The Goonies IIGoonies II fu uno dei primi titoli per NES rilasciati sul mercato occidentale nel lontano 1988. Non è difficile, difatti, trovare la sua copertina nelle liste dei giochi Nintendo presenti nei cataloghi Mattel di quegli anni.
Konami decise di esordire in Europa con titoli come Castlevania, Metal Gear e appunto Goonies II. Un platform horror il primo, un action/stealth con vista dall’alto il secondo, un platform/first person basato sull'omonimo film di successo il terzo, ovvero 3 giochi diversi per poter rispondere a tutte le esigenze del mercato e creare fin da subito un parco software vario e completo.

Il primo Goonies uscì per Famicom, Nec PC-8801 e Sharp X-1 nel 1986 e non varcò mai i confini giapponesi. Anche le softeche di Commodore 64, Spectrum, Amstrad e Atari 8-bit furono arricchite da un videogioco sui Goonies, un platform ben realizzato ma differente dalle versioni nipponiche. Questo tie-in, infatti, è fixed-screen (stile Mario Bros.), può essere affrontato in modalità cooperativa a 2 giocatori e vincola il superamento del livello alla risoluzione di un enigma, come aprire un cancello, o trovare il pulsante giusto per avanzare.

Diversamente dal primo capitolo, il sottostimato Goonies II (Giappone 1987, Europa 1988) è un'esclusiva per NES e quando si parla appunto di titoli dedicati esclusivamente alla console Nintendo, trattiamo quasi sicuramente di titoli di buona/ottima qualità.

The Goonies IIThe Goonies IIThe Goonies II

Goonies II è un platform/adventure che per molti aspetti s'ispira a Metroid, anticipando inoltre la struttura portante di Simon’s Quest (Europa 1990).
Il protagonista, Mikey, dovrà riuscire a ritrovare gli amici Goonies e la sirena Annie rapiti dalla famiglia Fratelli e quasi tutti nascosti in luoghi difficilmente accessibili, esplorando locazioni tutto sommato ben caratterizzate. Sfruttando la licenza sui Goonies, infatti, Konami crea un gioco in cui ritroveremo i vari archetipi paesaggistici tipici degli anni 80/90, come la casa con la cantina, i sotterranei, la soffitta, l’immancabile ponte sospeso nel vuoto e diversi tipi di caverne, dagli antri con fiumi sotterranei alle grotte ghiacciate, dove sarà molto facile scivolare e perdere vite.
Come in Simon’s Quest e Metroid, non esistono stage, ma un singolo grande mondo, dove potremo avanzare solo a condizione di trovare il giusto oggetto che ci farà superare quel determinato ostacolo. Potremo poi verificare in ogni momento la nostra posizione, grazie ad una mappa che, oltre che in orizzontale e verticale, si sviluppa anche su un altro livello, il back side. Fin da subito potremo avventurarci in questo settore attraversando le varie porte che incontreremo nell’avventura e a volte entrando in stanze (spesso buie), in cui sono nascosti oggetti, personaggi e passaggi segreti.
Il particolare che rende unico Goonies II in occidente è dato dalla visuale in soggettiva che subentra quando entreremo in queste stanze. Il punto di vista, infatti, passerà in prima persona e alla nostra sinistra verrà rappresentato un menù con le possibili azioni: muoversi, usare oggetti, picchiare sui muri per scoprire segreti. Interessante, poi, che alcuni oggetti possano essere usati esclusivamente in queste fasi. Credo che Goonies II sia l’unico gioco per NES a mixare le strutture di un platform con quelle di un first person (tipo Shadowgate), cosa che in America, ad esempio, tentava anche lo scadente Jason Friday 13, ma appunto con risultati assai modesti.

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Graficamente Goonies II, nel bene e nel male, mostra tutti i suoi anni e si pone su un livello estetico a mezza strada tra un Commodore 64 e un NES: numero molto ridotto di colori, pochi particolari e sprite piuttosto grezzi, che spesso si confondono con i background (come in Castlevania). Particolarissimo, poi, in nostro personaggio colorato di blu e fucsia, quasi un pugno in un occhio... per fortuna che il design dei livelli è ben studiato e accattivante.
Nonostante l’hardware limitato, i programmatori di Konami sono riusciti a riecheggiare l’atmosfera del film e a dare un tocco artistico a tutte le varie locazioni, come, ad esempio, i graffiti sui muri delle caverne, forse uno dei dettagli più importanti, poiché anche la pellicola giocava molto sulla scenografia delle grotte. Non faremo fatica a riconoscere alcune delle locazioni del film e ognuna di esse sarà caratterizzata da un colore preciso (per esempio marrone, o grigia oppure verde), atto a rammentarci immediatamente il settore in cui ci troviamo.
Il sonoro è l’aspetto tecnico migliore. Nonostante gli effetti non siano niente di eccezionale, le musiche sono infatti sempre ispirate, ben realizzate e consone alle varie situazioni. Anche la trasposizione della canzone di Cindy Lauper, "The Goonies 'R' Good Enough", è stata ben riprodotta. Tra le note dei vari accompagnamenti ritroveremo anche alcuni passaggi che risentiremo in Simon’s Quest... a voi la pazienza di scovarli.[/h][h=1]Inizialmente il nostro personaggio Mikey per difendersi disporrà soltanto di un debole yo-yo, ma fin da subito, esplorando le vicinanze, cominceremo a trovare oggetti, come il martello, la fionda e le bombe, che ci saranno utilissimi per combattere e trovare i nostri amici. Gli item da reperire nel corso dell’avventura sono molti: dalle scarpe per saltare più in alto alla muta da sub per il platform game, dalla candela alla scala per il first person game. Come da tradizione Konami, i controlli rispondono bene, con salti e vari movimenti fluidi e ottimamente gestibili (ricordiamoci che su NES c’era un certo Mario con cui confrontarsi). La difficoltà è ben calibrata e, anche se non ci troveremo mai dinanzi a boss di fine livello, gli ultimi ambienti che attraverseremo avranno una struttura più ardua e i nemici risulteranno più agguerriti, nonché numericamente superiori.

The Goonies IIThe Goonies IIThe Goonies II

Interessante come Konami abbia sfruttato il bestiario. Le tipologie di nemici, infatti, sono numerose e abbastanza varie: i membri della famiglia Fratelli, ragni, serpenti, corvi, pipistrelli, fantasmi, cavalieri, orsi, scheletri, pinguini, squali, meduse e altro ancora. Il bello è che ognuno di questi attaccherà in un modo diverso e dovremo ricordarci il loro pattern per sconfiggerli senza perdere energia. Ad esempio i corvi ci piomberanno addosso appena siamo stati individuati, mentre i pipistrelli seguiranno una traiettoria a zig-zag. Quando s'inizia il gioco, difatti, una delle prime difficoltà è proprio il riuscire ad affrontare i primi avversari senza perdere energia, come appunto serpenti, ragni, membri dei Fratelli e pipistrelli che ci verranno incontro dal basso, saltando, volando o sparandoci. Sono questi piccoli particolari che testimoniano la cura riposta da Konami nella realizzazione del gioco.
I nemici, tuttavia, sono soltanto un aspetto secondario, poiché la vera difficoltà di Goonies II risiede nella struttura del mondo da esplorare. Riuscire a risolvere i vari enigmi, trovare tutti i Goonies, Annie e gli oggetti necessari e sopravvivere ai trabocchetti sparsi nel gioco non sarà facile e metterà a dura prova la nostra pazienza.
Spesso saremo costretti a rivisitare gli stessi luoghi più e più volte per controllare di non aver tralasciato qualcosa durante il nostro viaggio, backtracking che molti retrogamer oggi potrebbero non apprezzare, giacché fa perdere al gioco quell'immediatezza e semplicità che sono le necessità imprescindibili di molti di noi.


COMMENTO FINALE


"Goonies II mi affascinò quando ero ragazzo e, insieme a Simon’s Quest e ai titoli Nintendo, rimase indelebilmente impresso nei miei ricordi. Purtroppo si tratta di un titolo ancorato alla fine degli anni 80: non è rivoluzionario, non è perfetto, può annoiare perché ci si blocca facilmente e il continuare a girovagare negli stessi luoghi perché non si sa dove andare risulta frustrante... ma ci riporta anche a un tipo di platform che oggi non esiste più, il platform-adventure con password system. Questo è appunto un genere ormai scomparso, ma rigiocandolo ci farà ricordare quanta pazienza dovevamo avere e quanto la memoria ci fosse amica per poterlo terminare. Goonies II non è un titolo per tutti, poiché ha una meccanica lenta, tanto che potremmo considerarlo il papà naturale di Simon’s Quest e, allo stesso tempo, l’antitesi di Mario o Mega Man, ma rimane in ogni modo un titolo affascinante che sicuramente si posiziona nella top 30 del NES."