “ansioso” del gioco si rispecchia meravigliosamente alla realizzazione tecnica: i paesaggi incantati e allegri di OOT, in MM vengono sostituiti con ambienti più “dark”. Le foreste più spettrali, i dungeon più bui e l'avvicinarsi costante della luna nel cielo, fino ad incombere gigantesca su Termina, rendono complessivamente più cupa l'ambientazione, perfettamente in sintonia con lo stile del gioco. Tutto questo realizzato con una tecnica suprema: le potenzialità dell'N64 sono spremute al limite, non mancano ottimi effetti di luce e ambienti realizzati con la massima cura. La colonna sonora riprende vecchi pezzi e ne aggiunge di nuovi, tutti particolarmente belli e coinvolgenti. Sarebbe piacevole passare ore esplorando con calma le sconfinate terre di Termina, ma non possiamo: la nostra avventura incombe, e il tempo stringe. E' proprio la caratteristica principale del gioco, l' ”utilizzo” del tempo, ad esserne maggior pregio e maggior difetto. Infatti, come detto in precedenza, rende più originale e più profonda la nostra avventura, ma il titolo si rivela decisamente più complicato, alle volte quasi frustrante se non si riesce a capire cosa fare, perché siamo costretti ad abbandonare i nostri progressi e ripetere più volte le stesse operazioni. Ma questo è proprio se cerchiamo il pelo nell'uovo, perché trovare difetti in questo gioco è davvero difficile.
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