Evoluzione in pochi passi
Lo snowboarding nel campo videoludico ha visto una penuria di rappresentanti nelle prime generazioni di macchine, logica conseguenza della relativamente scarsa diffusione della disciplina nel mondo reale. La prima uscita va fatta risalire solo al 1990, con Heavy Shreddin' per NES, titolo con visuale laterale e tecnica molto essenziale, mentre assai più significativo è Val d'Isere Skiing and Snowboarding, pubblicato nel 1994 con qualche differenza su Super Nintendo e Atari Jaguar: nettamente più godibile su quest'ultima console, offriva una serie di gare lungo discese a difficoltà variabile con ostacoli disparati, e già adottava l'impostazione poi affermatasi come classica con la telecamera alle spalle dello snowboarder, seppur rimanendo in ambito “falso 3D”, con la pista realizzata con l'ausilio del celebre Mode7. Solo altri due anni per raggiungere la definitiva consacrazione con Cool Boarders della UFC Systems su Playstation, un successo un po' a sorpresa trainato dalla crescente popolarità dello sport di riferimento (che avrebbe presto conosciuto il debutto alle Olimpiadi). Rivederlo oggi è quasi uno strazio, ma fu il primo a guadagnare la tridimensionalità piena, il primo a metabolizzare con buoni risultati l'aroma un po' kitsch e underground dell'ambiente. L'attenzione mediatica suscitata evidenziò il potenziale di mercato della categoria degli sport estremi ed alternativi, catalizzando la reazione di tutti i big, a partire dai produttori di console che si mobilitarono per fornire un corrispettivo alle loro macchine. La Sega fu la prima con Steep Slope Sliders, ma la Nintendo...
1080° di controllo
Un lavoro fatto bene parte dalla consapevolezza dei mezzi a disposizione. La levetta analogica del Nintendo 64 poteva e doveva fare la differenza. Cool Boarders, per esempio, era rigido: la prima proiezione immaginaria di una tavola che fluttua su un mare di neve, invece, è di assoluta morbidezza, di linee soffici tracciate certamente da un rude sforzo muscolare, ma che rimane celato, lasciando alla platea la sola sensazione di leggerezza. Il DualShock avrebbe presto risolto l'handicap della Sony, ma nel frattempo lo stick analogico dell'N64 rappresentava la più avanzata forma di controllo. Il nostro avatar, in 1080° Snowboarding, è aderente agli input che gli forniamo: la differenza è nelle sottigliezze, in quegli impercettibili movimenti istintivi eseguiti poco razionalmente dalle mani, a testimonianza del vigore con cui si ribadisce la parola chiave della produzione, CONTROLLO. Il modello di “guida” del nostro personaggio è splendidamente tecnico, fatto di piccoli dettagli poggiati sull'efficacissima simbiosi raggiunta tra tavola e neve, impeccabili nella loro reciproca esaltazione. I circuiti sui quali dovremo lanciarci, difatti, sono ricchi di ostacoli, asperità, disomogeneità del manto ed ogni variazione causerà un effetto sensibile sulla traiettoria dello snowboarder. Ogni pericolo è gestibile: lo stick ci permetterà sia di virare e pennellare le curve, sia di agire sull'inclinazione della tavola, fondamentale in caso di salto per raggiungere un assetto utile ad un atterraggio morbido. Il grilletto posteriore del pad ci permette di piegarci sulle ginocchia sia per guadagnare velocità che per ammortizzare quanto più possibile l'impatto col terreno dopo un balzo. Trovano un po' di spazio anche gli altri pulsanti, ma solo per l'esecuzione dei vari “tricks”, piroette a mezz'aria.
Una cornice banale
Ad esser proprio sinceri, non è che la strada verso l'inizio della partita sia entusiasmante, tutt'altro. Il menu iniziale è funzionale, senza particolari concessioni all'estro dei grafici, ma soprattutto offre una gamma di scelte fra le più prevedibili per la categoria di gioco: potremo lanciarci in sfide “uno contro uno” o contro il tempo e non mancano i contest a base di tricks popolarizzati da Cool Boarders. La modalità Contest ci mette alle prese con una sfida multidisciplina, nella quale dovremo fornire una prestazione a tutto tondo in ogni pratica prevista per lo snowboard, tra cui un riuscitissimo slalom. La corsa semplice prevede la competizione contro un unico avversario computerizzato e ci si diverte principalmente per il prodigioso sistema di controllo implementato, mentre l'intelligenza artificiale del nostro sfidante lascia più volte perplessi: innanzitutto, ritorna ancora una volta la difficoltà “dinamica” che modifica la velocità dell'avversario in relazione alla nostra performance, in modo da rendere ogni corsa più combattuta ma anche meno credibile; poi, i nostri contendenti sono comunque un po' tonti, in quanto si incaponiscono nell'esecuzione di pericolosissimi tricks che il più delle volte li buttano gambe all'aria, peccato che commettano lo stesso errore sistematicamente nei medesimi punti dei tracciati. Appaiono pesantemente scriptati e ciò cozza con la cura riposta in un modello di guida tutto proteso in direzione della verosimiglianza. Ne approfitto anche per segnalare un'incongruenza del gioco: le acrobazie non hanno alcuna influenza sul risultato della corsa. A meno che non si tratti dei contest specifici, ogni tricks sarà solo un'occasione in più per rovinarsi la performance, sottolineando con più forza l'idiozia della CPU che si schianta puntualmente per cercare una capriola. Nelle apposite gare, invece, i tricks regaleranno punti in relazione alla difficoltà di esecuzione, fino al complicato 1080°, e tutti si otterrano tramite delle combo degne del migliore picchiaduro.
PSX Demolition
Per la serie “ci piace vincere facile”, alla Nintendo volevano esaltare il divario tecnico con la rivale Sony anche nelle simulazioni di snowboard, ma stavolta il compito era davvero abbordabile. Considerando che la grafica di Cool Boarders non era affatto tra i suoi pregi e che 1080° Snowboarding vantava gli stessi coder di Wave Race 64, potete immaginare come sia finita, anche se... Partiamo dalla intro: anche per limitazioni intrinseche delle cartucce, tutto è calcolato in real-time e la Nintendo ci offre la sequenza di una discesa spericolata. La selezione del personaggio presenta una schermata ben realizzata, con i vari avatar che alloggiano in un cottage con l'assortimento di tavole disponibili. L'entrata in gara non riserva sgradite sorprese: orizzonte lontano, colori vivaci, modelli poligonali riusciti ed animati divinamente. Si nota qualche rallentamento sporadico, ma sopportabile, almeno fino al terzo stage. Si, in questa discesa c'è un dettaglio grafico leggermente maggiore, con alcuni slalom tra alberi ed un generoso (e bellissimo) lens-flare, peccato che il gioco scorra come al rallentatore. La velocità segnalataci dal Nintendo 64 è quella giusta, ben oltre le cento miglia orarie, ma il video ci restituisce una sorta di moviola prolungata fino alla scomparsa degli effetti grafici più gratificanti. Bizzarro che i programmatori abbiano deciso di non ridurre la fluidità del gioco ma la velocità, al contrario di quanto accade ad esempio in Extreme-G, e forse non è stata la scelta migliore. Piuttosto, vista la chiara circoscrizione del problema, stupisce che non sia stata eseguita una ulteriore ottimizzazione in questi frangenti dei tracciati.
Tutto il resto, per fortuna, rimane di altissimo livello, con texture molto curate che non restituiscono il look slavato tipico di molte produzioni per questa piattaforma. Molta attenzione è stata posta sulla scelta cromatica dell'illuminazione delle piste, con gare spesso disputate all'imbrunire o addirittura di sera. Dispiace un po' per la piattezza degli alberi ai margini dello schermo, ma globalmente siamo di fronte ad un lavoro coi fiocchi.
Sul fronte sonoro è presente un campionario di musiche ed effetti nella media quantitativamente e piuttosto buono qualitativamente. Ogni atleta ha la sua voce, è presente uno speaker per quanto poco loquace, ma la cosa più godibile è il delizioso rumore della tavola che striscia sulla neve, dinamico, discreto e coinvolgente. La colonna sonora si limita ad adattarsi tanto all'azione quanto all'esiguo spazio disponibile. Poche tracce, sintetizzate e non campionate, molto ritmate e che spaziano dalla dance pop al funky al rock fortemente distorto, incattivendosi progressivamente stage dopo stage. Non sconvolgenti, ma bisogna ammettere che riescono a ritagliarsi uno spazio nella memoria del giocatore.
Il bel gioco dura poco
Maledetti proverbi. 1080° Snowboarding ci presenta il suo difetto più grosso: è corto, terribilmente corto. Certo, molti giochi di corsa dei tempi erano afflitti dal medesimo problema, ma quando la competizione è appassionante come in questo caso, è davvero un dolore ritrovarsi a corto di sfide nell'arco di una giornata intensa di gioco. Il prodotto Nintendo offre una curva di apprendimento ostica nelle prime battute, ma dopo averne intuito i segreti e divenuti padroni di un equilibrio accettabile, il ventaglio di gare si esaurirà con grande fretta. Dopotutto, ci sono quattro tracciati di base ai quali se ne aggiunge uno nel livello di difficoltà intermedio e due per quello massimo, davvero pochi considerando anche il tempo di percorrenza di poco superiore al minuto. Il loro design è “extreme” come giustamente atteso, ma proprio gli ultimi due concedono troppi spunti alla fantasia, risultando un po' meno godibili dei primi, splendidamente equilibrati.
La longevità è la nota dolentissima di 1080° Snowboarding. Ben accette sono le modalità aggiuntive, con un gioco in doppio che potrà concedervi belle serate tra amici, mentre l'implementazione dei tricks sembra attuata per esigenza e completezza, ma come se non fosse parte integrante del progetto iniziale. Il Contest è invece molto riuscito per come riesce ad amalgamare le varie facce del gioco, aggiungendo uno slalom tra bandierine decisamente appassionante ma che è stato limitato a soli due tracciati dei sei presenti.
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