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Yabba-Dabba-Doo!!!...E’ questo il grido vittorioso del cavernicolo più famoso del mondo dell’animazione, Fred Flintstone, apparso per la prima volta sulle tv americane nel lontano 1960. Tante furono le avventure vissute dalla famiglia Flintstone in compagnia dei loro inseparabili vicini, i Rubble, durante le sei stagioni televisive, fino al 1991, anno in cui fece capolino anche sulla nostra console ad 8bit preferita, il NES (Nintendo Entertainment System). Sviluppato dalla talentuosa Taito (attualmente sussidiaria di Square-Enix), il prodotto che ne uscì rendeva pienamente giustizia ai famosi Antenati, in un platform davvero niente male: erano i tempi d’oro per i Tie-In.


Dalla Preistoria con furore!

Un bel giorno, in quel di Bedrock, giunge dal futuro un certo Dr.Butler e cattura i dinosauri da compagnia dell’allegra brigata preistorica, Dino e Hoppy, con l’intento di allestire uno Zoo tematico nel tempo da cui proviene. Per assicurarsi che gli antenati non gli mettano i bastoni tra le ruote, inoltre, distrugge la macchina del tempo dell’alieno Gazoo, sparpagliandone i pezzi in ogni dove. Da qui partirà la frenetica corsa contro il tempo di Fred per recuperare i pezzi della macchina e fiondarsi nel futuro per salvare i suoi cucciosauri.
Incipit semplice e con pochissime (nessuna?) pretese, che fa da sfondo alle nostre scorribande preistoriche.

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Gameplay dell’età della pietra

Come da titolo, il gameplay del prodotto targato Taito è alquanto antiquato nelle sue meccaniche, ma, per il tempo in cui uscì, presentava già qualche spunto interessante ereditato da altri capolavori del tempo, tipo Super Mario Bros. 3. Innanzitutto la struttura con worldmap, dove il giocatore può scegliere quale livello affrontare, senza seguire un ordine pre-impostato. La conformazione dei livelli è abbastanza classica, con una struttura lineare da sinistra verso destra, che in alcuni punti si sviluppa anche in verticale, come la scalata con la lava alle calcagna, variando un po’ l’esperienza di gioco: è in questi determinati frangenti però, che i controlli mostrano i loro limiti, essendo poco precisi e reattivi (specie quando Fred deve sollevarsi mentre si arrampica), creando così non pochi grattacapi. Il progredire dell’avventura viene saggiamente spezzato da alcuni livelli bonus della durata di 60 secondi, in cui dobbiamo controllare un Fred versione giocatore di basket. Vincere tali sfide ci fa ottenere speciali abilità, che ci aiutano nelle situazioni più insidiose: possiamo, ad esempio, volare e sorvolare un baratro particolarmente ampio, oppure fare un super-balzo e raggiungere una sporgenza fuori dalla nostra portata. Oltre a queste abilità, Fred potrà contare anche su un set di armi secondarie abbastanza fornito tra uova-bombe, asce, fionde e quant’altro. Tutto ciò però, avviene solo attingendo alla nostra scorta di monetine opportunamente ottenute dal linciaggio dei nemici che si pongono sulla nostra strada. Il nostro goffo protagonista, infine, può sempre avvalersi della sua fidata clava con cui le suona di santa ragione a tutti i nemici di turno, compresi gli immancabili Boss di fine livello che danno, anche al giocatore più smaliziato, molto filo da torcere.

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Bellezza d’altri tempi…


Quando si dice “la magia dei gloriosi 8bit”, non si può non far riferimento anche a questo titolo. Fin dalle prime battute si resta esterrefatti dalle immagini disegnate con cura e dalla resa grafica finale che, nonostante la palette di colori piuttosto scarna, è esemplare per una console di quel periodo. Le ambientazioni sono abbastanza variegate, passando da giungle rigogliose a città innevate o manieri tenebrosi, il tutto brulicante di nemici sempre vari e ben caratterizzati. Gli sprite 2D son dettagliati ed animati in maniera impeccabile e ricordano da vicino i movimenti dei personaggi della serie animata (in particolare i movimenti di Fred quando corre). Meno incisivo è il sonoro che, nonostante ricalchi le musiche dei cartoni ricreandone in parte l’atmosfera, risulta particolarmente gracchiante, in alcuni frangenti addirittura insopportabile e un po’ ripetitivo, costringendo alle volte il giocatore ad azzerare il volume. La stessa cosa accade per gli effetti sonori, decisamente minimalisti e a tratti fastidiosi. Per quanto concerne la longevità infine, siamo su livelli poco accettabili perfino per l’epoca: anche se il livello di difficoltà è abbastanza alto, il titolo non vi porterà via più di un’oretta e mezza al massimo. Decisamente poco, anche per un titolo del NES.

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Articolo presente anche nel Blog di PukkaNaraku


COMMENTO FINALE


"The Flintstones: The Rescue Of Dino & Hoppy, per quanto sia un titolo vecchio di 20 anni, in definitiva diverte oggi come divertiva allora. Certo, lo fa con qualche riserva che andrebbe limata, come l’audio e dei controlli un po’ imprecisi, ma saprà comunque tenervi incollati allo schermo per il breve lasso di tempo necessario a terminare l’avventura."

Daniele "PukkaNaraku" Puca